lunedì 4 giugno 2012

Se un orto va a scuola...

Ci avviciniamo alla fine dell'anno scolastico e le scuole primarie stanno per chiudere i battenti. In attesa del momento conclusivo dell'esperienza condotta nelle scuole di Pietrasanta, ci piace l'idea di raccontare cosa è successo in questi ultimi giorni.

Si coltiva per imparare...
Non dobbiamo dimenticare che l'orto scolastico è, prima di tutto, un luogo in cui si impara e che sbagliando si impara. Accade così che negli orti scolastici, a differenza di ciò che accade in quelli "domestici", gli errori siano voluti. Sbagliare è un modo per capire le conseguenze degli errori e le motivazioni di regole colturali normalmente rispettate dagli orticoltori.

Un raccolto non esaltante ma pieno di saperi

Proprio qualche giorno fa abbiamo raccolto i ravanelli ma... il raccolto non è stato di grande soddisfazione e a malapena ha consentito un assaggio ad alcune classi, sia alla scuola Pascoli di Pietrasanta, sia alla scuola Forli di Vallecchia. Erano settimane che si ripeteva che il numero di semi distribuiti era eccessivo e che il diradamento avrebbe dovuto essere più "cattivo". La concorrenza per la luce e la fertilità del terriccio usato hanno spinto le piante verso la fioritura e molti ravanelli sono rimasti decisamente piccoli. L'occasione ci ha permesso di riflettere ancora una volta sull'errore commesso e tutti hanno convenuto sul fatto che rispettare qualche semplice regola poteva solo migliorare il risultato. A quanto pare non abbiamo lavorato solo su temi strettamente orticoli....

Il trapianto delle "stringhe"
Un altro momento importante è stato quello del trapianto dei fagiolini (le mitiche "stringhe"). Si tratta di piante nate in una compressa di terriccio e vissute per alcune settimane in aula. L'uso della compressa di terriccio agevola il trapianto ma il passaggio diretto da un'aula luminosa all'esterno, con l'illuminazione diretta del sole, è un possibile fattore di stress. Ecco che in poche ore si è potuta notare la differenza tra le piante che abbiamo protetto temporaneamente con un telo e quelle lasciate in pieno sole: le prime hanno iniziato a crescere senza problemi, le seconde hanno riportato ustioni fogliari. Dall'evidenza del danno arriva un altro suggerimento: se non c'è una fase di "acclimatazione", per esempio all'esterno ma non in pieno sole, si richiano danni. Quando l'acclimatazione non può precedere il trapianto un ombreggiamento temporaneo è sufficiente a limitare i danni. Una bella lezione anche questa!

Il momento dell'assaggio...
Intanto nell'orto della Scuola Pascoli le zucchine hanno dato i primi frutti (e fiori) e le lattughe sono arrivate all'epoca di raccolta. Del resto la loro vicinanza con le zucche era diventata ormai un fattore critico. Così si è proceduro al raccolto e, dopo un buon lavaggio, i bambini hanno sperimentato il sapore dell'insalata "al naturale". L'occasione è stata propizia per riflettere sul valore e sul significato del condimento, senza tralasciare l'importanza di un buon olio extravergine di oliva (a km zero!) nell'assorbimento di alcune vitamine. La stessa sorte è toccata alle lattughe della Scuola Forli di Pietrasanta.

L'ecosistema diventa più complesso..
In entrambi i casi abbiamo scoperto che i nostri orti, pur giovani e in contenitore, sono un vero ecosistema che nel tempo si arricchisce di vari ospiti: forficole, limacce, lumache, afidi... Nessun timore: la lotta chimica non ci è passata nemmeno per la testa... ci siamo limitati a spostare questi animaletti in zone incolte attorno alla scuola e a riflettere sui metodi di lotta biologica. Grazie ai ricordi derivanti dalla lettura de "Il Piccolo Principe" (e al suo colloquio col fiore prima di abbandonare il pianeta d'origine), abbiamo potuto introdurre il concetto di lotta guidata... del resto dobbiamo "pur sopportare qualche bruco se vogliamo conoscere le farfalle, sembra che siano così belle".