domenica 24 aprile 2016

Labirinti, angoletti e "spin off"

Foto presa in prestito dal sito "Piccola Penna"
Lucca, la città da cui è iniziata l'avventura che da anni viene raccontata tramite questo blog, è una splendida città d'arte dalla ricca storia. Il suo duomo ospita una statua lignea del Cristo nota col nome di "Volto Santo" che per secoli è stata oggetto di pellegrinaggio da parte di chi percorreva la Via Francigena in direzione di Roma. Proprio al passaggio dei pellegrini sembra essere legata la presenza di un labirinto inciso su una delle colonne della cattedrale. Il labirinto è integro, salvo una scalfitura che da alcuni è attribuita ad un'unghiata del diavolo. Qualunque sia il significato del labirinto (si veda in proposito il sito di "piccola penna"), esso ha un grande valore simbolico ed è stato d'ispirazione quando abbiamo deciso di creare un settore speciale dell'orto scolastico della "The bilingual school of Lucca". Quel settore accoglierà piante capaci di stimolare i sensi e avrà la forma di un labirinto. Anzi, già è così, sebbene sia ancora in fase di realizzazione.

Tutto è iniziato con una passeggiata per la città che ci ha portati proprio davanti al duomo per osservare il labirinto. Subito dopo è iniziata la progettazione del labirinto dell'orto scolastico. Noti i dati geometrici di riferimento, sostanzialmente imposti dalle dimensioni dello spazio disponibile e dalla necessità di sviluppare in esso sia spazi in cui camminare, sia delle strisce di terreno in cui posizionare piante arbustive ed erbacee, i bambini hanno elaborato progetti individuali restituiti tramite un disegno. In parallelo si è proceduto al tracciamento dei cerchi su cui avrebbe dovuto essere impostato il labirinto. Sulla base delle suggestioni lanciate dai bambini si è passati alla lavorazione del terreno per avere un vero e proprio labirinto coltivabile.

Tale lavorazione, pur iniziata con i bambini, è stata svolta durante le vacanze di Pasqua così da far trovare il labirinto pronto per le piantagioni al rientro a scuola. La lavorazione è stata svolta manualmente e ha consentito di sagomare il terreno rialzandolo un po' rispetto al prato originario, cosa che metterà alcune piante al sicuro dai ristagni d'acqua che non mancano nei periodi piovosi.
Come testimoniato dalle immagini, la costruzione del labirinto è stata anche un'occasione per studiare geometria, introducendo il raggio e il diametro, e per inventare un compasso capace di tracciare un cerchio del diametro di sei metri, oltre che di utilizzare un sistema di tracciamento di linee a terra adeguato alla situazione (abbiamo usato polvere di gesso).

Completata la preparazione del labirinto  è finalmente iniziata la fase di piantagione. Per il momento il labirinto ospita soprattutto bulbi, per lo più portati direttamente dai bambini, alcune piante aromatiche (salvia, rosmarino, timi, salvia ananas, santolina, elicriso, ecc.) e qualche fragola. Il centro del labirinto è stato simbolicamente seminato con un mais ottofile marchigiano e con girasole. Lo spazio per piantare è ancora molto e l'avventura del labirinto può ben dirsi "work - in - progress".
Nonostante questo è già molto chiaro che le cose più importanti che sono state seminate si chiamano cooperazione e condivisione.

Come scritto in apertura, Lucca è stata il luogo di partenza della storia raccontata in questo blog. Una storia che si tinge d'orto, ma che spesso lo reinterpreta per favorirne la capacità di fornire alla scuola e ai servizi educativi opportunità in linea con la loro mission. Il fare orticoltura didattica ha assunto una declinazione assai particolare nei nidi d'infanzia del Comune di Quarrata (PT) dove  è stata inserita nelle attività del PEZ - progetto educativo zonale - rivolte ai bimbi della fascia 0-3 anni. In questo contesto l'orto è stato trasformato in esperienza manuale e sensoriale e, a seconda delle opportunità offerta dai singoli contesti, ha dato luogo alla coltivazione di ortaggi e piante aromatiche in piena terra, alla piantumazione di alberi da frutto, alla nascita di orti in cassetta e allo svolgimento di laboratori con i genitori dei bambini. In quest'ultimo caso si svolgono semine in vari tipi di contenitori che vengono poi portati a casa e lì cresceranno con la cura attenta dei bambini. 

Tra queste cose se ne è inserita una chea ha assunto particolare importanza. Si tratta della nascita di un piccolo angolo destinato a raccogliere le piante portate al nido dai bambini della cui cura si faranno man mano carico le famiglie. L'angolo in questione è una porzione di prato di difficile gestione proprio per la peculiare forma geometrica. Esso è stato vangato ed è diventato le scenario di lancio di un invito alle famiglie, cioè quello a piantare o seminare qualcosa.
L'invito è stato rafforzato in occasione di due laboratori di orticoltura rivolti ai bambini con le rispettive famiglie e il successo è stato notevole: non solo sono arrivate molte piante, ma le persone sono state capaci di cooperare per la messa a dimora delle stesse.

Il risultato è che un angoletto anonimo e problematico è divenuto un luogo di cura e osservazione, anche grazie al posizionamento sul posto di alcune panchine e alla disponibilità di un annaffiatoio.
Inutile dire che questo è solo un inizio e che ci vorrà un po' di tempo per capire se il messaggio lanciato si trasformerà in buona pratica, però il tentativo è in corso e vuole essere uno stimolo per chiunque voglia rendere più attraente il fuori di un nido determinando, al contempo, forme virtuose di coinvolgimento delle famiglie.

Per rimanere in tema di messaggi forti, chiudiamo segnalando che forme di coinvolgimento e partecipazione sono già in essere e dovranno svilupparsi sempre più in un'iniziativa che nasce da quella degli orti scolastici e che emula il tentativo ben riuscito dell'Orto del Giardino della Lumaca di Pietrasanta (LU). Si tratta de "La comunità dell'orto", il progetto che mira a far nascere un community garden a Lucca. Le associazioni "Ecoland - educazione e natura" e "Quartiere San Concordio" hanno, infatti, ottenuto in concessione dal Comune di Lucca un parco pubblico e stanno avviando il percorso che porterà alla nascita del community garden. Tra i principali promotori dell'idea figura chi sta scrivendo ma, ancora una volta, il risultato più importante sembra essere la volontà di fare cose insieme stimolando il senso di comunità che troppo spesso si è affievolito. Ancora una volta si semina e si rimane in attesa di quel che sarà. Intanto il nostro progetto di orticoltura didattica, dopo quello dell'Orto della Lumaca, festeggia questo secondo "spin - off".