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Dall'orto al filare virtuale... passando per il frottage

L'esperienza da cui è nato questo blog ha preso il via nella Scuola dell'Infanzia di Nave, alle porte di Lucca. E' lì che dal 2008 vive e cresce un orto scolastico che è, al contempo, luogo di apprendimento e vero e proprio laboratorio di sperimentazione. E' anche un luogo speciale nel quale, tra le mille difficoltà proprie della scuola e delle esperienze di orticoltura didattica a scuola, si cerca di coniugare una buona e semplice tecnologia moderna, un modo originale di fare didattica e la tradizione agricola locale.
Proprio nel segno di quest'ultima un paio di anni fa sono state piantate delle viti, tipico elemento della campagna lucchese e un tempo immancabile presenza al bordo dei campi coltivati. Un'eccessiva prossimità alla strada, che ha stimolato qualche assaggio clandestino, e un modesto successo produttivo ci hanno impedito di realizzare il primo raccolto d'uva all'inizio di questo anno scolastico.
Una delle caratteristiche che contraddistingue questa esperienza è, però, la forte connessione tra ciò che accade nell'orto e ciò che accade in aula o, per meglio dire, nell'attività didattica ordinaria. Questo scambio quasi osmotico tra l'orto e la vita scolastica va in scena fin dal primo anno di lavoro ed è il punto di forza di tutto quanto è accaduto in questi anni. Per questo motivo vale la pena di raccontare cosa è successo dopo che nei giorni scorsi i bambini e le insegnanti sono uscite nell'orto con l'esperto esterno che cura il progetto, cioè chi scrive questo articolo.

L'attività svolta è stata piuttosto articolata e complessa. Le due sezioni che hanno partecipato hanno fatto una prima visita al filare di viti dove si è parlato, tra l'altro, di tralci e viticci e si è proceduto a misurare il grande accrescimento delle viti durante l'ultima stagione vegetativa. Ah, naturalmente l'unità di misura è stata scelta in modo da renderla il più possibile "a portata di bambino": abbiamo scelto il "passo dell'adulto" sfruttando come strumento di misura le gambe dell'esperto. Il tralcio dall'accrescimento record si è allungato di ben 6 passi! A seguire sono stati raccolti i fagioli, le melanzane, gli ultimi pomodori e qualche peperone. Ne abbiamo approfittato anche per sgranare i ceci di cui era stata raccolta la pianta intera qualche settimana fa. Il lavoro nell'orto è finito a questo punto, ma...

Qualche giorno fa l'esperto, che è anche il papà di un bimbo della scuola, ha potuto raccogliere un prodotto dell'attività nell'orto molto più importante dell'uva, cioè quello nato dal lavoro di bambini e insegnanti che, utilizzando varie tecniche, hanno riprodotto il tralcio della vite. Proviamo a capire cosa è successo con qualche immagine.

Prima di tutto le maestre hanno tracciato su un cartoncino la forma di un tralcio. E' lungo questa traccia che i bambini hanno spalmato della colla e, dopo aver manipolato della carta igienica costruendo tanti piccoli rotolini, li hanno posizionati sopra la traccia stessa. In questo modo è stata costruita la struttura del tralcio. Successivamente il tralcio è stato colorato con la tempera tamponando la carta con dei pennelli. La scelta del materiale non poteva essere più opportuna, essendo la carta igienica capace di riprodurre i "segmenti" (o internodi) di cui si compone un vero tralcio.



Prima di far disegnare i viticci, le maestre hanno utilizzato la "lavagna magica" che ha permesso ai bambini di esercitarsi in un compito tutt'altro che facile. L'occasione è stata propizia per abbinare l'osservazione diretta dei viticci di un tralcio portato in aula con un momento di pregrafismo e di contatto con due materiali: la farina di grano e quella di mais. Terminato questo esercizio i bambini hanno finalmente tracciato le sinuose forme dei viticci sul cartoncino utilizzando dei comuni pennarelli.

Le foglie delle viti (o pampini) sono state realizzate con la tecnica del frottage, cioè sovrapponendo un foglio di carta alla vite e sfregando il tutto con i pastelli a cera. Il risultato visivo è stato la comparsa della sagoma delle foglie e delle nervature di vario ordine sulla carta. In questo modo la foglia è stata riprodotta con grande fedeltà rispetto alla realtà e si è aggiunta una ulteriore forma di manipolazione al lavoro svolto dai bambini.

Le foglie sono state quindi ritagliate e incollate sul cartoncino sul quale in precedenza era stato incollato il tralcio e disegnato il viticcio.



Infine, il cartoncino utilizzato come base per il lavoro è stato ritagliato per lasciare solo il tralcio, i viticci e le foglie e il lavoro dei bambini è confluito a formare un vero e proprio "filare virtuale" su una parete del corridoio d'ingresso della scuola.

Chi conosce i bambini della scuola dell'infanzia potrà obiettare che non tutti sono in grado di compiere le operazioni fin qui descritte e ha perfettamente ragione. Il lavoro appena descritto è stato svolto dai più grandi, cioè dalla sezione dei 5 anni. I bimbi di 4 anni hanno svolto un lavoro analogo con tecniche diverse. Per esempio, i viticci sono stati realizzati utilizzando un pasta modellabile tipo dido'. I bimbi di 3 anni, che sono ancora in una fase di ambientamento nella scuola non hanno partecipato alle attività nell'orto, come da sempre accade con i più piccoli.

Nel suo insieme questa esperienza presenta numerosi punti di interesse.

Prima di tutto la continuità tra il lavoro svolto nell'orto in più anni (i bambini di 5 anni hanno piantato materialmente le viti due anni fa), le più recenti osservazioni e il lavoro svolto in aula. Questo fatto è di straordinaria importanza per evitare che agli occhi dei bambini il lavoro svolto nell'orto possa apparire un'attività disgiunta dalle altre o, addirittura, una sorta di "hobby scolastico".

Il secondo punto di interesse è frutto del legame diretto tra una realtà vissuta dai bambini e il lavoro di rappresentazione svolto in aula. E' evidente a chiunque che lo stesso lavoro si sarebbe potuto fare osservando materiale portato a scuola e, in definitiva, con qualsiasi materiale. In questo caso, invece, i bambini hanno lavorato su parti di pianta nate e cresciute sotto i loro occhi e anche grazie al loro lavoro.

Altro aspetto importante è che le varie tecniche utilizzate nel lavoro in classe hanno stimolato in modi e momenti diversi tanto i sensi quanto le abilità manipolatorie dei bambini partendo da materiale vegetale fresco.

Infine, la realizzazione del "filare virtuale" esposto nel corridoio nel quale accedono i familiari quando portano e riprendono i bambini ha inviato alle famiglie un importante messaggio di valorizzazione dell'esperienza di orticoltura didattica come attività che trova nell'orto uno strumento e non il fine.

Se vogliamo aggiungere qualcosa, di certo qualcosa di molto importante, questo tipo di approccio dimostra come il coinvolgimento motivato delle insegnanti sia determinante nel qualificare l'esperienza connessa all'orto e che questa possa e debba essere frutto di un lavoro di equipe in cui sono in gioco numerose professionalità.





6 consigli per l'orto del nuovo anno scolastico

Gli orti scolastici sono sempre più al centro dell'attenzione e dell'interesse. Proprio per questo motivo l'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere un momento di "buoni propositi" destinato a scontrarsi con una realtà, quella dell'orto, che non sempre si evolve come vogliamo. E' per questo che abbiamo deciso di formulare 6 consigli rivolti a chi sta per imbarcarsi in questa bella avventura. A qualcuno sembrerà di aver già letto queste parole ed è vero: rilanciamo, infatti, i consigli dello scorso anno aggiungendone uno.

Il primo consiglio - L'orto scolastico è un orto didattico che nasce all'interno della scuola. La sua funzione prevalente, quindi, è quella di spazio/luogo in cui la scuola assolve al proprio compito di insegnare (forse anche di educare?). L'orto non ha bisogno di essere bello o conforme ai canoni agronomici del momento. L'orto scolastico è un laboratorio in cui si apprende, talora facendo degli errori finalizzati alla comprensione di fenomeni, regole e tecniche. Il consiglio? Lasciate perdere l'estetica, sovvertite le regole e sperimentate.

Il secondo consiglio - Nessun orto è un luogo in cui le cose accadono per caso. Gli orti sono un progetto che prende forma. L'orto domestico nasce dai nostri fabbisogni in cucina, cioè vi coltiviamo gli ortaggi che intendiamo utilizzare in cucina. La stessa regola vale per l'orto scolastico, solo che gli obiettivi sono ben diversi dal rifornire una mensa (ma non si sa mai!). L'orto scolastico è un laboratorio per le menti, per i comportamenti, per l'apprendimento. Il consiglio? Progettate l'orto sulla base degli obiettivi didattici ed educativi che nascono da un confronto tra i suoi attori (bambini/ragazzi, insegnanti, educatori, esperti, ecc.).

Il terzo consiglio - Paolo Pejrone ha scritto "In giardino non si è mai soli". Nell'orto questo è ancora più vero. E tra i possibili compagni di avventura ci sono i parassiti e le malattie delle piante. Ciò che desta preoccupazione nell'agricoltura svolta su scala territoriale e determina la necessità di effettuare trattamenti antiparassitari nella scuola è una ghiottissima occasione di apprendimento. Lo è per conoscere le interazioni tra gli organismi di un agro-ecosistema e per scoprire modi nuovi e più sostenibili di fare agricoltura. Il consiglio? Cogliete l'occasione per osservare cosa accade nell'orto quando arrivano malattie e parassiti e, quando sarà l'ora di intervenire, fatelo secondo i canoni dell'agricoltura biologica.

Il quarto consiglio - L'orto, a differenza della palestra o della scuola stessa, rinasce ogni anno, di solito più volte l'anno. Questo offre immense possibilità di scoperta. L'inizio della scuola può corrispondere al momento in cui si tolgono le piante estive, magari sopravvissute grazie al lavoro di qualche collaboratore o dei bambini che hanno accesso alla scuola in estate. Questo momento consente di scoprire come sono fatte le piante, che forma hanno le loro radici, quanta terra sono in grado di trattenere, gli odori della terra e così via. Terminata questa operazione si metteranno a dimora piante nuove e sarà una sorta di rinascita o, almeno, di metamorfosi. Il consiglio? Cogliete questo momento per sottolineare il lavoro fatto insieme e la rinascita di qualcosa che è di tutti, di un vero bene collettivo.

Il quinto consiglio - L'orto è frutto di un progetto, ma non esiste un progetto migliore degli altri o adatto per tutti. L'orto scolastico richiede, poi, un'abilità speciale: quella di cogliere al volo l'occasione per rimodellare la didattica in base a ciò che accade. L'imprevisto è spesso portatore di spunti più interessati di quello che abbiamo programmato. Il consiglio?Tenetevi la libertà di cambiare programmi, di cogliere spunti e di seguire quello che l'orto sa darvi sorprendendovi.


Il sesto consiglio - L'orto a scuola non è una novità e in passato molti, in molti luoghi e in molti modi, si sono dedicati a questa avventura. Alcuni casi di successo e, soprattutto, l'esperienza che ha ispirato questo blog e il sito www.ortiscolastici.it si sono raccontati in un libro dal quale si possono attingere molti input. Il consiglio? Leggete la recensionescritta dalla Dirigente Scolastica Maria De Biase (si, quella dell'ecomerenda a scuola) e poi procuratevi il libro "L'orto delle meraviglie" , vero scrigno di esperienze di orticoltura didattica a scuola.


E ora buon lavoro!

L'Orto delle Meraviglie esiste

La prima volta che ce ne hanno parlato è entrato direttamente nell'alone della leggenda. E' questo lo spazio degno di ospitare i racconti legati ad un orto di quasi duemila metri quadrati nel quale più classi di un istituto comprensivo scolastico si alternano al lavoro. 

Ci sono voluti mesi prima di assistere ad una presentazione svolta da due figure fondamentali per l'Orto Scolastico di Pergola, in provincia di Pesaro-Urbino: Angelo, il dirigente scolastico dell'istituto, e Paolo, un agricoltore molto speciale che plasma la terra marchigiana, con la complicità di un video realizzato qualche anno prima, hanno regalato un pomeriggio memorabile ai partecipanti a "OrtoIncontro", un corso di formazione organizzato dalla Regione Marche. Memorabile perché è stata l'occasione per vedere le immagini della vita di questo orto, ma anche perché i due hanno inscenato un siparietto capace di mettere insieme divertimento, ilarità e cose molto serie, come l'educazione dei bambini e il futuro. Fantastico lo sketch iniziale, involontario ma evocativo di ciò che sarebbe seguito: Angelo si presenta come dirigente scolastico figlio di contadini e Paolo lo interrompe dicendo "Angelo, tu lo sai, ma loro no, quindi dobbiamo dirglielo: io sono un contadino figlio di una maestra". Forse è questa una delle chiavi del successo di un orto scolastico che, come più volte abbiamo ripetuto, fa cose meritevoli senza quasi dargli l'importanza necessaria, almeno sul piano mediatico. Qualche giorno dopo ci siamo ritrovati a risalire la vallata che porta a Pergola in compagnia di un manipolo di persone che guardano al futuro (proprio e degli altri) e credono che un orto possa essere lo scenario giusto per costruire nuovi percorsi di sviluppo. 

L'accoglienza all'istituto comprensivo di Pergola è stata meravigliosa: un sorriso da tutti per tutti e, sopratutto, la chiara evidenza che l'orto scolastico sia un bene comune, uno spazio in cui si valorizzano le funzioni dell'istituzione Scuola (si, quella con la S maiuscola). Maestre e professori che si alternano a raccontarci come l'orto sia un laboratorio che supporta la didattica ordinaria in tutte le aree disciplinari, bambini e ragazzi orgogliosi di un patrimonio che li aiuta a crescere, un contadino straordinario (Paolo) che ha reso le insegnanti pressoché autonome nella gestione ordinaria dell'orto, il cuoco della mensa interna che ci spiega come usa i prodotti dell'orto e molto altro. 

Ma un orto vive della terra, ha una sua storia e degli attori. La terra è arrivata quasi per sbaglio quando un progetto di orti sociali è fallito e il Comune di Pergola ha deciso di dare quello spazio in uso alla scuola. Nella scuola un contadino illuminato stava curando un piccolo orto ed è parso del tutto naturale evolvere in qualcosa di più grande. Angelo, il dirigente, e tutti gli insegnanti hanno colto al balzo un'occasione più unica che rara ed è nato quello che mi piace chiamare, riprendendo il titolo di un progetto a noi caro, "l'Orto delle Meraviglie". Le meraviglie sono bambini e ragazzi che nel giorno della nostra visita si alternano al lavoro nell'orto. I più piccoli con competenza ed entusiasmo raccolgono le fave che più tardi mangeremo a mensa, i più grandi tagliano il foraggio con la "falciana" (quella grande falce che i più conoscono come terribile arma della morte quando viene illustrata in storie e fumetti) e la affilano battendola. 

Non è una recita ben preparata: lo si capisce dalla naturalezza con cui vengono fatte le cose, dalle risposte alle domande, dall'orgoglio di bambini che da grandi capiranno meglio la propria terra. E' un orgoglio buono che non sconfina nel far mostra di sé. E forse è proprio per questo che questo orto incredibile circoscrive la propria notorietà ai racconti dei curiosi che vengono a visitarlo o ai momenti in cui la scuola viene invitata a parlarne. A suo modo questa voglia di riservatezza, di lavorare lontano dai riflettori, è un valore aggiunto. Al tempo stesso è un peccato che un esempio virtuoso come questo non sia conosciuto da tutti. 

Ci rivediamo mentre scendiamo lungo la valle che ci porterà via da Pergola e sentiamo il cuore colmo come quello di chi ha appena vissuto un'avventura straordinaria. Pensiamo alle parole di Paolo: "Sai, quest'orto per me è molte cose... è anche il riscatto di sentire i miei figli orgogliosi perché il loro padre è un contadino che insegna a scuola". Si, questo è davvero l'Orto delle Meraviglie! 

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Per sentire un racconto sull'orto di Pergola segui questo link: http://amisnet.org/agenzia/2014/06/12/dallorto-mensa-scolastica-i-giovani-agricoltori-pergola/

Dall'orto della scuola alla cucina di casa... e ritorno / 2

Seconda puntata degli incontri con i bambini che hanno svolto la ricerca sugli usi in famiglia di due piante utilizzate nelle nostre esperienze di orticoltura didattica a scuola. E' il turno delle scuole Pascoli e Forli del comune di Pietrasanta. E non mancano le soddisfazioni.

In ordine sparso sono comparse semplici testimonianze, come "il babbo usa la cipolla per fare il sugo all'amatriciana", e ricette. Alcune appena abbozzate, altre arricchite di elenchi ingredienti dettagliati e descrizioni minuziose delle modalità di preparazione.

Qualcuno ha allargato gli orizzonti dell'indagine al ruolo di queste piante nella storia e abbiamo scoperto che per gli antichi egizi contavano davvero molto. Correndo il rischio di uscire fuori tema qualcuno ha cercato indovinelli, proverbi e barzellette. Mai è stato più gradita un'uscita fuori tema! In fondo l'orto a scuola è sperimentazione e anche questa ricerca ammetteva la possibilità di un'interpretazione volta ad arricchire le nostre conoscenze, anziché alla mera esecuzione del compito a casa. Su questa strada si è incamminato anche chi ha analizzato la leggendaria funzione dell'aglio nel contrasto ai vampiri.

Non ce ne vorranno gli altri, ma due casi dobbiamo proprio segnalarli in modo particolare.

Uno riguarda una bambina della Scuola Pascoli di Pietrasanta che ha ideato e scritto una storia dal titolo "La cipolla ballerina". Originale, simpatica e ben scritta, si tratta della storia di una cipolla socievole che si inventa un ballo nel bel mezzo dell'orto. All'inizio gli altri ortaggi la applaudono ma quando nel ballo la cipolla comincia a sbucciarsi arrivano i problemi. Gli ortaggi iniziano a piangere e l'orto viene invaso dalle lacrime. La cipolla ballerina, forte di quest'esperienza, si specializza nel raccontare barzellette: in questo modo continua a socializzare ma senza far piangere. Brava Swan!

L'altro caso davvero speciale riguarda, invece, la classe quarta della scuola primaria di Vallecchia. L'insegnante ha coinvolto la classe in una vera e propria analisi statistica dei dati raccolti durante l'indagine in famiglia e sulla lavagna sono comparsi veri e propri istogrammi che suggellano il predominio assoluto dell'uso di aglio e cipolla nella preparazione di sughi e condimenti. Brava Maestra Alessandra e bravi ragazzi!

Nel complesso l'operazione "uscita dall'orto" ha avuto pieno successo: dal piantare l'aglio siamo passati ad un allargamento degli orizzonti che mette insieme la storia, la tradizione, l'arte culinaria e la statistica. Niente male per esser partiti da qualche spicchio d'aglio piantato prima di Natale...


Sporchiamoci le mani

Pian piano riprendono le attività didattiche negli orti delle scuole. Qualche giorno fa è toccato alla Scuola dell'infanzia di Nave (LU). E ci siamo sporcati le mani...

Lo abbiamo fatto per una necessità molto semplice: una parte dell'orto alla fine dell'estate aveva bisogno di essere ripristinata per iniziare le colture invernali. I bimbi di tre anni dovevano anche scoprire il nostro strano modo di fare l'orto dentro "grandi scatole". Il sole e l'insolito caldo di questo mite ottobre hanno offerto la migliore delle occasioni e, in un paio d'ore, abbia fatto quanto era necessario.

Alternando le sezioni di 3, 4 e 5 anni, dopo una breve chiacchierata iniziale abbiamo cominciato a "smontare" quello che c'era. Abbiamo tolto le erbacce cresciute negli ultimi mesi, sradicato le piante ormai secche di fagioli "a stringa", rimosso i resti del mais dolce e cominciato a smuovere il terriccio del nostro grande cassone.

Il clima insolito di questi giorni e qualche ulteriore anomalia, ci hanno permesso di studiare la pianta del mais. Non chiedeteci perché, ma mentre tutte le altre sono seccate, una pianta di mais ha deciso di crescere nel mese di settembre e ha proseguito in ottobre. Noi ne abbiamo approfittato per smontarla. Abbiamo osservato le sue infiorescenze, le foglie, la struttura del fusto e le radici. Su queste ci siamo soffermati per un po' perché è sempre bello lo stupore dei bimbi nello scoprire ciò che è sotto i loro occhi ma non si vede.

Così abbiamo parlato delle varie funzioni delle radici, dall'assorbimento di acqua e nutrienti all'ancoraggio e alla funzione idrogeologica delle piante, abbiamo apprezzato quanta terra riescono a trattenere e molto altro.
La zolla di terra che le radici del granturco si sono trascinate dietro l'abbiamo smontata un po' con le mani, per capire quanto le radici siano ostinate nel trattenerla, un po' immergendola in acqua per disgregare la terra e farla allontanare.


Dopo aver smosso il terriccio e aver interrato i resti delle colture, abbiamo aggiunto un po' di stallatico deodorizzato e di terriccio per agricoltura biologica. Poi abbiamo livellato il tutto. Lo abbiamo fatto usando palette, rastrelli e... le mani. Si, avete capito bene: le mani. Perché a noi piace tanto sporcarci le mani per fare cose buone per noi, per la natura e per la collettività!





Orti, parole e immagini

Si riparte attivamente con gli orti nelle scuole del comune di Pietrasanta (LU). Quest'anno, grazie alla generosità di Giardini della Versilia, main sponsor del progetto, si sono aggiunte due scuole. Il numero di studenti coinvolti grazie a questa sponsorizzazione sale a circa 460.

Per le due scuole che hanno preso parte al progetto lo scorso anno, cioè le primarie di Vallecchia e Pietrasanta, si sono svolti degli incontri un po' speciali. I bambini avevano, infatti, salutato gli orti ad inizio giugno quando sono andati in vacanza e gli orti erano migrati fino a Lucca.

Il primo passo dell'attività di quest'anno è stato, così, un incontro tra le classi e l'esperto che segue il progetto per scoprire la storia delle varie colture nei mesi successivi alla fine della scuola. Si è trattato di una carrellata di immagini che hanno documentato i momenti più importanti della vita estiva (e di inizio autunno) degli orti.
Incontri dall'umore variabile: qualche classe li ha seguiti con attenzione e trepidazione, altre un po' più distrattamente.

La cosa più bella emersa negli incontri è la voglia dei bambini di raccontare i propri orti, da quelli dei nonni o dei genitori a quelli nati dai semi regalati ai bambini dallo sponsor in occasione della visita al Garden. Molto bella la figura evocata da una delle bambine intervenute: "Io ho coltivato l'orto che ci avete regalato in bustina". E' proprio così: in una busta di semi c'è un orto in fase "embrionale"!

Nei prossimi giorni si riparte con le attività pratiche.

Concediamoci un video...

La scuola è ripartita e le attività nell'orto sono in piena organizzazione. A breve i bambini torneranno all'opera non senza qualche novità. Intanto abbiamo pensato di realizzare un piccolo video con le immagini raccolte lo scorso anno.



Si ri-parte

Eccoci alle soglie del nuovo anno scolastico. Iniziano i contatti e i momenti di progettazione dell'orto e della didattica nell'orto scolastico.

E' un momento importante in cui competenze di natura  agronomica e pedagogica devono confrontarsi e incontrarsi per realizzare il miglior percorso possibile. Al centro di tutto l'apprendimento dei bambini che, sia che abbiano a disposizione un orto in piena terra, sia che realizzino esperienze in contenitori più o meno piccoli, dovranno apprendere saperi e maturare comportamenti, modi di apprendere e consapevolezze.

Per questo ci auguriamo BUON LAVORO!

Cosa fa un'orto scolastico in estate?

L'estate è certamente il momento migliore per la maggior parte di coloro che si dedicano all'orto. Per gli orti scolastici, però, è un momento difficile poiché le scuole chiudono e talora è difficile anche entrare nel giardino della scuola per dare acqua.

Le soluzioni possibili sono essenzialmente due e noi le stiamo sperimentando entrambe.
La prima è quella di un'adozione estiva da parte di uno o più curatori che mantengono in vita l'orto grazie alla possibilità di entrare a scuola e alla disponibilità di acqua. La seconda è far traslocare l'orto a casa di chi lo adotterà.

Il mais dolce nei cassoni dell'orto di Nave
Nel caso dell'orto della scuola di Nave (LU) in questo momento piante aromatiche, fagiolini (le stringhe), fragole e mais dolce stanno crescendo grazie a chi, quasi ogni giorno, va a dare acqua. Il giardino che ospita l'orto è accessible (anche se l'erba che cresce attorno ai cassoni è diventata un ostacolo!) ed è disponibile un rubinetto che garantisce la disponibilità di acqua. In questo modo si raccolgono fragole e fagiolini, pur in piccola quantità, e si consente la crescita del mais dolce con cui faremo i pop-corn. Siamo sicuri che i bimbi gradiranno questo raccolto al rientro a scuola e che potrà essere uno spunto di riflessione per parlare di alimenti e piante che vengono da lontano (qualcuno ha dimenticato che il mais viene dall'America, un continente scoperto appena mezzo millennio fa?).

Anche gli orti rispettano il codice della strada!


Gli orti delle scuole di Pietrasanta, per varie ragioni, ricadono nella tipologia degli orti non adottabili in sito. Per questo motivo poco dopo la fine della  scuola sono stati "traslocati" dove è più facile mantenerli. Ovviamente, tale trasferimento è reso possibile dalla coltivazione in piccoli contenitori facilmente trasportabili da una persona con un carrello portapacchi o attrezzature simili.
Nel nostro caso i contenitori hanno percorso diversi chilometri per raggiungere Lucca e il trasferimento è avvenuto con un automezzo. Certo non basta un'auto comune ma con un mezzo tipo Doblò si riesce a spostare l'orto.
Fiori e zucchine sul balcone di Ecoland
Ora alcuni dei contenitori sono ospitati sul balcone di Ecoland, altri a casa di chi si è offerto per l'adozione.

Gli orticelli con contenitore per subirrigazioni richiedono solo qualche saltuaria fornitura d'acqua. In uno si raccolgono le zucchine e i loro fiori, in un altro cresce una zucca "misteriosa" (ne riparleremo) e sono arrivate lattughe e un cavolo (ma che cavolo sarà?).

Le barbabietole rosse poco prima della raccolta


Gli orticelli realizzati con i BioGrowBag hanno subito destini vari. Alcuni ospitano ancora basilici di vario tipo e sono stati mandati a fiore, così come alcune insalate, altri ospitano basilici regolarmente utilizzati per fare del buon pesto alla genovese, altri sono stati liberati qualche giorno fa quando sono state raccolte le barbabietole rosse.




I fiori delle insalate
Comunque vada, i nostri orti non sono andati in vacanza ma continuano a lavorare pronti per tornare a scuola alla riapertura!