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Strumenti di lavoro

No, non è di zappe e palette che si parla in questo post, almeno non direttamente, ma del frutto di una collaborazione che va avanti da circa due anni tra chi cura questo blog e la rivista "Bambini".

All'interno della rivista e nel sito web che le fa eco on-line, infatti, è presente una sezione denominata "Strumenti" in cui vari esperti offrono spunti e suggerimenti a sostegno dei percorsi educativi.

Tre di questi un mio contributo mensile legato all'orto educativo. Per scaricare il pdf della scorsa annata è sufficiente cliccare qui.












Dall'orto della scuola alla cucina di casa... e ritorno / 2

Seconda puntata degli incontri con i bambini che hanno svolto la ricerca sugli usi in famiglia di due piante utilizzate nelle nostre esperienze di orticoltura didattica a scuola. E' il turno delle scuole Pascoli e Forli del comune di Pietrasanta. E non mancano le soddisfazioni.

In ordine sparso sono comparse semplici testimonianze, come "il babbo usa la cipolla per fare il sugo all'amatriciana", e ricette. Alcune appena abbozzate, altre arricchite di elenchi ingredienti dettagliati e descrizioni minuziose delle modalità di preparazione.

Qualcuno ha allargato gli orizzonti dell'indagine al ruolo di queste piante nella storia e abbiamo scoperto che per gli antichi egizi contavano davvero molto. Correndo il rischio di uscire fuori tema qualcuno ha cercato indovinelli, proverbi e barzellette. Mai è stato più gradita un'uscita fuori tema! In fondo l'orto a scuola è sperimentazione e anche questa ricerca ammetteva la possibilità di un'interpretazione volta ad arricchire le nostre conoscenze, anziché alla mera esecuzione del compito a casa. Su questa strada si è incamminato anche chi ha analizzato la leggendaria funzione dell'aglio nel contrasto ai vampiri.

Non ce ne vorranno gli altri, ma due casi dobbiamo proprio segnalarli in modo particolare.

Uno riguarda una bambina della Scuola Pascoli di Pietrasanta che ha ideato e scritto una storia dal titolo "La cipolla ballerina". Originale, simpatica e ben scritta, si tratta della storia di una cipolla socievole che si inventa un ballo nel bel mezzo dell'orto. All'inizio gli altri ortaggi la applaudono ma quando nel ballo la cipolla comincia a sbucciarsi arrivano i problemi. Gli ortaggi iniziano a piangere e l'orto viene invaso dalle lacrime. La cipolla ballerina, forte di quest'esperienza, si specializza nel raccontare barzellette: in questo modo continua a socializzare ma senza far piangere. Brava Swan!

L'altro caso davvero speciale riguarda, invece, la classe quarta della scuola primaria di Vallecchia. L'insegnante ha coinvolto la classe in una vera e propria analisi statistica dei dati raccolti durante l'indagine in famiglia e sulla lavagna sono comparsi veri e propri istogrammi che suggellano il predominio assoluto dell'uso di aglio e cipolla nella preparazione di sughi e condimenti. Brava Maestra Alessandra e bravi ragazzi!

Nel complesso l'operazione "uscita dall'orto" ha avuto pieno successo: dal piantare l'aglio siamo passati ad un allargamento degli orizzonti che mette insieme la storia, la tradizione, l'arte culinaria e la statistica. Niente male per esser partiti da qualche spicchio d'aglio piantato prima di Natale...


Il grano, il martello e la farina...

La scuola è ormai ripresa ma un piccolo salto indietro nel tempo ai giorni che hanno preceduto le vacanze di Natale è ancora possibile. Tempo di saluti ed auguri ma anche tempo per riflettere su quanto si è fatto. Riflettere con bambini di 3, 4 e 5 anni non sempre richiede molte parole. A volte non le richiede proprio.

Accade così che un sorriso, un abbraccio e qualche scherzo con gli attrezzi da orto mentre siamo seduti in cerchio al calduccio di un'aula siano più che sufficienti. In fondo, sottolinea qualche maestra, i bambini sono stanchi e c'è bisogno di un po' di riposo. A volte è così, altre volte...

semina del grano nell'orto scolastico
"Cosa ci facciamo col grano che abbiamo seminato?", chiede un bambino dei più grandi. "La farina", rispondiamo. "Ah, si: quella gialla", replica il bambino. "Gialla?!", si chiede la maestra. Qualcosa non quadra: per i bambini grano e mais sono la stessa cosa. E' vero che il mais si chiama anche granturco, ma non sono proprio la stessa cosa!

Queste situazioni sono quelle che ci piacciono di più: quando sembra di essere in un vicolo cieco la scuola italiana dà il meglio di sé e in un batter d'occhio ci ritroviamo a maneggiare due vassoi, due tipi di farina (di grano e di mais), una pannocchia di granturco e un pacchetto di grano. Completano la collezione un martello e qualche pezzo di legno. A cosa servono? A partire dall'esperienza dei bambini per arrivare a descrivere la produzione della farina, sebbene mimata in modo molto rudimentale.

farine a scuolaEcco cosa accade.

Si parla della pasta di sale che i bambini sono abituati a preparare con la farina di grano e si mostra la farina. Poi gli si affianca la farina di granturco, quella gialla, che a qualche bambino ricorda la polenta. Il colore è sufficiente a spiegare la differenza. Accostando la farina di granturco alle pannocchie è evidente la somiglianza del colore della farina e dei chicchi del mais. E' un po' meno evidente quella tra farina di grano e grano ma nessun bimbo pensa che la farina di grano si possa fare col granturco: i colori sono troppo diversi.
Con i bambini le domande non mancano mai e qualcuno vuole sapere come siu fa questa farina.

Entrano in scena gli strani arnesi di cui siamo dotati e a turno semi di grano e chicchi di mais finiscono su una tavoletta di legno e sono schiacciati col martello: un sistema un po' rudimentale per spiegare come si fa la farina, ma molte ben comprensibile anche ai bambini più piccoli. Inutile parlare di macine: basta parlare di qualcosa che fa il lavoro del martello. Lo fa addirittura meglio perché c'è una bella differenza tra i granuli della nostra improvvisatissima farina e quella dei pacchetti che abbiamo a disposizione.

In ogni caso, il cerchio si chiude: sappiamo che differenza c'è tra grano e mais e sappiamo cosa faremo col grano seminato in tardo autunno. Non è chiaro? Semplice: aspetteremo la sua maturazione per farne farina. Nel frattempo ci doteremo di qualche strumento più efficace...







Sporchiamoci le mani

Pian piano riprendono le attività didattiche negli orti delle scuole. Qualche giorno fa è toccato alla Scuola dell'infanzia di Nave (LU). E ci siamo sporcati le mani...

Lo abbiamo fatto per una necessità molto semplice: una parte dell'orto alla fine dell'estate aveva bisogno di essere ripristinata per iniziare le colture invernali. I bimbi di tre anni dovevano anche scoprire il nostro strano modo di fare l'orto dentro "grandi scatole". Il sole e l'insolito caldo di questo mite ottobre hanno offerto la migliore delle occasioni e, in un paio d'ore, abbia fatto quanto era necessario.

Alternando le sezioni di 3, 4 e 5 anni, dopo una breve chiacchierata iniziale abbiamo cominciato a "smontare" quello che c'era. Abbiamo tolto le erbacce cresciute negli ultimi mesi, sradicato le piante ormai secche di fagioli "a stringa", rimosso i resti del mais dolce e cominciato a smuovere il terriccio del nostro grande cassone.

Il clima insolito di questi giorni e qualche ulteriore anomalia, ci hanno permesso di studiare la pianta del mais. Non chiedeteci perché, ma mentre tutte le altre sono seccate, una pianta di mais ha deciso di crescere nel mese di settembre e ha proseguito in ottobre. Noi ne abbiamo approfittato per smontarla. Abbiamo osservato le sue infiorescenze, le foglie, la struttura del fusto e le radici. Su queste ci siamo soffermati per un po' perché è sempre bello lo stupore dei bimbi nello scoprire ciò che è sotto i loro occhi ma non si vede.

Così abbiamo parlato delle varie funzioni delle radici, dall'assorbimento di acqua e nutrienti all'ancoraggio e alla funzione idrogeologica delle piante, abbiamo apprezzato quanta terra riescono a trattenere e molto altro.
La zolla di terra che le radici del granturco si sono trascinate dietro l'abbiamo smontata un po' con le mani, per capire quanto le radici siano ostinate nel trattenerla, un po' immergendola in acqua per disgregare la terra e farla allontanare.


Dopo aver smosso il terriccio e aver interrato i resti delle colture, abbiamo aggiunto un po' di stallatico deodorizzato e di terriccio per agricoltura biologica. Poi abbiamo livellato il tutto. Lo abbiamo fatto usando palette, rastrelli e... le mani. Si, avete capito bene: le mani. Perché a noi piace tanto sporcarci le mani per fare cose buone per noi, per la natura e per la collettività!





Orti, parole e immagini

Si riparte attivamente con gli orti nelle scuole del comune di Pietrasanta (LU). Quest'anno, grazie alla generosità di Giardini della Versilia, main sponsor del progetto, si sono aggiunte due scuole. Il numero di studenti coinvolti grazie a questa sponsorizzazione sale a circa 460.

Per le due scuole che hanno preso parte al progetto lo scorso anno, cioè le primarie di Vallecchia e Pietrasanta, si sono svolti degli incontri un po' speciali. I bambini avevano, infatti, salutato gli orti ad inizio giugno quando sono andati in vacanza e gli orti erano migrati fino a Lucca.

Il primo passo dell'attività di quest'anno è stato, così, un incontro tra le classi e l'esperto che segue il progetto per scoprire la storia delle varie colture nei mesi successivi alla fine della scuola. Si è trattato di una carrellata di immagini che hanno documentato i momenti più importanti della vita estiva (e di inizio autunno) degli orti.
Incontri dall'umore variabile: qualche classe li ha seguiti con attenzione e trepidazione, altre un po' più distrattamente.

La cosa più bella emersa negli incontri è la voglia dei bambini di raccontare i propri orti, da quelli dei nonni o dei genitori a quelli nati dai semi regalati ai bambini dallo sponsor in occasione della visita al Garden. Molto bella la figura evocata da una delle bambine intervenute: "Io ho coltivato l'orto che ci avete regalato in bustina". E' proprio così: in una busta di semi c'è un orto in fase "embrionale"!

Nei prossimi giorni si riparte con le attività pratiche.

Concediamoci un video...

La scuola è ripartita e le attività nell'orto sono in piena organizzazione. A breve i bambini torneranno all'opera non senza qualche novità. Intanto abbiamo pensato di realizzare un piccolo video con le immagini raccolte lo scorso anno.



Si ri-parte

Eccoci alle soglie del nuovo anno scolastico. Iniziano i contatti e i momenti di progettazione dell'orto e della didattica nell'orto scolastico.

E' un momento importante in cui competenze di natura  agronomica e pedagogica devono confrontarsi e incontrarsi per realizzare il miglior percorso possibile. Al centro di tutto l'apprendimento dei bambini che, sia che abbiano a disposizione un orto in piena terra, sia che realizzino esperienze in contenitori più o meno piccoli, dovranno apprendere saperi e maturare comportamenti, modi di apprendere e consapevolezze.

Per questo ci auguriamo BUON LAVORO!

Cosa fa un'orto scolastico in estate?

L'estate è certamente il momento migliore per la maggior parte di coloro che si dedicano all'orto. Per gli orti scolastici, però, è un momento difficile poiché le scuole chiudono e talora è difficile anche entrare nel giardino della scuola per dare acqua.

Le soluzioni possibili sono essenzialmente due e noi le stiamo sperimentando entrambe.
La prima è quella di un'adozione estiva da parte di uno o più curatori che mantengono in vita l'orto grazie alla possibilità di entrare a scuola e alla disponibilità di acqua. La seconda è far traslocare l'orto a casa di chi lo adotterà.

Il mais dolce nei cassoni dell'orto di Nave
Nel caso dell'orto della scuola di Nave (LU) in questo momento piante aromatiche, fagiolini (le stringhe), fragole e mais dolce stanno crescendo grazie a chi, quasi ogni giorno, va a dare acqua. Il giardino che ospita l'orto è accessible (anche se l'erba che cresce attorno ai cassoni è diventata un ostacolo!) ed è disponibile un rubinetto che garantisce la disponibilità di acqua. In questo modo si raccolgono fragole e fagiolini, pur in piccola quantità, e si consente la crescita del mais dolce con cui faremo i pop-corn. Siamo sicuri che i bimbi gradiranno questo raccolto al rientro a scuola e che potrà essere uno spunto di riflessione per parlare di alimenti e piante che vengono da lontano (qualcuno ha dimenticato che il mais viene dall'America, un continente scoperto appena mezzo millennio fa?).

Anche gli orti rispettano il codice della strada!


Gli orti delle scuole di Pietrasanta, per varie ragioni, ricadono nella tipologia degli orti non adottabili in sito. Per questo motivo poco dopo la fine della  scuola sono stati "traslocati" dove è più facile mantenerli. Ovviamente, tale trasferimento è reso possibile dalla coltivazione in piccoli contenitori facilmente trasportabili da una persona con un carrello portapacchi o attrezzature simili.
Nel nostro caso i contenitori hanno percorso diversi chilometri per raggiungere Lucca e il trasferimento è avvenuto con un automezzo. Certo non basta un'auto comune ma con un mezzo tipo Doblò si riesce a spostare l'orto.
Fiori e zucchine sul balcone di Ecoland
Ora alcuni dei contenitori sono ospitati sul balcone di Ecoland, altri a casa di chi si è offerto per l'adozione.

Gli orticelli con contenitore per subirrigazioni richiedono solo qualche saltuaria fornitura d'acqua. In uno si raccolgono le zucchine e i loro fiori, in un altro cresce una zucca "misteriosa" (ne riparleremo) e sono arrivate lattughe e un cavolo (ma che cavolo sarà?).

Le barbabietole rosse poco prima della raccolta


Gli orticelli realizzati con i BioGrowBag hanno subito destini vari. Alcuni ospitano ancora basilici di vario tipo e sono stati mandati a fiore, così come alcune insalate, altri ospitano basilici regolarmente utilizzati per fare del buon pesto alla genovese, altri sono stati liberati qualche giorno fa quando sono state raccolte le barbabietole rosse.




I fiori delle insalate
Comunque vada, i nostri orti non sono andati in vacanza ma continuano a lavorare pronti per tornare a scuola alla riapertura!