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Cavolfiori in fuga, orti user friendly e spin off...

La testa del cavolfiore
L'orto a scuola insegna molte cose. Una di queste è che i risultati migliori si ottengono col tempo. Così i cavolfiori piantati in settembre sono riusciti a passare inosservati per mesi, quasi abbandonati in un angolo del giardino che ospita l'orto in contenitori, per poi regalare una bella sorpresa nel mese di febbraio. Un giorno le loro teste hanno fatto capolino per mostrarsi ai bambini. Nessuna magia: solo il normale svolgimento del ciclo vitale della pianta. Di otto piante di cavolfiore 7 hanno donato la loro testa che è finita in una pentola a bollire per un assaggio di grande successo. Una però...

Il cavolfiore in fuga
Una è sopravvissuta o, come ci piace dire, è andata in fuga: è ancora sulla pianta per darle modo di terminare il proprio lavoro. Essa produrrà i fiori e ci permetterà di scoprire la siliqua, il bel frutto delle piante della famiglia delle crucifere (o brassicacee). Ogni cultore dell'orto potrebbe obiettare che si è perso un prodotto. Lo farebbe nel pieno della ragione, ma il prodotto dell'orto scolastico è la conoscenza e, di questo siamo convinti, una conoscenza consapevole perché frutto dell'esperienza diretta. L'orto scolastico è un luogo di sperimentazione a fini didattici, non un luogo in cui ci si limita a coltivare o ad imparare a coltivare.

Questa affermazione ci conduce ad una riflessione che prende le mosse dal destino di un'esperienza di orticoltura didattica che è nata con noi per poi vedere attivi altri. Si tratta del lavoro fatto in una scuola in cui per un anno abbiamo lavorato con i bambini e nella quale il venire meno della sponsorizzazione che sosteneva il progetto ha determinato il coinvolgimento di un'associazione di agricoltori. 

L'orto a misura di didattica per i bambini (sopra)
e l'orto a misura di agricoltore (sotto)
Questo avvicendamento ha avuto il pregio di non far scomparire l'orto dalla scuola, fatto che avrebbe impoverito enormemente l'offerta formativa, ma ha determinato un forte mutamento dell'approccio all'orto scolastico. Esso si è rapidamente trasformato da strumento per svolgere la didattica e a tal fine progettato in un orto dalla fisionomia più familiare, ma anche meno adatto alla didattica. Le sue dimensioni sono cresciute ma l'accessibilità è diminuita. Sono venuti meno gli spazi inerbiti in cui far muovere i bimbi anche quando la pioggia trasforma la terra in fango, sono scomparsi gli spazi per far lavorare i bambini e, soprattutto, le lavorazioni di inizio anno sono state svolte con un piccolo trattore. Questo è logico dal punto di vista dell'agricoltore, ma trasmette un messaggio che a noi non piace: per coltivare c'è bisogno di macchine potenti. Se è così, come potrà un bambino fare il suo piccolo orticello a casa? Come potrà uno dei suoi familiari lavorare la terra se non ha il trattore? A noi questo approccio proprio non piace: ci vuole coerenza in un progetto di orticoltura didattica e, se si insegna a coltivare ai bambini, lo si deve fare fornendo loro spunti che rendano l'orto user friendly.

Lo spazio dedicato all'orto sul balcone dell'Orto Didattico Urbano
Questa coerenza ci porta all'ultimo argomento che vogliamo trattare: lo spin off del nostro progetto. Negli spazi della The Bilingual School of Lucca che già ospitano l'orto scolastico, grazie alla collaborazione tra la scuola ed Ecoland, è nato l'Orto Didattico Urbano. Di cosa si tratta? Di uno spazio cittadino in cui cresce un orto destinato ad ospitare seminari, incontri e laboratori sul tema dell'orto in città. Esso include l'orto scolastico ma è più grande e, soprattutto, si apre al mondo proprio in occasione delle varie iniziative didattiche. Cosa c'entra con la coerenza di cui stavamo parlando? L'ampliamento dell'orto ha comportato e comporta la lavorazione del terreno in nuove zone. Si tratta di decine e decine di metri quadrati e un bel motocoltivatore avrebbe abbreviato i tempi. Abbiamo scelto di fare il lavoro con la vanga per offrire ai bambini, anche nei momenti liberi e di partecipazione non strutturata alla vita dell'orto, un messaggio coerente con quello fornito a cose normali: coltivare la terra è un gesto semplice e alla portata di tutti. Ci sarà tempo per loro prima di scoprire le necessità di ottimizzazione che l'economia di oggi ci richiede. Nel frattempo potranno apprezzare tutto il piacere di gustare i prodotti del proprio lavoro, un lavoro fatto senza scorciatoie e apprezzando ciò che la natura sa dare, anche in città. Volete forse scambiare il frastuono di un motore col canto degli uccellini?!?

Semine, novità e comunicazione

I semi del grano
L'autunno del 2013 è del tutto particolare per gli orti scolastici di cui si raccontano le vicende in questo blog. Lo è per motivi climatici, ma anche per le opportunità di raccontarsi che via via si sono offerte.

Tra gli eventi di maggiore importanza per l'orto nato la scorsa estate presso la "The bilingual school of Lucca" sono sicuramente da segnalare la semina del grano e delle fave, oltre alla piantagione delle cipolle.

Il grano è stato seminato nel "giardino segreto" della villa che ospita la scuola. La lavorazione della terra in vista della semina ha visto andare in scena un "fuori programma" che ha coinvolto alcuni bambini in un pomeriggio. Durante la vangatura si è scatenata una vera e propria caccia al lombrico che ci ha permesso di fare una sorta di censimento dai dati molto incoraggianti: in circa 5 metri quadrati di terreno abbiamo trovato oltre 80 lombrichi. E' il segno di una vivacità biologica che descrive sia un terreno fertile, sia un terreno vivo.
Il grano cresce!

Nei giorni successivi abbiamo seminato con l'aiuto di tutti i bambini, da quelli di 3 anni fino ai bimbi della seconda elementare. Dopo pochi giorni si sono visti i risultati e le brave insegnanti hanno preso la palla al balzo per portare l'orto nella didattica: ogni settimana vengono misurate le piante e sarà costruita la curva di accrescimento. Niente male come inizio!


Ma che strane radici!
Se le cipolle offrono, per ora, più spunti di educazione civica che altro, le fave ci hanno proiettati nell'affascinante mondo delle radici. Come? Grazie ad uno speciale kit in cui è stata fatta la semina che permette di far crescere le radici in tre ambienti diversi (terra, aria e acqua) e di farne un confronto molto immediato. Non sono mancate domande e riflessioni da parti di molti bambini.

Intanto alla scuola di Nave (LU) sono in attiva crescita cardoni e cavolfiori piantati nel mese di settembre in uno dei cassoni presenti nell'orto fin dal 2008.  Il giardino si è arricchito di alcune piante rampicanti utilizzate per coprire una parte del muro di cinta ed altre ne saranno aggiunte nei prossimi mesi.
I bruchi della cavolaia in azione
Qualche giorno fa una visita molto speciale ha animato la vita dell'orto: sono arrivati bruchi della cavolaia. Poco male, perché questo ha dato subito un'importante occasione per fare osservazioni e i bambini sono stati accompagnati dalle insegnanti a vedere questa novità per poi lavorarci sia in conversazione e col disegno. Queste occasioni sono preziose perché i bambini hanno modo di vedere da vicino i bruchi e i loro effetti, cioè una realtà biologica che l'agricoltore deve imparare a gestire.

L'orto della scuola di Nave, però, quest'anno andrà in contro a diverse novità e la prima è arrivata un paio di sabati fa: abbiamo montato la nuova serra di cui disponiamo e che ospita già alcuni contenitori con sub-irrigazione per la coltivazione di ortaggi.
Ecco la nostra serra!

Si tratta di una novità resa possibile dall'impegno della dirigenza scolastica nel trovare fondi per l'acquisto di materiali ed attrezzature.
I prossimi passi saranno la messa a dimora di alcuni alberi da frutto e viti che arricchiranno l'orto della scuola.



Il progetto ha vissuto due importanti momenti di notorietà e comunicazione al mondo, entrambi scaturiti dall'Agricoltura Civica Award 2013.

Il primo è stato la partecipazione ad un "workshop di comunicazione all'aria aperta" che ha visto riuniti i progetti del concorso che meglio hanno saputo comunicare.
Il gruppo del workshop
L'obiettivo è stato quello di migliorare ancora la comunicazione attraverso il web e, in particolare, i social network.

Il secondo momento è di quelli "che non si dimenticano": gli orti scolastici si sono raccontati al convegno "Agricoltura e innovazione sociale - dalle pratiche alle future pratiche di sviluppo" ad Agri&Tour. Detta così, però, la cosa è un po' riduttiva: siamo stati una della 4 pratiche che fanno innovazione e a cui si chiede di prestare attenzione per le future politiche di supporto. Di questo dobbiamo ringraziare (e lo facciamo volentieri) AiCARE e l'attenzione che tutti al convegno ci hanno prestato.

Eccoci nel programma del convegno
Ora si va vanti, anche per cercare un sostegno per ripartire con gli orti delle scuole di Pietrasanta nella prossima primavera.

Intanto l'Orto del Giardino della Lumaca, proprio a Pietrasanta, chiede aiuto e spera di diventare, a modo suo, famoso. Di questo parleremo tra qualche tempo.