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Dall'orto al filare virtuale... passando per il frottage

L'esperienza da cui è nato questo blog ha preso il via nella Scuola dell'Infanzia di Nave, alle porte di Lucca. E' lì che dal 2008 vive e cresce un orto scolastico che è, al contempo, luogo di apprendimento e vero e proprio laboratorio di sperimentazione. E' anche un luogo speciale nel quale, tra le mille difficoltà proprie della scuola e delle esperienze di orticoltura didattica a scuola, si cerca di coniugare una buona e semplice tecnologia moderna, un modo originale di fare didattica e la tradizione agricola locale.
Proprio nel segno di quest'ultima un paio di anni fa sono state piantate delle viti, tipico elemento della campagna lucchese e un tempo immancabile presenza al bordo dei campi coltivati. Un'eccessiva prossimità alla strada, che ha stimolato qualche assaggio clandestino, e un modesto successo produttivo ci hanno impedito di realizzare il primo raccolto d'uva all'inizio di questo anno scolastico.
Una delle caratteristiche che contraddistingue questa esperienza è, però, la forte connessione tra ciò che accade nell'orto e ciò che accade in aula o, per meglio dire, nell'attività didattica ordinaria. Questo scambio quasi osmotico tra l'orto e la vita scolastica va in scena fin dal primo anno di lavoro ed è il punto di forza di tutto quanto è accaduto in questi anni. Per questo motivo vale la pena di raccontare cosa è successo dopo che nei giorni scorsi i bambini e le insegnanti sono uscite nell'orto con l'esperto esterno che cura il progetto, cioè chi scrive questo articolo.

L'attività svolta è stata piuttosto articolata e complessa. Le due sezioni che hanno partecipato hanno fatto una prima visita al filare di viti dove si è parlato, tra l'altro, di tralci e viticci e si è proceduto a misurare il grande accrescimento delle viti durante l'ultima stagione vegetativa. Ah, naturalmente l'unità di misura è stata scelta in modo da renderla il più possibile "a portata di bambino": abbiamo scelto il "passo dell'adulto" sfruttando come strumento di misura le gambe dell'esperto. Il tralcio dall'accrescimento record si è allungato di ben 6 passi! A seguire sono stati raccolti i fagioli, le melanzane, gli ultimi pomodori e qualche peperone. Ne abbiamo approfittato anche per sgranare i ceci di cui era stata raccolta la pianta intera qualche settimana fa. Il lavoro nell'orto è finito a questo punto, ma...

Qualche giorno fa l'esperto, che è anche il papà di un bimbo della scuola, ha potuto raccogliere un prodotto dell'attività nell'orto molto più importante dell'uva, cioè quello nato dal lavoro di bambini e insegnanti che, utilizzando varie tecniche, hanno riprodotto il tralcio della vite. Proviamo a capire cosa è successo con qualche immagine.

Prima di tutto le maestre hanno tracciato su un cartoncino la forma di un tralcio. E' lungo questa traccia che i bambini hanno spalmato della colla e, dopo aver manipolato della carta igienica costruendo tanti piccoli rotolini, li hanno posizionati sopra la traccia stessa. In questo modo è stata costruita la struttura del tralcio. Successivamente il tralcio è stato colorato con la tempera tamponando la carta con dei pennelli. La scelta del materiale non poteva essere più opportuna, essendo la carta igienica capace di riprodurre i "segmenti" (o internodi) di cui si compone un vero tralcio.



Prima di far disegnare i viticci, le maestre hanno utilizzato la "lavagna magica" che ha permesso ai bambini di esercitarsi in un compito tutt'altro che facile. L'occasione è stata propizia per abbinare l'osservazione diretta dei viticci di un tralcio portato in aula con un momento di pregrafismo e di contatto con due materiali: la farina di grano e quella di mais. Terminato questo esercizio i bambini hanno finalmente tracciato le sinuose forme dei viticci sul cartoncino utilizzando dei comuni pennarelli.

Le foglie delle viti (o pampini) sono state realizzate con la tecnica del frottage, cioè sovrapponendo un foglio di carta alla vite e sfregando il tutto con i pastelli a cera. Il risultato visivo è stato la comparsa della sagoma delle foglie e delle nervature di vario ordine sulla carta. In questo modo la foglia è stata riprodotta con grande fedeltà rispetto alla realtà e si è aggiunta una ulteriore forma di manipolazione al lavoro svolto dai bambini.

Le foglie sono state quindi ritagliate e incollate sul cartoncino sul quale in precedenza era stato incollato il tralcio e disegnato il viticcio.



Infine, il cartoncino utilizzato come base per il lavoro è stato ritagliato per lasciare solo il tralcio, i viticci e le foglie e il lavoro dei bambini è confluito a formare un vero e proprio "filare virtuale" su una parete del corridoio d'ingresso della scuola.

Chi conosce i bambini della scuola dell'infanzia potrà obiettare che non tutti sono in grado di compiere le operazioni fin qui descritte e ha perfettamente ragione. Il lavoro appena descritto è stato svolto dai più grandi, cioè dalla sezione dei 5 anni. I bimbi di 4 anni hanno svolto un lavoro analogo con tecniche diverse. Per esempio, i viticci sono stati realizzati utilizzando un pasta modellabile tipo dido'. I bimbi di 3 anni, che sono ancora in una fase di ambientamento nella scuola non hanno partecipato alle attività nell'orto, come da sempre accade con i più piccoli.

Nel suo insieme questa esperienza presenta numerosi punti di interesse.

Prima di tutto la continuità tra il lavoro svolto nell'orto in più anni (i bambini di 5 anni hanno piantato materialmente le viti due anni fa), le più recenti osservazioni e il lavoro svolto in aula. Questo fatto è di straordinaria importanza per evitare che agli occhi dei bambini il lavoro svolto nell'orto possa apparire un'attività disgiunta dalle altre o, addirittura, una sorta di "hobby scolastico".

Il secondo punto di interesse è frutto del legame diretto tra una realtà vissuta dai bambini e il lavoro di rappresentazione svolto in aula. E' evidente a chiunque che lo stesso lavoro si sarebbe potuto fare osservando materiale portato a scuola e, in definitiva, con qualsiasi materiale. In questo caso, invece, i bambini hanno lavorato su parti di pianta nate e cresciute sotto i loro occhi e anche grazie al loro lavoro.

Altro aspetto importante è che le varie tecniche utilizzate nel lavoro in classe hanno stimolato in modi e momenti diversi tanto i sensi quanto le abilità manipolatorie dei bambini partendo da materiale vegetale fresco.

Infine, la realizzazione del "filare virtuale" esposto nel corridoio nel quale accedono i familiari quando portano e riprendono i bambini ha inviato alle famiglie un importante messaggio di valorizzazione dell'esperienza di orticoltura didattica come attività che trova nell'orto uno strumento e non il fine.

Se vogliamo aggiungere qualcosa, di certo qualcosa di molto importante, questo tipo di approccio dimostra come il coinvolgimento motivato delle insegnanti sia determinante nel qualificare l'esperienza connessa all'orto e che questa possa e debba essere frutto di un lavoro di equipe in cui sono in gioco numerose professionalità.





Semine, novità e comunicazione

I semi del grano
L'autunno del 2013 è del tutto particolare per gli orti scolastici di cui si raccontano le vicende in questo blog. Lo è per motivi climatici, ma anche per le opportunità di raccontarsi che via via si sono offerte.

Tra gli eventi di maggiore importanza per l'orto nato la scorsa estate presso la "The bilingual school of Lucca" sono sicuramente da segnalare la semina del grano e delle fave, oltre alla piantagione delle cipolle.

Il grano è stato seminato nel "giardino segreto" della villa che ospita la scuola. La lavorazione della terra in vista della semina ha visto andare in scena un "fuori programma" che ha coinvolto alcuni bambini in un pomeriggio. Durante la vangatura si è scatenata una vera e propria caccia al lombrico che ci ha permesso di fare una sorta di censimento dai dati molto incoraggianti: in circa 5 metri quadrati di terreno abbiamo trovato oltre 80 lombrichi. E' il segno di una vivacità biologica che descrive sia un terreno fertile, sia un terreno vivo.
Il grano cresce!

Nei giorni successivi abbiamo seminato con l'aiuto di tutti i bambini, da quelli di 3 anni fino ai bimbi della seconda elementare. Dopo pochi giorni si sono visti i risultati e le brave insegnanti hanno preso la palla al balzo per portare l'orto nella didattica: ogni settimana vengono misurate le piante e sarà costruita la curva di accrescimento. Niente male come inizio!


Ma che strane radici!
Se le cipolle offrono, per ora, più spunti di educazione civica che altro, le fave ci hanno proiettati nell'affascinante mondo delle radici. Come? Grazie ad uno speciale kit in cui è stata fatta la semina che permette di far crescere le radici in tre ambienti diversi (terra, aria e acqua) e di farne un confronto molto immediato. Non sono mancate domande e riflessioni da parti di molti bambini.

Intanto alla scuola di Nave (LU) sono in attiva crescita cardoni e cavolfiori piantati nel mese di settembre in uno dei cassoni presenti nell'orto fin dal 2008.  Il giardino si è arricchito di alcune piante rampicanti utilizzate per coprire una parte del muro di cinta ed altre ne saranno aggiunte nei prossimi mesi.
I bruchi della cavolaia in azione
Qualche giorno fa una visita molto speciale ha animato la vita dell'orto: sono arrivati bruchi della cavolaia. Poco male, perché questo ha dato subito un'importante occasione per fare osservazioni e i bambini sono stati accompagnati dalle insegnanti a vedere questa novità per poi lavorarci sia in conversazione e col disegno. Queste occasioni sono preziose perché i bambini hanno modo di vedere da vicino i bruchi e i loro effetti, cioè una realtà biologica che l'agricoltore deve imparare a gestire.

L'orto della scuola di Nave, però, quest'anno andrà in contro a diverse novità e la prima è arrivata un paio di sabati fa: abbiamo montato la nuova serra di cui disponiamo e che ospita già alcuni contenitori con sub-irrigazione per la coltivazione di ortaggi.
Ecco la nostra serra!

Si tratta di una novità resa possibile dall'impegno della dirigenza scolastica nel trovare fondi per l'acquisto di materiali ed attrezzature.
I prossimi passi saranno la messa a dimora di alcuni alberi da frutto e viti che arricchiranno l'orto della scuola.



Il progetto ha vissuto due importanti momenti di notorietà e comunicazione al mondo, entrambi scaturiti dall'Agricoltura Civica Award 2013.

Il primo è stato la partecipazione ad un "workshop di comunicazione all'aria aperta" che ha visto riuniti i progetti del concorso che meglio hanno saputo comunicare.
Il gruppo del workshop
L'obiettivo è stato quello di migliorare ancora la comunicazione attraverso il web e, in particolare, i social network.

Il secondo momento è di quelli "che non si dimenticano": gli orti scolastici si sono raccontati al convegno "Agricoltura e innovazione sociale - dalle pratiche alle future pratiche di sviluppo" ad Agri&Tour. Detta così, però, la cosa è un po' riduttiva: siamo stati una della 4 pratiche che fanno innovazione e a cui si chiede di prestare attenzione per le future politiche di supporto. Di questo dobbiamo ringraziare (e lo facciamo volentieri) AiCARE e l'attenzione che tutti al convegno ci hanno prestato.

Eccoci nel programma del convegno
Ora si va vanti, anche per cercare un sostegno per ripartire con gli orti delle scuole di Pietrasanta nella prossima primavera.

Intanto l'Orto del Giardino della Lumaca, proprio a Pietrasanta, chiede aiuto e spera di diventare, a modo suo, famoso. Di questo parleremo tra qualche tempo.