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Orti e giardini scolastici per la transizione ecologica nel nuovo bando PON

"Questo ulteriore investimento in laboratori e strutture per l’educazione ambientale conferma il nostro impegno, che ho avuto modo di esporre anche alla COP26 di Glasgow, e ci consente di fare un altro passo concreto nella realizzazione degli obiettivi del Piano ‘RiGenerazione Scuola’, perché la formazione sui temi della sostenibilità diventi sistemica e trasversale."

Sono queste le parole con cui il Ministro dell'Istruzione Bianchi ha accompagnato il lancio del nuovo avviso PON che finanzia anche orti e giardini scolastici. In particolare, il bando prevede l'erogazione di un totale di 102 milioni di euro per promuovere il tema della transizione ecologica nel mondo della scuola.

L’Azione 1 dell'avviso, rivolta alle scuole del primo ciclo finanzia l’educazione ambientale tramite la realizzazione o la riqualificazione di orti e giardini didattici intesi come luoghi di apprendimento curricolare delle scienze, delle arti, dell’alimentazione e della sostenibilità. 

L'Azione 2, rivolta agli istituti del secondo ciclo di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e con priorità per le scuole agrarie, finanzia, invece, i laboratori didattici di “agricoltura 4.0”. Si tratta di impianti idroponici, sistemi digitali per il monitoraggio delle coltivazioni e altre tecnologie innovative o favorevoli all'efficientamento energetico.

Scadenza il 31.01.2022


Per saperne di più: www.istruzione.it/pon/

Per scaricare direttamente il bando clicca qui.




Linee guida per gli orti didattici nelle scuole di Milano: un modello di riferimento

Le linee guida per gli orti didattici delle scuole milanesi, disponibili sul sito foodpolicymilano.org, sono il frutto di un percorso volto a diffondere e facilitare la pratica degli orti didattici nelle scuole. Specificamente pensate e studiate per le scuole dell'area milanese, possono costituire un modello di riferimento anche in altre zone del nostro paese.

Educatori e insegnanti possono trovarvi un sintetico vademecum iniziale che riassume i passi da fare per avviare un progetto di orto didattico che duri nel tempo, sia fruibile da diverse classi e coinvolga il tessuto sociale nel quale la scuola è inserita.

I passi descritti nel documento sono approfonditi nei diversi capitoli delle linee guida, dove si affrontano tematiche pedagogiche e didattiche, procedure amministrative (evidentemente valide a Milano e zone contermini) e questioni pratiche.

Vengono inoltre presentate le buone pratiche esistenti a Milano e la mappatura degli orti già realizzati.


Per scaricarle basta seguire questo link:


Oltre l'orto - storia di un percorso odoroso, dal fallimento al successo


E’ con un piccolo fallimento che inizia la storia di un percorso che vuole invitare i bambini del nido d'infanzia "Il nido" di Lucca a percorrere un tratto di prato all'entrata e all'uscita dal servizio educativo.
L’idea nasce nell'anno educativo 2016/17, all'avvio di un progetto di orticoltura. Lo spazio utilizzabile è un cortile pavimentato sul perimetro con un prato circolare al centro. Questo fa sì che i bambini in entrata e uscita percorrano l’area pavimentata aggirando il prato. Con l’avvio del progetto il prato si popola di isole ortive che ne interrompono la monotonia offrendo occasioni per curiosare e giocare attorno alle piante. Niente cambia, però, all'uscita e all'ingresso al nido. Volendo inserire nel giardino piante aromatiche per sfruttare la loro capacità di sollecitare i sensi, nasce l’idea di disporle a formare un percorso che colleghi il cancello all'ingresso ai locali del nido. Nonostante il posizionamento di un segnale che invita a percorrere il nuovo sentiero dei profumi, poco o niente cambia, però, nelle abitudini. È un fallimento.

L’anno successivo si decide di utilizzare alcune rondelle di legno per pavimentare il sentiero. Si tratta di eseguire un piccolo scavo rimuovendo il cotico erboso e la terra per uno spessore pari a quello di ciascuna rondella e di sagomarlo seguendo la forma di quest’ultima. Poi si sistema la rondella nel terreno, si assesta con qualche colpo di martello, si fa cadere un po’ della terra di scavo nelle fessure al margine e, infine, si stabilizza il tutto bagnando. Il tentativo sembra andare a buon fine e c’è anche un’evoluzione progettuale: si inizia a disporre le rondelle in modo da indurre alcuni movimenti particolari quando i bambini saltellano da una all'altra. Proprio questo saltare induce i bambini a utilizzare il sentiero. Si decide di andare avanti, finché una mattina accade qualcosa di imprevisto. Arrivando al nido con due cassette di nuove rondelle, le deposito in un punto distante da quello in cui avrei voluto piantare ortaggi con i bambini. Due di loro, però, le individuano e iniziano a trascinarle verso il percorso. 
Io e Silvia, l’educatrice presente, capiamo subito che sta succedendo qualcosa di speciale e decidiamo di lasciarli fare. In men che non si dica, quasi tutti i bambini si trovano coinvolti in una sorta di “progettazione in sito” nella quale dispongono a terra le rondelle lungo il tratto di sentiero non pavimentato. Provano a percorrerlo saltellando sulle rondelle e da questo saltellare nascono le prime modifiche. Infine, si rendono conto di aver messo le rondelle troppo vicine e di non averne a sufficienza, così le ridistribuiscono in modo da coprire tutto il percorso. La mattinata trascorre così, con i bimbi all'opera.


Nei giorni successivi la pavimentazione viene completata e da quel momento, soprattutto all'uscita, quando c’è un tempo più disteso, molti bambini iniziano a percorrere il sentiero saltellando. Dal fallimento è arrivato un piccolo successo passando per una mattinata che ha insegnato molto a tutti.

[Esperienza narrata da Emilio Bertoncini - www.emiliobertoncini.com]


Oggi tutto bene



Ci sono momenti in cui i fatti sembrano voler sintetizzare le intenzioni. Non accade sempre, ma quando succede è difficile non provare una certa soddisfazione.

Mi aggiro nel mondo dell'orto vissuto in chiave educativa per il decimo anno consecutivo e da alcuni anni collaboro con i nidi d'infanzia. Quante volte avrò risposto, spesso con argomentazioni diverse, alla domanda "che senso ha fare l'orto al nido?". L'ultima delle mie risposte è stata questa:

perché nel momento di attività necessariamente guidata dall'adulto i bambini hanno modo di esperire la relazione, il cooperare, il mettersi in sfida sul piano delle abilità manuali, l'ambiente esterno, l'incontro con la natura, l'attesa e molto altro e perché quel momento modifica gli spazi esterni favorendo momenti di senso educativo in libertà, momenti in cui i bambini possono farsi carico della propria educazione secondo il proprio stile di apprendimento, senza trascurare in entrambe le situazione la forza educativa del divertimento. 


Ecco, oggi tutto bene perché tutto questo trova una sintesi meravigliosa nella fotografia che apre questo post.

Cosa accade nella scena rappresentata?

Accade che al termine di un'attività guidata dall'adulto (l'allestimento di un kit di coltivazione e la piantagione delle patate) i bambini colgono ben quattro opportunità offerte dagli spazi esterni del nido avendo la possibilità di scegliere in libertà e di rimodulare continuamente la propria scelta. I bambini nel cerchio rosso in primo piano colgono l'invito a terminare il riempimento del kit in cui abbiamo piantato le patate. Quelli nel cerchio rosso in secondo piano si adoperano nel caricare e trasportare terra secondo un proprio progetto nato sul momento e possibile grazie alla presenza di terreno vangato. I bambini nel cerchio azzurro preferiscono dedicarsi ad altro utilizzando materiali presenti al bordo del giardino. Intanto, il nascondiglio / tunnel indicato dalle frecce azzurre, adattato lo scorso anno lavorando sulle piante pre-esistenti, sta per divenire un quarto scenario di esperienza e gioco (vedi la fotocronaca a fine articolo).

In pochi minuti sta succedendo tutto quello che ci si proponeva e che è stato reso possibile da almeno tre azioni:

- la modifica degli spazi esterni del nido,

- lo svolgimento di attività generatrici di trasformazioni insieme ai bambini,

- l'adozione di tempi lenti e lunghi che consentono di valorizzare sia i momenti di attività guidata, sia quelli di apprendimento libero e ludico.

Per i più curiosi segue una fotocronaca della mattinata.


Allestimento cooperativo nel kit "Orto in Terrazzo"

Alla scoperta dei tuberi di patata
Piantagione delle patate

Il tempo giusto per differenziare le esperienze

Movimenti di terra in corso

Cooperazione nel carico della terra

Non solo giardino: cogliamo altre opportunità!

Avventura nel nascondiglio / tunnel vegetale - 1

Avventura nel nascondiglio / tunnel vegetale - 2

Un ringraziamento speciale al nido d'infanzia "Il nido" di Lucca per la fiducia accordata a chi ha appena terminato di scrivere questo articolo, cioè Emilio Bertoncini.








Evviva l'orto che ci fa sporcare!

«Evviva l’Orto che ci fa sporcare! - la Biodiversità agraria delle Marche entra a scuola» è una pubblicazione edita da ASSAM e Regione Marche nata per dotare tutte le scuole marchigiane di uno strumento guida per la realizzazione di esperienze di orticoltura didattica a scuola. La pubblicazione coniuga la libertà progettuale dei singoli istituti scolastici con un orientamento generale capace di costituire un vero e proprio format regionale. Durante la stesura una particolare attenzione è stata posta nel tentativo di orientare gli orti scolastici verso l’agricoltura biologica e la salvaguardia delle specie e varietà inserite nel Repertorio Regionale della Biodiversità Agraria. 

La pubblicazione è stata curata da Emilio Bertoncini e dal gruppo di lavoro "Orti scolastici e biodiversità agraria" di ASSAM e Regione Marche di cui fanno parte Ambra Micheletti, Mauda Moroni, Claudia Margaritelli, Stefano Battisti e Leornardo Valenti.

Labirinti, angoletti e "spin off"

Foto presa in prestito dal sito "Piccola Penna"
Lucca, la città da cui è iniziata l'avventura che da anni viene raccontata tramite questo blog, è una splendida città d'arte dalla ricca storia. Il suo duomo ospita una statua lignea del Cristo nota col nome di "Volto Santo" che per secoli è stata oggetto di pellegrinaggio da parte di chi percorreva la Via Francigena in direzione di Roma. Proprio al passaggio dei pellegrini sembra essere legata la presenza di un labirinto inciso su una delle colonne della cattedrale. Il labirinto è integro, salvo una scalfitura che da alcuni è attribuita ad un'unghiata del diavolo. Qualunque sia il significato del labirinto (si veda in proposito il sito di "piccola penna"), esso ha un grande valore simbolico ed è stato d'ispirazione quando abbiamo deciso di creare un settore speciale dell'orto scolastico della "The bilingual school of Lucca". Quel settore accoglierà piante capaci di stimolare i sensi e avrà la forma di un labirinto. Anzi, già è così, sebbene sia ancora in fase di realizzazione.

Tutto è iniziato con una passeggiata per la città che ci ha portati proprio davanti al duomo per osservare il labirinto. Subito dopo è iniziata la progettazione del labirinto dell'orto scolastico. Noti i dati geometrici di riferimento, sostanzialmente imposti dalle dimensioni dello spazio disponibile e dalla necessità di sviluppare in esso sia spazi in cui camminare, sia delle strisce di terreno in cui posizionare piante arbustive ed erbacee, i bambini hanno elaborato progetti individuali restituiti tramite un disegno. In parallelo si è proceduto al tracciamento dei cerchi su cui avrebbe dovuto essere impostato il labirinto. Sulla base delle suggestioni lanciate dai bambini si è passati alla lavorazione del terreno per avere un vero e proprio labirinto coltivabile.

Tale lavorazione, pur iniziata con i bambini, è stata svolta durante le vacanze di Pasqua così da far trovare il labirinto pronto per le piantagioni al rientro a scuola. La lavorazione è stata svolta manualmente e ha consentito di sagomare il terreno rialzandolo un po' rispetto al prato originario, cosa che metterà alcune piante al sicuro dai ristagni d'acqua che non mancano nei periodi piovosi.
Come testimoniato dalle immagini, la costruzione del labirinto è stata anche un'occasione per studiare geometria, introducendo il raggio e il diametro, e per inventare un compasso capace di tracciare un cerchio del diametro di sei metri, oltre che di utilizzare un sistema di tracciamento di linee a terra adeguato alla situazione (abbiamo usato polvere di gesso).

Completata la preparazione del labirinto  è finalmente iniziata la fase di piantagione. Per il momento il labirinto ospita soprattutto bulbi, per lo più portati direttamente dai bambini, alcune piante aromatiche (salvia, rosmarino, timi, salvia ananas, santolina, elicriso, ecc.) e qualche fragola. Il centro del labirinto è stato simbolicamente seminato con un mais ottofile marchigiano e con girasole. Lo spazio per piantare è ancora molto e l'avventura del labirinto può ben dirsi "work - in - progress".
Nonostante questo è già molto chiaro che le cose più importanti che sono state seminate si chiamano cooperazione e condivisione.

Come scritto in apertura, Lucca è stata il luogo di partenza della storia raccontata in questo blog. Una storia che si tinge d'orto, ma che spesso lo reinterpreta per favorirne la capacità di fornire alla scuola e ai servizi educativi opportunità in linea con la loro mission. Il fare orticoltura didattica ha assunto una declinazione assai particolare nei nidi d'infanzia del Comune di Quarrata (PT) dove  è stata inserita nelle attività del PEZ - progetto educativo zonale - rivolte ai bimbi della fascia 0-3 anni. In questo contesto l'orto è stato trasformato in esperienza manuale e sensoriale e, a seconda delle opportunità offerta dai singoli contesti, ha dato luogo alla coltivazione di ortaggi e piante aromatiche in piena terra, alla piantumazione di alberi da frutto, alla nascita di orti in cassetta e allo svolgimento di laboratori con i genitori dei bambini. In quest'ultimo caso si svolgono semine in vari tipi di contenitori che vengono poi portati a casa e lì cresceranno con la cura attenta dei bambini. 

Tra queste cose se ne è inserita una chea ha assunto particolare importanza. Si tratta della nascita di un piccolo angolo destinato a raccogliere le piante portate al nido dai bambini della cui cura si faranno man mano carico le famiglie. L'angolo in questione è una porzione di prato di difficile gestione proprio per la peculiare forma geometrica. Esso è stato vangato ed è diventato le scenario di lancio di un invito alle famiglie, cioè quello a piantare o seminare qualcosa.
L'invito è stato rafforzato in occasione di due laboratori di orticoltura rivolti ai bambini con le rispettive famiglie e il successo è stato notevole: non solo sono arrivate molte piante, ma le persone sono state capaci di cooperare per la messa a dimora delle stesse.

Il risultato è che un angoletto anonimo e problematico è divenuto un luogo di cura e osservazione, anche grazie al posizionamento sul posto di alcune panchine e alla disponibilità di un annaffiatoio.
Inutile dire che questo è solo un inizio e che ci vorrà un po' di tempo per capire se il messaggio lanciato si trasformerà in buona pratica, però il tentativo è in corso e vuole essere uno stimolo per chiunque voglia rendere più attraente il fuori di un nido determinando, al contempo, forme virtuose di coinvolgimento delle famiglie.

Per rimanere in tema di messaggi forti, chiudiamo segnalando che forme di coinvolgimento e partecipazione sono già in essere e dovranno svilupparsi sempre più in un'iniziativa che nasce da quella degli orti scolastici e che emula il tentativo ben riuscito dell'Orto del Giardino della Lumaca di Pietrasanta (LU). Si tratta de "La comunità dell'orto", il progetto che mira a far nascere un community garden a Lucca. Le associazioni "Ecoland - educazione e natura" e "Quartiere San Concordio" hanno, infatti, ottenuto in concessione dal Comune di Lucca un parco pubblico e stanno avviando il percorso che porterà alla nascita del community garden. Tra i principali promotori dell'idea figura chi sta scrivendo ma, ancora una volta, il risultato più importante sembra essere la volontà di fare cose insieme stimolando il senso di comunità che troppo spesso si è affievolito. Ancora una volta si semina e si rimane in attesa di quel che sarà. Intanto il nostro progetto di orticoltura didattica, dopo quello dell'Orto della Lumaca, festeggia questo secondo "spin - off".















Gli orti scolastici... in video!

L'anno scolastico 2015/2016 è al via e, anche per dare nuova linfa alla voglia di coltivare conoscenza e consapevolezza, lanciamo il nuovo video dedicato all'avventura degli orti scolastici.
In poco più di tre minuti di immagini raccontiamo cosa è successo l'anno scorso quando il nostro progetto ha fatto capolino in vari altri progetti legati al sapere scientifico, al mondo UNESCO e ai PEZ della Toscana.

Cogliamo l'occasione per rendere di nuovo disponibili su questo blog anche i filmati realizzati negli anni scorsi.

Trovate tutto qui sotto!

Il nuovo video



Il video dello scorso anno



Il video di due anni fa



Il video di tre anni fa



L'intervista di due anni fa



Tutti i video sul progetto degli orti scolastici

Siamo in agosto e le scuole sono ancora chiuse. In questa pausa, oltre a sognare che le scuole possano diventare spazi fruibili anche durante l'estate, c'è stato il tempo per fare un po' di lavoro "dietro le quinte".
Sono nate molte cose e una di queste è il nuovo video. In poco più di tre minuti raccontiamo per immagini il lavoro svolto nello scorso anno scolastico. Cogliamo l'occasione per rendere di nuovo disponibili su questo blog anche i filmati realizzati negli anni scorsi.

Trovate tutto qui sotto!

Il nuovo video



Il video dello scorso anno




Il video di due anni fa



L'intervista dello scorso anno



Vieni a trovarci a Murabilia!

Un piccolo spot in attesa delle novità d'autunno ci sta proprio.

E' uno spot buono, un invito a venire a trovarci e conoscerci in occasione di Murabilia, l'importante manifestazione legata alla cultura del verde che si svolgerà tra venerdì 6 e domenica 8 settembre a Lucca.

Ci trovate al Baluardo della Libertà allo stand 168. Saremo lì con i filmati e le fotografie dei nostri progetti, con qualche kit di coltivazione e con l'entusiasmo che ci travolge ogni volta che raccontiamo questa esperienza.

Ci farà piacere scambiare opinioni, idee, sorrisi e parlare della vostra scuola o della vostra voglia di sostenere la realizzazione di un'esperienza di orticoltura didattica in una qualche scuola italiana.

Se facciamo in tempo proporremo anche qualche novità, ma noi non abbiamo fretta... del resto è l'orto ad insegnarci che per le cose migliori ci vuole tempo.

Un anno (scolastico) in tre minuti

L'anno scolastico 2012/2013 è stato un anno davvero speciale per il nostro progetto. Abbiamo lavorato in molte scuole grazie al main sponsor Giardini della Versilia, siamo stati ospiti di manifestazioni importanti, siamo stati protagonisti nell'Agricoltura Civica Award 2013, abbiamo dato vita all'orto civico del Giardino della Lumaca (a Pietrasanta - LU) e lavorato con oltre 500 bambini.

E' stato davvero difficile selezionare momenti ed immagini salienti per raccontare 9 mesi in tre minuti, ma ci abbiamo provato.


Aspettando la primavera...

Quest'anno gli orti scolastici sono alle prese con una stagione bizzarra: quando ci chiedevamo se sarebbe mai terminato un infinito autunno siamo improvvisamente finiti nell'inverno di "The Big Snow", poi un assaggio di primavera e di nuovo il freddo... ora giorni e giorni di pioggia e il sole che sembra nascondersi proprio all'inizio della stagione più bella. Non è certo questo che ci ferma e nelle cinque scuole coinvolte nel progetto le attività sono andate avanti.

Proprio mentre autunno, inverno e primavera si divertivano ad alternarsi in modo bizzarro, nella Scuola Pascoli di Pietrasanta ci siamo dedicati alle piante da frutto. Due di esse, il ciliegio e l'albicocco già presenti, sono state oggetto di potatura, concimazione e approntamento di una protezione al piede della pianta. Il momento della potatura è stato propizio per parlare di gemme e di correttezza del rapporto tra uomo e pianta.

Altre due sono nuovi arrivi: un melo rotella e un pero passa crassana, entrambi destinati a dare frutti dopo la ripresa della scuola. Loro sono stati messi a dimora dai bambini della scuola che hanno scavato le buche a aiutato l'esperto di turno a posizionarli correttamente. Nei giorni successivi anche attorno a loro è stata posizionata una protezione che aiuterà di anno in anno ad arricchire il terreno alla base della pianta. Foglie e compost saranno di grande aiuto!
Grazie a questi nuovi arrivi il piccolo frutteto della scuola sta prendendo davvero corpo ed è destinato a dare soddisfazioni per molti anni.

In tutte le scuole, poi, si è proceduto alla piantagione delle patate. Abbiamo scelto una varietà precoce che consentirà di scoprire in che misura le patate sapranno moltiplicarsi, anche se forse non vedremo i tuberi molto ingrossati. Nelle mettere a dimora si sono privilegiate le piantagioni in contenitore dato che a fine scuola sarà più facile scovare tutte le nuove patate. Per qualche scuola, come la primaria di Strettoia, è stata un'occasione per scoprire un nuovo kit per la coltivazione fuori suolo con tanto di sub-irrigazione. Già, noi che facciamo l'orto per imparare andiamo sempre in cerca di quelle soluzioni che ci aiutano a comprendere come funzionano le piante e come l'uso intelligente della tecnica possa facilitarci nella produzione del cibo.

Alla scuola dell'infanzia dell'Africa, sempre nel comune di Pietrasanta, è nata l'idea di un gemellaggio con la vicina scuola primaria dove è già in corso un'esperienza didattica connessa all'orto. Così nell'ambito del progetto di continuità si sono incontrati i bambini della prima classe della primaria e i bimbi di 5 anni dell'infanzia per seminare insieme alcuni ortaggi utilizzando un apposito kit. Ogni piantina nascerà (incrociamo le dita!) in una compressa di torba che sarà utilizzata per il trapianto nell'orto della scuola primaria. Pomodori e lattughe sono state protagoniste insieme ai bambini.

Nell'orto della scuola di Nave, alle porte di Lucca, una volta che la neve se ne è andata i bambini hanno potuto approfittare di un giorno di sole per fare capolino tra agli e cipolle che stanno crescendo nel grande cassone utilizzato per la coltivazione e hanno utilizzato lo spazio rimasto libero per piantare le patate. Intanto nel cassone vicino le fragole cominciano a risvegliarsi dal torpore invernale e reclamano spazio, mentre la salvia è in attesa di un'energica potatura. Tutti quanti siamo in attesa di qualche novità ma... per ora non diciamo nulla!

Dove gli spazi lo consentono, abbiamo ampliato l'orticello lavorando nuovi pezzi di terreno. E' stato necessario migliorarlo con una concimazione e, già che ne abbiamo avuto la possibilità, abbiamo deciso di sperimentare una nuova pacciamatura interamente compostabile. Sarà lei a proteggere le nuove colture primaverili dalla competizione delle erbacce e ad aiutare il terreno a trattenere l'umidità quando il clima diventerà più arido.
Intanto i bambini hanno potuto riprendere in mano zappa e rastrello lanciandosi con grande volontà nella lavorazione del terreno, inclusa una certa bonifica da pietre più o meno grandi. Purtroppo, si sa, i terreni attorno alle scuole non sono sempre il massimo in termini di fertilità...

Chiudiamo con un'esperienza che è ancora in corso ma che ha già dato i primi "frutti": quella legata ai funghi.
Collegandoci ad un altro progetto abbiamo acquisito un kit per la crescita dei funghi che è stato posizionato in una stanza polivalente della Scuola Pascoli di Pietrasanta. Per meglio comprendere come funziona il kit abbiamo prima riflettuto sulla differenza tra organismi autotrofi ed eterotrofi, poi sui funghi simbionti, parassiti e saprofagi... proprio questi ultimi ci hanno dato lo spunto per aprire il kit e cominciare la "coltivazione". E' stato sufficiente mettere tutto in un ambiente caldo, spruzzare regolarmente acqua ed attendere. I primi funghi, che noi abbiamo ben distinto come corpi fruttiferi, sono già nati!










Il grano, il martello e la farina...

La scuola è ormai ripresa ma un piccolo salto indietro nel tempo ai giorni che hanno preceduto le vacanze di Natale è ancora possibile. Tempo di saluti ed auguri ma anche tempo per riflettere su quanto si è fatto. Riflettere con bambini di 3, 4 e 5 anni non sempre richiede molte parole. A volte non le richiede proprio.

Accade così che un sorriso, un abbraccio e qualche scherzo con gli attrezzi da orto mentre siamo seduti in cerchio al calduccio di un'aula siano più che sufficienti. In fondo, sottolinea qualche maestra, i bambini sono stanchi e c'è bisogno di un po' di riposo. A volte è così, altre volte...

semina del grano nell'orto scolastico
"Cosa ci facciamo col grano che abbiamo seminato?", chiede un bambino dei più grandi. "La farina", rispondiamo. "Ah, si: quella gialla", replica il bambino. "Gialla?!", si chiede la maestra. Qualcosa non quadra: per i bambini grano e mais sono la stessa cosa. E' vero che il mais si chiama anche granturco, ma non sono proprio la stessa cosa!

Queste situazioni sono quelle che ci piacciono di più: quando sembra di essere in un vicolo cieco la scuola italiana dà il meglio di sé e in un batter d'occhio ci ritroviamo a maneggiare due vassoi, due tipi di farina (di grano e di mais), una pannocchia di granturco e un pacchetto di grano. Completano la collezione un martello e qualche pezzo di legno. A cosa servono? A partire dall'esperienza dei bambini per arrivare a descrivere la produzione della farina, sebbene mimata in modo molto rudimentale.

farine a scuolaEcco cosa accade.

Si parla della pasta di sale che i bambini sono abituati a preparare con la farina di grano e si mostra la farina. Poi gli si affianca la farina di granturco, quella gialla, che a qualche bambino ricorda la polenta. Il colore è sufficiente a spiegare la differenza. Accostando la farina di granturco alle pannocchie è evidente la somiglianza del colore della farina e dei chicchi del mais. E' un po' meno evidente quella tra farina di grano e grano ma nessun bimbo pensa che la farina di grano si possa fare col granturco: i colori sono troppo diversi.
Con i bambini le domande non mancano mai e qualcuno vuole sapere come siu fa questa farina.

Entrano in scena gli strani arnesi di cui siamo dotati e a turno semi di grano e chicchi di mais finiscono su una tavoletta di legno e sono schiacciati col martello: un sistema un po' rudimentale per spiegare come si fa la farina, ma molte ben comprensibile anche ai bambini più piccoli. Inutile parlare di macine: basta parlare di qualcosa che fa il lavoro del martello. Lo fa addirittura meglio perché c'è una bella differenza tra i granuli della nostra improvvisatissima farina e quella dei pacchetti che abbiamo a disposizione.

In ogni caso, il cerchio si chiude: sappiamo che differenza c'è tra grano e mais e sappiamo cosa faremo col grano seminato in tardo autunno. Non è chiaro? Semplice: aspetteremo la sua maturazione per farne farina. Nel frattempo ci doteremo di qualche strumento più efficace...







Dall'orto della scuola alla cucina di casa... e ritorno / 1

L'orto scolastico, inteso come strumento per imparare, trae giovamento dalle interazioni con ciò che lo circonda. Una delle possibili interazioni è quella con le famiglie dei bambini che vi lavorano.

E' per questo motivo che prima della pausa natalizia abbiamo proposto ai bambini delle scuole primarie di Pietrasanta di fare una piccola indagine. Nel mese di dicembre abbiamo piantato agli e cipolle ed è venuto naturale chiedere ai ragazzi di andare alla scoperta degli usi di queste piante nelle loro famiglie. La fase di restituzione dei risultati di questa indagine è ancora in corso per due scuole, ma i bambini della scuola primaria di Strettoia hanno già avuto modo di raccontarci il risultato della ricerca.

Tra gli aspetti interessanti che sono emersi ci sono le modalità diversificate con cui è stata condotta l'indagine. Qualcuno ha parlato con il genitore che di solito cucina, qualcuno ha intervistato i nonni, altri hanno cercato un approfondimento di carattere bibliografico.

L'insieme di questi approcci ha messo in evidenza molti aspetti. Ricordiamo, per esempio, una forte propensione per l'impiego di aglio e cipolla per la preparazione di piatti a base di pesce, cosa che risulta assai ovvia considerando la vicinanza al mare della comunità in cui operiamo. In molti casi è risultato evidente l'accostamento con altre piante aromatiche utilizzate in cucina. In qualche caso sono state scritte con minuzia di particolari ricette con ingredienti e modalità di preparazione. Quasi sempre è emerso l'uso congiunto di questi due ingredienti con il nobilissimo olio locale. In questo caso non è mancata la necessità di suggerire che si tratta di "olio extravergine di oliva". Abbiamo, così, potuto riflettere sulla "confidenza" che si ha nei confronti di un prodotto di straordinaria qualità (l'olio extravergine di oliva), confidenza che porta a considerare "olio" solo quel prodotto e non altri (quindi quando si dice "olio" si intende quello e non altro!).

Non sono mancati casi in cui è stato evidenziato un rapporto assai difficile con i sapori e gli odori di questi ortaggi o, addirittura, allergie o intolleranze. La provenienza geografica delle famiglie di alcuni bambini è stata sottolineata sia dall'impiego più o meno comune di aglio e cipolla, sia dall'accostamento ad altri ortaggi ed aromi, come il peperoncino.

Di grande interesse sono risultati, poi, gli esiti delle ricerche di carattere bibliografico. Pur essendo meno vocate a creare una relazione tra esperienza nell'orto scolastico ed esperienza delle famiglie, hanno permesso di parlare di alcune caratteristiche di queste piante che sono alla base del loro impiego, come la natura antisettica di alcuni loro componenti e gli usi medicamentosi o mirati alla conservazione degli alimenti che sono stati di grande importanza in passato.

Ovviamente il diverso interesse dei singoli bambini, l'aiuto che hanno avuto dalle famiglie e le loro competenze nell'uso di vari linguaggi hanno determinato risultati molto diversi, soprattutto in termini di modalità di attivazione di un canale comunicativo dall'orto alla famiglia e da questa alla classe. I bambini più piccoli hanno privilegiato il disegno, quelli più grandi la scrittura. Qualcuno,anche grazie ad un po' di improvvisazione, ha preferito la comunicazione verbale non senza qualche sconfinamento in una certa teatralità!






Cronache da un orto scolastico

Dovendo scrivere una piccola relazione sul lavoro in svolgimento alla Scuola Primaria Pascoli di Pietrasanta (LU) è nato un testo che riutilizziamo in questo post (integralmente e senza riadattamento). E' una cronaca infarcita di riflessioni che può fornire qualche spunto interessante.

Abbiamo seminato il grano


Questa attività ha permesso di parlare ai bambini di lavorazione del terreno e preparazione del letto di semina, di utilizzare attrezzi diversi (facendo lavorare i bambini con loro grande gioia) per comprenderne le diverse funzioni e utilità, di vedere "in vivo" la nascita del seme in un contesto non eccessivamente artificiale. In modo del tutto fortunoso essa ha permesso di vedere anche altre cose. La disponibilità di due piccoli appezzamenti con caratteristiche molto diverse, la sabbia dietro la scuola e l'argilla accanto al campanile hanno consentito di avviare due piccole coltivazioni da mettere a confronto per capire come l'ambiente condiziona la vita delle piante. La presenza dei piccioni e alcuni episodi di maltempo, invece, hanno introdotto alcune difficoltà tipiche del mondo agricolo che stiamo affrontando come si può, cioè incrociando le dita per il maltempo e proteggendo la coltura con teli alla semina e con un pallone antivolatile nel ruolo di "spaventapasseri" contro i colombi. Ancora non è evidente, ma abbiamo seminato due tipi di grano: uno "antico" che crescerà più alto, l'altro "moderno" più basso. Abbiamo già riflettuto sul perché di queste differenze ma sarà a primavera che esse si renderanno evidenti. Nell'anno scolastico vedremo quasi interamente, salvo problemi, il ciclo colturale del grano, cioè di una coltura da seme. Dimenticavo: il fortunoso arrivo del grano saraceno (una pianta donata alla scuola) ci ha permesso di fare un piccolo ragionamento sull'uso delle parole. In pratica abbiamo due "grani" che hanno in comune solo l'utilizzo ma non le caratteristiche. Linguisticamente l'uso prevale sulle differenze biologiche.


Abbiamo piantato agli e cipolle


Agli da "spicchio" e cipolle da bulbo e piantina (a sua volta ottenuta per seme). In questo caso operiamo in contenitore. L'occasione è stata propizia per ragionare sul rapporto tra acqua, terra e pianta, anche grazie alla necessità di creare uno strato drenante sul fondo della vasca per evitare l'occlusione dei fori di sgrondo dell'acqua. I bambini, inoltre, hanno avuto modo di lavorare usando, secondo i casi, zappetta e pala (per bambini). La piantagione è stata tale, quindi abbiamo ragionato sulla differenza tra seme (usato nella semina) e bulbo (quest'ultimo descritto come un'insieme di foglie cicciosette [tecnicamente sono "carnose"] poste una sopra l'altra e usato per "piantare" aglio e cipolla). In particolare ho fatto notare ai bimbi che mentre il seme necessita di acqua per dare origine ad una nuova pianta, il bulbo lo è già e inizia a crescere "quando è l'ora" anche senza acqua e terra (anche nel frigorifero o nella dispensa). Altro motivo di riflessione è la differenza tra aglio e cipolla. Ai bimbi l'ho presentata così: nel caso dell'aglio da ogni spicchio otteniamo un "capo d'aglio" con molti spicchi (li abbiamo contati smontando un capo con ogni classe - ai bimbi più grandi ho parlato di "moltiplicazione degli spicchi per un fattore variabile"), nel caso della cipolla da un singolo bulbo otteniamo un bulbo più grande (ai bimbi più grandi ho parlato di "moltiplicazione del peso per un fattore variabile"). Infine, presentando le piantine di cipolla, ho accennato al fatto che queste piante si possono anche seminare ma che anche chi ha seminato le cipolle che abbiamo piantato, pur lavorando in condizioni ottimali, non sono nate tutte le piante. Quindi la semina a volte è un'operazione difficile. Con alcune classi (forse tutte?!) ho utilizzato i bulbi o le foglie delle cipolle per un piccolo esperimento sensoriale. Abbiamo annusato e ci siamo chiesti se fosse un puzzo o un profumo. Come al solito, ogni classe si è divisa in due gruppi secondo il classico schema "puzzo vs profumo" che si è verfiicato anche lo scorso anno con la ruta. Abbiamo sottolineato che c'è un elemento oggettivo, la cipolla ha un odore, e uno soggettivo, il puzzo/profumo. Ancora una volta è saltato fuori Geronimo Stilton e allora Vi segnalo una cosa che ho scritto qualche mese fa: http://www.scribd.com/doc/104974868/La-guida-e-la-realta-inversa-riflessioni-sul-ruolo-educativo-della-Guida-alla-luce-di-un-episodio-accaduto-in-un-orto-scolastico. Infine, il compito assegnato: fare una piccola indagine per scoprire cosa si fa con aglio e cipolla nelle famiglie dei bimbi. Penso che potranno venirne fuori cose interessanti, sia per la presenza di famiglie di origine non locale, sia perché tra genitori ristoratori e giornalisti potrebbe arrivare qualche storia interessante.




E come erba, A come anaconda

erba o grano?
Erba o grano?
"E' nata l'erba!"... più o meno è questa l'esclamazione dei bambini di fronte a quel minuscolo pezzo di terra in cui abbiamo seminato il grano. E' minuscolo perché ricavato in spazi ristretti e terreni tutt'altro che vocati all'agricoltura, cioè quelli attorno alla scuola. A quanto pare è MAIUSCOLO dal punto di vista didattico perché l'espressione dei bambini (ma nella trappola a volte cade anche qualche insegnante) mette in evidenza l'importanza dell'orto scolastico, anche quando è ridotto ad una coltivazione in un piccolo contenitore, anche solo un vaso. La coltivazione fatta a scuola rende i bambini protagonisti di un libro che si scrive giorno per giorno. E' un libro in cui si mettono a confronto due mondi, quello del "vivere urbano" e quello della vita tra i campi che per secoli ha caratterizzato la vita di molte nostre famiglie. Un libro che una volta scritto possiamo rileggere per consolidare alcuni saperi consapevoli.

coltivazione didattica in contenitori
Coltivazione didattica in contenitori
Andiamo per ordine.

E' normale che i bambini confondano il grano con l'erba. Lo è dal punto di vista botanico perché la maggior parte delle piante che chiamiamo "erba" sono graminacee e il grano è una graminacea, per di più affine proprio a quelle avene e orzi che crescono spontanei negli incolti che noi sfalciamo e a quelle poe, lolium e festuche che seminiamo nei prati. Lo è anche dal punto di vista del percepito urbano perché il grano seminato da pochi giorni sembra davvero il nostro malandato prato quando in primavera comincia a crescere e non abbiamo tempo per tagliarlo

E' un po' meno normale che i bambini non sappiano che il grano è un'erba come le altre e che lo riconoscano (non sempre) quando ha le spighe ma non altri momenti. E' un po' meno normale perché non stiamo parlando di una rara specie esotica di recente importazione ma della pianta che da millenni ci sfama. Qui si evidenzia il distacco del mondo urbano da ciò che gli consente di vivere. In definitiva conosciamo quasi tutto ciò che compriamo ma ben poco di ciò che serve per fabbricarlo o la sua forma in momenti diversi dall'acquisto. Del resto molti bimbi riconoscono la farina e tutti riconoscono i biscotti o la pasta ma pochi di loro sanno che si fanno col grano e che il grano all'inizio del proprio ciclo vitale assomiglia all'erba.

Il ciclo del grano: dal "pezzo di carta" alla realtà
Il ciclo del grano: dal "pezzo di carta" alla realtà
Torniamo, però, a quel minuscolo appezzamento di terreno e ai motivi che lo rendono "maiuscolo". Il grano seminato a scuola, magari vicino all'ingresso o in un cortile dove i bambini passano o passano un po' del loro tempo quasi tutti i giorni è un grano "sotto osservazione". Non è possibile che non si rendano conto della sua nascita, della crescita e dei cambiamenti. Questo permette loro di apprendere, anche in momenti diversi da quelli di vera e propria attività didattica, l'evoluzione della pianta del grano da erba a pianta munita di spiga. E' un apprendimento consapevole, non mnemonico o finalizzato a rispondere correttamente alla domanda della maestra. E' un apprendimento che dà certezze "perché l'ho visto con i miei occhi". Come si fa ad avere dubbi su ciò che accade al grano quando si è partecipato alla lavorazione del terreno e alla semina e si è seguito giorno per giorno il suo sviluppo?

Dopo la semina il grano va protetto dalla colonia di piccioni
Dopo la semina il grano va protetto dalla colonia di piccioni
Sempre il grano, presenza davvero atipica per un orto (ma negli orti scolastici si impara e il grano serve per imparare), ci porta alla seconda anomalia da segnalare in questo novembre. In una scuola, infatti, al momento della semina è parso chiaro che c'era un problema: attorno al cortile gravita una colonia di piccioni (i colombi urbani) che vede nel terreno seminato una vera e propria dispensa. Al momento della semina abbiamo pensato di proteggere tutto con alcuni teli di tessuto-non-tessuto e con un fantastico spaventapasseri. Diciamolo subito: il tessuto-non-tessuto è un omaggio del nostro sponsor, ma lo spaventapasseri è comparso come per miracolo da una stanza della scuola in cui veniva custodito in quanto attore in ben altri momenti di studio. Purtroppo, lo spaventapasseri non ha avuto vita facile. Pochi giorni dopo la semina è stato letteralmente abbattuto da un forte temporale e col suo movimento si sono alzati anche i teli di protezione. Il risultato è che la protezione è venuta meno e alcuni piccioni hanno banchettato con i semi di grano. Proprio per risolvere questo problema, abbiamo aggiunto un pallone antivolatile che speriamo possa esercitare una protezione maggiore, anche quando dovremo rimuovere i teli protettivi scalzati dalla spinta delle piantine in piena crescita.
Il pallone con gli occhi di anaconda
Il pallone con gli occhi di anaconda
L'arrivo del pallone ha scatenato molte ipotesi circa la sua funzione e il suo funzionamento. Molte di esse erano fantasiose e infondate ma tutte sono state soppiantate da una breve spiegazione. "Il pallone è appeso ad un filo e si muove continuamente. Le grandi macchie colorate imitano l'occhio di un predatore, cioè di un animale che potrebbe voler mangiare il piccione...", spiega l'educatore di turno quando viene interrotto da un bambino. "L'anaconda!", grida lo studente di turno. "Beh, forse un falco o un'aquila", replica l'educatore. Qualche bambino allunga la lista e, per fortuna, non saltano fuori leoni e tigri.

Quell'anaconda, però, lascia il segno. Perché il primo predatore che viene in mente ad un bambino è un serpente lungo due metri e mezzo, del peso di 200 chilogrammi e residente in America? Questa domanda merita una risposta. Quel suo sapere "esotico" deriva da un cartone animato o un fumetto? Oppure da un qualche documentario sensazionalistico in cui il Bear Grylls di turno vive una qualche straordinaria avventura lontana anni luce dalla nostra esperienza quotidiana? Potrebbe anche essere il personaggio di una storia letta a scuola o su un libro (fortunatamente) ricevuto in regalo per il compleanno. Potrebbe essere tutto questo oppure molto altro. Un dubbio affiora: se i bambini conoscessero gli animali che vivono nei nostri ambienti forse non ci sarebbe bisogno di scomodare quelli esotici per dare un nome ad un predatore. Leoni, tigri, coccodrilli e cobra sono sicuramente presenti nell'immaginario naturalistico dei nostri bambini ma falchi, gheppi, civette, volpi e faine sono spesso dei perfetti sconosciuti.

Ecco che una manciata di semi di grano lanciati in un orto scolastico forniscono uno spunto per chi insegna e per i genitori: facciamo conoscere ai bambini anche i nostri animali. E non solo quelli selvatici...

Se un orto va a scuola...

Ci avviciniamo alla fine dell'anno scolastico e le scuole primarie stanno per chiudere i battenti. In attesa del momento conclusivo dell'esperienza condotta nelle scuole di Pietrasanta, ci piace l'idea di raccontare cosa è successo in questi ultimi giorni.

Si coltiva per imparare...
Non dobbiamo dimenticare che l'orto scolastico è, prima di tutto, un luogo in cui si impara e che sbagliando si impara. Accade così che negli orti scolastici, a differenza di ciò che accade in quelli "domestici", gli errori siano voluti. Sbagliare è un modo per capire le conseguenze degli errori e le motivazioni di regole colturali normalmente rispettate dagli orticoltori.

Un raccolto non esaltante ma pieno di saperi

Proprio qualche giorno fa abbiamo raccolto i ravanelli ma... il raccolto non è stato di grande soddisfazione e a malapena ha consentito un assaggio ad alcune classi, sia alla scuola Pascoli di Pietrasanta, sia alla scuola Forli di Vallecchia. Erano settimane che si ripeteva che il numero di semi distribuiti era eccessivo e che il diradamento avrebbe dovuto essere più "cattivo". La concorrenza per la luce e la fertilità del terriccio usato hanno spinto le piante verso la fioritura e molti ravanelli sono rimasti decisamente piccoli. L'occasione ci ha permesso di riflettere ancora una volta sull'errore commesso e tutti hanno convenuto sul fatto che rispettare qualche semplice regola poteva solo migliorare il risultato. A quanto pare non abbiamo lavorato solo su temi strettamente orticoli....

Il trapianto delle "stringhe"
Un altro momento importante è stato quello del trapianto dei fagiolini (le mitiche "stringhe"). Si tratta di piante nate in una compressa di terriccio e vissute per alcune settimane in aula. L'uso della compressa di terriccio agevola il trapianto ma il passaggio diretto da un'aula luminosa all'esterno, con l'illuminazione diretta del sole, è un possibile fattore di stress. Ecco che in poche ore si è potuta notare la differenza tra le piante che abbiamo protetto temporaneamente con un telo e quelle lasciate in pieno sole: le prime hanno iniziato a crescere senza problemi, le seconde hanno riportato ustioni fogliari. Dall'evidenza del danno arriva un altro suggerimento: se non c'è una fase di "acclimatazione", per esempio all'esterno ma non in pieno sole, si richiano danni. Quando l'acclimatazione non può precedere il trapianto un ombreggiamento temporaneo è sufficiente a limitare i danni. Una bella lezione anche questa!

Il momento dell'assaggio...
Intanto nell'orto della Scuola Pascoli le zucchine hanno dato i primi frutti (e fiori) e le lattughe sono arrivate all'epoca di raccolta. Del resto la loro vicinanza con le zucche era diventata ormai un fattore critico. Così si è proceduro al raccolto e, dopo un buon lavaggio, i bambini hanno sperimentato il sapore dell'insalata "al naturale". L'occasione è stata propizia per riflettere sul valore e sul significato del condimento, senza tralasciare l'importanza di un buon olio extravergine di oliva (a km zero!) nell'assorbimento di alcune vitamine. La stessa sorte è toccata alle lattughe della Scuola Forli di Pietrasanta.

L'ecosistema diventa più complesso..
In entrambi i casi abbiamo scoperto che i nostri orti, pur giovani e in contenitore, sono un vero ecosistema che nel tempo si arricchisce di vari ospiti: forficole, limacce, lumache, afidi... Nessun timore: la lotta chimica non ci è passata nemmeno per la testa... ci siamo limitati a spostare questi animaletti in zone incolte attorno alla scuola e a riflettere sui metodi di lotta biologica. Grazie ai ricordi derivanti dalla lettura de "Il Piccolo Principe" (e al suo colloquio col fiore prima di abbandonare il pianeta d'origine), abbiamo potuto introdurre il concetto di lotta guidata... del resto dobbiamo "pur sopportare qualche bruco se vogliamo conoscere le farfalle, sembra che siano così belle".