5 consigli non richiesti sull'orto scolastico

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Sempre più al centro

Gli orti scolastici sono sempre più al centro dell'attenzione e dell'interesse. 

Il PON Edugreen prima e la reinterpretazione dell'orto come laboratorio in area STEM poi, nonché i nuovi dispositivi utili a coltivare nei percorsi di digitalizzazione sostenuti anche attraverso in fondi PNRR, hanno fatto crescere il ricorso al coltivare come metodologia didattica.

Proprio per questo motivo l'inizio dell'anno scolastico potrebbe essere un momento di "buoni propositi" rispetto ai quali potrebbero essere utili alcuni consigli non richiesti rivolti a chi sta per imbarcarsi in questa bella avventura pedagogica.


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Il primo consiglio
 - L'orto scolastico è un orto didattico che nasce all'interno della scuola. La sua funzione prevalente, quindi, è quella di spazio/luogo in cui la scuola assolve al proprio compito costruendo percorsi didattici e di apprendimento. L'orto non ha bisogno di essere bello o conforme ai canoni agronomici del momento e del territorio in cui ci troviamo. L'orto scolastico è un laboratorio in cui si apprende, talora facendo degli errori finalizzati alla comprensione di fenomeni, regole e tecniche. Il consiglio? Lasciate perdere l'estetica, sovvertite le regole e sperimentate pensando l'orto anche come laboratorio in area STEM.

Il secondo consiglio - Nessun orto è un luogo in cui le cose accadono per caso. Gli orti sono un progetto che prende forma. L'orto domestico nasce dai nostri fabbisogni in cucina, cioè vi coltiviamo gli ortaggi che intendiamo utilizzare per preparare i nostri pasti. La stessa regola vale per l'orto scolastico, solo che gli obiettivi sono ben diversi dal rifornire una mensa (ma non si sa mai!). L'orto scolastico è un laboratorio per le menti, per i comportamenti, per l'apprendimento. Il consiglio? Progettate l'orto sulla base degli obiettivi didattici ed educativi che nascono da un confronto tra i suoi attori (bambini/ragazzi, insegnanti, educatori, esperti, ecc.), il PtOF della scuola e le Indicazioni Nazionali per il curricolo.

Il terzo consiglio - Paolo Pejrone ha scritto un libro dal titolo "In giardino non si è mai soli". Nell'orto questo è ancora più vero. E tra i possibili compagni di avventura ci sono i parassiti e le malattie delle piante. Ciò che desta preoccupazione nell'agricoltura svolta su scala territoriale e determina la necessità di effettuare trattamenti antiparassitari nella scuola è una ghiottissima occasione di apprendimento. Lo è per conoscere le interazioni tra gli organismi di un agro-ecosistema e per scoprire modi nuovi e più sostenibili di fare agricoltura. Il consiglio? Cogliete l'occasione per osservare cosa accade nell'orto quando arrivano malattie e parassiti e, se pensate che sia utile intervenire, fatelo secondo i canoni dell'agricoltura biologica ricorrendo esclusivamente a rimedi naturali.

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Il quarto consiglio - L'orto, a differenza della palestra o della scuola stessa, rinasce ogni anno, di solito più volte l'anno. Questo offre immense possibilità di scoperta. L'inizio della scuola può corrispondere al momento in cui si tolgono le piante estive, magari sopravvissute grazie al lavoro di qualche collaboratore o dei bambini che hanno avuto accesso alla scuola in estate. Questo momento consente di scoprire come sono fatte le piante, che forma hanno le loro radici, quanta terra sono in grado di trattenere, gli odori della terra e così via. Terminata questa operazione si metteranno a dimora piante nuove e sarà una sorta di rinascita o, almeno, di metamorfosi. Il consiglio? Cogliete questo momento per sottolineare il lavoro fatto insieme e la rinascita di qualcosa che è di tutti, di un vero bene collettivo.

Il quinto consiglio - L'orto è frutto di un progetto, ma non esiste un progetto migliore degli altri o adatto per tutti. Esiste il progetto capace di rispondere al meglio agli specifici fabbisogni didattici che cercate di perseguire in un certo contesto ambientale (giardino, cortile, aule, ecc.). Il consiglio? Per poter progettare al meglio l'esperienza di orticoltura didattica della tua scuola, chiedi un intervento formativo presso il tuo istituto scrivendo a info@ortiscolastici.it o a info@emiliobertoncini.com. in alternativa, scrivi un messaggio Whatsapp al 3477016556 spiegando quali sono i tuoi bisogni.

E ora buon lavoro e buon nuovo anno di didattica attiva!

Breve storia degli orti scolastici nella scuola italiana (tratto da "L'orto delle meraviglie", Pisa 2015)

Da tempo conduco una ricerca sugli orti scolastici e sulla loro storia. E’ una ricerca di certo non sistematica e, soprattutto, difficile, sia perché le notizie sono frammentarie, sia perché molte esperienze trovano poco interesse a raccontarsi, se non su una scala geografica locale.

E' un vero colpo di fortuna quello che mi ha fatto incontrare Fabrizio Bertolino, un pedagogista dell'Università della Valle d'Aosta col quale è nata un'istintiva ed immediata collaborazione. Tra i frutti di tale collaborazione c'è un piccolo omaggio composto da un centinaio di fotocopie che riproducono il Manuale Hoepli dal titolo Il campicello scolastico.

Esso è il risultato del concorso con “premio in danaro e Medaglia d'argento” del Ministero della Istruzione Pubblica dal titolo “Istruzioni pratiche ai Maestri rurali sull'impianto e la tenuta del campicello scolastico” con scadenza il 31 maggio 1905 e costituisce, per quanto ne so, l'ultimo, se non l'unico, tentativo istituzionale di dare forma organica ad un progetto di orticoltura scolastica su base nazionale. Di diversa natura è il tentativo messo in atto col recente PON Edugreen col quale si è tentato di promuovere il tema della transizione ecologica nel mondo della scuola anche attraverso la realizzazione di orti scolastici.

Azimonti e Campi, autori del libro, si cimentano nella scrittura con un obiettivo ben preciso: “determinare un sensibile sviluppo dell'agricoltura razionale, quella che fa guadagnare molti quattrini”. Lo fanno cercando di introdurre nella società rurale i principi dell'agricoltura moderna rivolgendosi “alla mente facilmente impressionabile del fanciullo” che viene utilizzata come canale privilegiato col fine di avere, in un futuro prossimo, “dei coloni meno restii all'adozione di sistemi” di coltivazione “veramente razionali”. L'orientamento produttivistico e l'adozione di tecniche agricole come la concimazione chimica e la difesa antiparassitaria sono così marcati che la pubblicazione è dichiaratamente rivolta ai “Maestri rurali” che hanno la fortuna di disporre di un terreno in cui allestire il campicello scolastico o campo-scuola. Già i maestri rurali privi di tale opportunità sono individuati come coloro ai quali “spetta un compito assai difficile e d'incerta riuscita”, mentre i “Maestri delle scuole urbane”, per dirla in parole semplici ed immediate, sono tagliati fuori. Si sottolinea, infatti, che “dall'insegnamento diretto delle pratiche agricole, poco o nessun profitto potranno trarre allievi che”, vivendo in città, “quasi tutti troveranno occupazione tutt'altro che agricola”.

C'è di più: i fortunati maestri rurali dotati di campicello scolastico dovranno predisporre un vero e proprio campo dimostrativo, “un campo cioè in cui la differenza dei prodotti di 2 parcelle, coltivate in modo vario e poste a confronto, provi la convenienza dell'uso di molte pratiche razionali”, come lavori profondi ed accurati, uso di sementi selezionate, semina in linee, concimazione chimica e difesa contro i parassiti. Seguono una serie di raccomandazioni affinché tali pratiche siano “veramente inconfutabili in fatto di agricoltura progredita” e abbiano come “mira la massima semplicità, congiunta con la certezza del buon esito”. “Su ciò non si può transigere”, affermano i due autori.

Nelle mie ricerche non emerge traccia di progetti aventi una natura organica su scala nazionale fino al 2004 quando Slow Food2, pur al di fuori dal panorama delle istituzioni pubbliche e delle logiche ministeriali, propone il progetto Orto in condotta. Esso si propone come strumento principale delle attività di educazione alimentare e ambientale portate avanti dall’associazione nelle scuole. Come si legge sul sito web di Slow Food (anno 2015), “insieme agli studenti delle scuole, gli insegnanti, i genitori, i nonni e i produttori locali sono gli attori del progetto, costituendo la comunità dell'apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni dei saperi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell'ambiente”.

Non sfuggirà ai più attenti che la salvaguardia dell'ambiente oggi passa anche attraverso la rimodulazione di alcune di quelle pratiche razionali che si intendeva introdurre ad inizio '900 e che il motto “buono, pulito e giusto” proposto da Slow Food declina quella redditività economica auspicata ne Il campicello scolastico come un'adeguata redistribuzione delle opportunità di reddito tra tutti i soggetti della filiera produttiva e non certo a vantaggio esclusivo dei proprietari terrieri.

L'Orto in condotta è un progetto di durata triennale “che prevede percorsi formativi per gli insegnanti, attività di educazione alimentare e del gusto e di educazione ambientale per gli studenti e seminari per genitori e nonni ortolani”. L'orto è visto prioritariamente come uno strumento didattico per conoscere il territorio, i suoi prodotti agricoli e le relative tecniche di coltivazione e le sue ricette. Il progetto è un’occasione per incontrare artigiani, produttori e chef della comunità locale. Nel primo anno del progetto gli insegnanti vengono formati sull'orticoltura e sulla scoperta degli alimenti attraverso i sensi. Nel secondo anno, ad orto già avviato, gli insegnanti svolgono attività di educazione ambientale e alimentare in classe e all'aperto. Infine, nel terzo anno sono affrontati temi come la storia dell'alimentazione, i prodotti e il territorio. Agli insegnanti sono forniti strumenti e spunti per realizzare con gli studenti attività di educazione e scoperta delle origini del gusto. Le scuole che aderiscono al progetto entrano a far parte di una rete in cui sono censiti gli oltre 400 orti in condotta italiani.

L’orto scolastico secondo Slow Food deve presentare alcune caratteristiche:

• il terreno deve essere coltivato per tutta la durata del progetto,

• la coltivazione deve essere biologica o biodinamica,

• le varietà coltivate devono essere quelle tipiche del territorio regionale ,

• è vietata la coltivazione di prodotti geneticamente modificati,

• devono essere privilegiati i prodotti che possono essere raccolti e consumati durante l'anno scolastico,

• l'uso dell'acqua deve avere un ruolo didattico, cioè deve essere spiegata agli studenti l'importanza di una gestione oculata di questa risorsa.

Nel progetto Orto in condotta l’orto deve essere realizzato secondo la buona regola dell’arte e non può, per così dire, essere messo in discussione, tanto nella sua fisionomia, quanto nelle regole agronomiche. Inoltre, la priorità è la trasmissione dei saperi connessi all’orto e all’alimentazione. In tutto questo il progetto porta dei validi principi e conoscenze e introduce una bellissima esperienza nella scuola, ma non sembra voler fornire alla scuola un laboratorio a supporto della didattica a 360°.

Anche la Fondazione Campagna Amica, nata nel 2008 su iniziativa dell’organizzazione di rappresentanza degli agricoltori Coldiretti, propone percorsi educativi collegati all’orto, sebbene non strutturati in un progetto organico come quello di Slow Food. Si tratta, invece, di una proposta di attività educative e percorsi di crescita distinti che spaziano dalla fascia di 3-5 anni a quella 14-18 seguendo la progressione degli ordini di scuola da quella dell’infanzia alla scuola superiore. La proposta educativa è imperniata sull’orto e lascia alle scuole che decidono di aderire una certa libertà. L’impronta è, logicamente, connessa in modo sostanziale al fare agricoltura e alla tutela dell’ambiente. L’orto anche in questo caso nasce secondo il rispetto di precise regole agronomiche che, soprattutto a partire dalla scuola primaria, costituiscono un riferimento essenziale del percorso da intraprendere. Progettare l’orto, sapere come si realizza e quali sono le tecniche di coltivazione, conoscere i prodotti locali sono elementi proposti con una certa costanza nei vari percorsi educativi. In questa iniziativa c’è una maggiore attenzione alla scuola e alle proprie esigenze che si concretizza nel tentativo di collegare le attività nell’orto alla didattica ordinaria. Per esempio, per la scuola secondaria di primo grado si propone di stilare un regolamento dell’orto seguendo il percorso che ha condotto alla promulgazione della Costituzione Italiana.

Per facilitare lo svolgimento delle attività nelle scuole è prevista la figura del “personal trainer” di volta in volta incarnata dall’agricoltore, dall’agronomo o da un educatore. Nell’opuscolo “Orto amico a scuola – imparare e crescere dalla terra” si forniscono anche alcune indicazioni di natura pratica su come realizzare l’orto.

Anche alcune associazioni ambientaliste, come Legambiente e WWF, talora con specifiche iniziative o varianti regionali, propongono l’orto a scuola come strumento di educazione ambientale e alimentare. Particolare attenzione viene posta alla capacità dell’orto scolastico di fungere da strumento per interpretare e capire la relazione tra uomo e territorio. L’approccio educativo dell’associazionismo ambientalista si traduce, spesso, in una proposta che valorizza molto l’uso dell’orto a supporto dell’area disciplinare delle scienze. In alcune pubblicazioni, come L’orto biologico a scuola nato da una collaborazione tra WWF e Regione Marche, sono proposte numerose esperienze da realizzare a scuola che vanno in questa direzione, così come suggerimenti utili ad accogliere animali selvatici negli spazi scolastici.

I progetti di Slow Food, Campagna Amica e delle associazioni ambientaliste mostrano profonde differenze con l'impostazione di Azimonti e Campi: per questi autori la scuola target era quella rurale dotata di terreni posti almeno nelle vicinanze mentre oggi l'orto scolastico massimizza la propria utilità nelle scuole urbane o, comunque, laddove lo stile di vita sia fortemente urbano, cosa da cui non sono indenni le comunità rurali. Tale mutamento è connesso al forte distacco tra il momento della produzione del cibo e quello del consumo. C’è anche la consapevolezza che, se dalla città proverranno dei non agricoltori coinvolti nel processo decisionale delle comunità, è fondamentale che essi abbiano idee ben chiare sull'origine del cibo e su quali siano le condizioni necessarie per produrlo. Detto con parole più semplici, è bene che l'orto scolastico insegni qualcosa anche a chi sarà l'ingegnere, l'architetto, l'assessore, il ministro o l'insegnante del futuro.

Come avrete notato, le iniziative ministeriali sembrano essere scomparse e, forse, è proprio così. Mentre scrivo (2015) non c’è niente di più ufficiale di una pagina del sito web del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in cui si annuncia il progetto Orti nelle scuole per l’anno scolastico 2014-2015. Esso dovrebbe coinvolgere le scuole dell’infanzia e primarie e puntare a promuovere una sana e corretta alimentazione. Non sembra poter aggiungere molto alle iniziative già descritte e, soprattutto, pare in grande ritardo.

Per quanto riguarda le indicazioni nazionali, la mia ricerca ha prodotto ben poco, almeno con riferimento diretto all’orto.

Nelle indicazioni didattiche per la scuola dell’infanzia (D.M. 3 giugno 1991) si sottolinea come “i bambini soddisfano i loro bisogni esplorativi e le loro possibilità conoscitive (…) svolgendo attività che uniscono alla valenza scientifica un particolare carattere motivante come, ad esempio, le attività di cucina, le esperienze di fisica elementare con materiali diversi, le attività di interesse biologico (semine, coltivazioni di piante e, in particolare, osservazioni e riflessioni sugli animali, valorizzando con ciò la naturale tendenza affettiva dei bambini)”.

Nelle indicazioni didattiche per la scuola primaria del D.P.R. 12 febbraio 1985, n 104 c’è un riferimento a non meglio qualificate coltivazioni scolastiche. Esse sono citate in questi due passaggi:

• “Un frequente regolare controllo delle coltivazioni e degli allevamenti scolastici ed extrascolastici, esplorazioni ambientali in autunno, inverno, primavera, estate, semplici esperimenti metteranno in evidenza le fondamentali condizioni per lo sviluppo e la conservazione della vita”

• “Sarà utile compiere brevi escursioni, preparate e guidate, in vari ambienti e nelle varie stagioni, nonché riprodurre piccole comunità naturali e curare allevamenti e coltivazioni, sia pure di modesta entità”.

Nelle “Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” del 2012, invece, tra gli obiettivi di apprendimento della classe quinta della scuola primaria si trova il seguente: “riconoscere, attraverso l’esperienza di coltivazioni, allevamenti, ecc., che la vita di ogni organismo è in relazione con le altre e differenti forme di vita”. Niente di simile sembra esservi, invece, per quanto riguarda gli altri ordini e gradi della scuola.

Interessante, invece, è quanto sta accadendo in alcune regioni, come le Marche e la Lombardia, che, pur secondo percorsi diversi, finanziano la nascita di orti scolastici e propongono iniziative di formazione a ciò finalizzate.

In particolare, la Regione Lombardia finanzia gli orti didattici permanenti nelle scuole, dall'infanzia alle secondarie di primo e secondo grado, che si impegnano ad ospitare nei propri spazi esterni e ad utilizzare nella programmazione didattica per cinque anni un orto di almeno 30 mq. Ad un sostegno economico per la realizzazione dei progetti si aggiunge un servizio di accompagnamento da parte dell'ERSAF consistente nella realizzazione e gestione dell'orto e nella fornitura di serra, composter, armadio per attrezzi e impianto di irrigazione.

La Regione Marche, invece, ha attivato il progetto “Ortoincontro” al quale ho la fortuna di poter contribuire. Il progetto prevede varie azioni di sostegno per la realizzazione di orti urbani e scolastici, oltre a un percorso di orticoltura in carcere. Per le scuole sono previste due azioni: un contributo economico per la realizzazione degli orti con l’impiego di specie e varietà del repertorio della biodiversità agraria regionale e uno specifico corso di formazione per insegnanti ed educatori. Quest’ultimo mira a fornire conoscenze frutto tanto di alcune eccellenze marchigiane, quanto esperienze di altre regioni.

E il futuro degli orti scolastici?

A dire il vero, io ritengo del tutto anacronistico parlare di orto scolastico preferendo l'espressione orticoltura didattica a scuola. Essa va intesa come uso dell'orto e delle sue tecniche per insegnare e apprendere a 360°, andando oltre le regole agronomiche, l’educazione alimentare e ambientale, pur senza perderle di vista. L'orto scolastico, talora declinato in forme che quasi lo rendono irriconoscibile, diventerà così un laboratorio all’aria aperta in cui riunire i saperi che la scuola isola in discipline diverse per poterli ri-assortire, valorizzare e utilizzare secondo schemi nuovi e supportati dall'immediata applicazione dei saperi stessi. Quando dico saperi non intendo semplici nozioni, ma un patrimonio di sapere, saper fare e saper essere che credo essere uno dei contenuti minimi del bagaglio culturale dei nostri figli in vista del futuro. Passare dal fare l’orto a fare orticoltura didattica a scuola potrà essere una delle innovazioni fondamentali nel rapporto tra orto e scuola. E’ su questo terreno che mi muovo da anni.

C'è un ultimo tassello da aggiungere: le “mie” esperienze di orticoltura didattica a scuola vogliono perdere l'aggettivo possessivo e divenire condivise. E' per questo che è nato il sito www.ortiscolastici.it, che esiste una pagina Facebook dedicata (www.facebook.com/OrtiScolastici) e che continuo a fare i più disparati sforzi per diffondere l'esperienza che porto avanti insieme a tanti amici. Questa, io credo, dovrà essere una delle strategie del futuro: i progetti che portano gli orti nelle scuole non potranno rimanere esperienze circoscritte, ma dovranno trovare nella condivisione e in una certa creatività dei percorsi il proprio fondamento.

Orti e giardini scolastici: finalmente una svolta a livello nazionale?

Per la prima volta nella storia del nostro paese quasi tremila istituti scolastici riceveranno un finanziamento per realizzare o implementare progetti relativi a orti e giardini scolastici.

La notizia ha il sapore degli eventi eccezionali, anche se si spera che tale eccezionalità sia destinata a decadere con una politica tesa a trasformare orti e giardini in ambienti di apprendimento ordinari, un po' come accaduto alle palestre, oggi non più presenza eccezionale, o all'aula di informatica, ormai fattasi da parte per lasciar entrare l'informatica stessa in tutte le aule. In ogni caso, sono stati approvati tutti i progetti (2.885) presentati sull'avviso "Edugreen: laboratori di sostenibilità per il primo ciclo". A questi si aggiungono 645 progetti ammessi a finanziamento sul bando "Laboratori green, sostenibili e innovativi per le scuole del secondo ciclo" destinato alle scuole secondarie di alcune regioni dell'Italia meridionale. Secondo indiscrezioni, questo bando potrebbe essere ampliato a breve ad altre regioni.

Rimane inteso che ci troviamo di fronte ad una scommessa epocale: sapremo trasformare 71 milioni di euro in un'opportunità, in un modo nuovo e migliore di fare scuola? La domanda ha bisogno di una risposta da costruire passo passo insieme a una nuova cultura del fare orto e giardino in chiave educativa, come ben spiegato nell'introduzione alla video lezione dedicata all'avviso scaduto lo scorso 31 gennaio.

Per il momento, non rimane che assaporare quella che potrebbe essere una vera e propria svolta epocale e mettersi al lavoro per costruire un futuro che abbini la transizione ecologica a quella verso nuovi modelli di scuola in cui l'espressione "educazione all'aperto" non sia più uno slogan, ma vera sostanza dell'educare e del'apprendere.

Segui questo link per scoprire le graduatorie regionali e scopri il sito ortinellescuole.it.



 





Orti e giardini scolastici per la transizione ecologica nel nuovo bando PON

"Questo ulteriore investimento in laboratori e strutture per l’educazione ambientale conferma il nostro impegno, che ho avuto modo di esporre anche alla COP26 di Glasgow, e ci consente di fare un altro passo concreto nella realizzazione degli obiettivi del Piano ‘RiGenerazione Scuola’, perché la formazione sui temi della sostenibilità diventi sistemica e trasversale."

Sono queste le parole con cui il Ministro dell'Istruzione Bianchi ha accompagnato il lancio del nuovo avviso PON che finanzia anche orti e giardini scolastici. In particolare, il bando prevede l'erogazione di un totale di 102 milioni di euro per promuovere il tema della transizione ecologica nel mondo della scuola.

L’Azione 1 dell'avviso, rivolta alle scuole del primo ciclo finanzia l’educazione ambientale tramite la realizzazione o la riqualificazione di orti e giardini didattici intesi come luoghi di apprendimento curricolare delle scienze, delle arti, dell’alimentazione e della sostenibilità. 

L'Azione 2, rivolta agli istituti del secondo ciclo di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e con priorità per le scuole agrarie, finanzia, invece, i laboratori didattici di “agricoltura 4.0”. Si tratta di impianti idroponici, sistemi digitali per il monitoraggio delle coltivazioni e altre tecnologie innovative o favorevoli all'efficientamento energetico.

Scadenza il 31.01.2022


Per saperne di più: www.istruzione.it/pon/

Per scaricare direttamente il bando clicca qui.




Linee guida per gli orti didattici nelle scuole di Milano: un modello di riferimento

Le linee guida per gli orti didattici delle scuole milanesi, disponibili sul sito foodpolicymilano.org, sono il frutto di un percorso volto a diffondere e facilitare la pratica degli orti didattici nelle scuole. Specificamente pensate e studiate per le scuole dell'area milanese, possono costituire un modello di riferimento anche in altre zone del nostro paese.

Educatori e insegnanti possono trovarvi un sintetico vademecum iniziale che riassume i passi da fare per avviare un progetto di orto didattico che duri nel tempo, sia fruibile da diverse classi e coinvolga il tessuto sociale nel quale la scuola è inserita.

I passi descritti nel documento sono approfonditi nei diversi capitoli delle linee guida, dove si affrontano tematiche pedagogiche e didattiche, procedure amministrative (evidentemente valide a Milano e zone contermini) e questioni pratiche.

Vengono inoltre presentate le buone pratiche esistenti a Milano e la mappatura degli orti già realizzati.


Per scaricarle basta seguire questo link:


Orto e giardino educativo al nido e nella scuola dell'infanzia - il corso on line

CORSO COMPLETO - se sei interessat* a una nuova edizione, scrivi a info@ortiscolastici.it per segnalarlo!



Si svolgerà on line tra marzo e aprile l'8^ edizione del corso dedicato all'orto e al giardino educativo nei nidi e nelle scuole dell'infanzia.


La tematica trattata si inserisce nel filone dell’outdoor education e riguarda la possibilità di progettare e realizzare interventi capaci di modificare gli spazi esterni dei servizi educativi attraverso l’introduzione e la coltivazione di piante (ortaggi, piante ornamentali, aromatiche, ecc.) con l’obiettivo di favorire le dinamiche di apprendimento e di trasformare detti spazi in luoghi di esperienza. Particolare attenzione sarà posta alla valorizzazione degli spazi esterni di dimensioni ridotte e privi di terreno coltivabile.

CARATTERISTICHE DEL CORSO

Destinatari: educatori e educatrici di nido e altri servizi educativi della fascia 0-6, insegnanti della scuola dell'infanzia; il corso è aperto anche ai coordinatori e alle coordinatrici pedagogiche e a chiunque interessato ai temi trattati.

Durata:  l'impegno complessivo è di circa 20 ore così suddivise: 
  • fruizione di un video introduttivo della durata di circa 30 minuti,
  • 15 ore in presenza su piattaforma Google-meet nei sabati 06, 13, 27 marzo e 10 aprile 2021
  • 4,5 ore di esercitazioni individuali da svolgere sulla base di indicazioni fornite dal docente e da documentare per l'inserimento delle ore in attestato.

Orari: dalle 9.15 alle 13.00 dei sabati indicati poco sopra per le sole 15 ore in presenza; le ore rimanenti saranno gestite in autonomia dai partecipanti.

Modalità: il corso si svolgerà on-line su piattaforma meet; sono previste esercitazioni che i partecipanti potranno svolgere in autonomia.

Sede: piattaforma Google-meet. 
E' necessario disporre di un'indirizzo di posta elettronica di G-mail.

Costi di partecipazione: €
 120,00 (centoventi/00) a persona. Per chi effettua la pre-iscrizione entro il 15/02/2021 la quota è ridotta a € 99,00 (novantanove/00) a persona. La quota comprende: partecipazione al corso on-line, dispensa e altri documenti e materiali utili per il lavoro forniti via web e rilascio dell'attestato di partecipazione. E' escluso dalla quota tutto quanto non specificamente menzionato.

Docente: Emilio Bertoncini, Agronomo e guida ambientale, ha vinto una menzione speciale dell'Agricoltura Civica Award 2013, il premio per le agricolture del futuro di AiCARE. Ha collaborato con la Regione Marche per il progetto Ortoincontro riguardante i temi degli orti urbani e scolastici. Collabora col Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano per il progetto “La scuola nel parco”. E’ stato coinvolto in vari progetti formativi e educativi connessi all'orto e al giardino per le Conferenze Zonali dell'Istruzione di Lucca, Pistoia e Valdinievole e per i comuni di Montale (PT), Quarrata (PT) e San Giuliano Terme (PI), nonché nella formazione delle educatrici dei nidi privati del Comune di Prato (PO) per il tramite di CEMEA Toscana. Negli scorsi anni educativo ha collaborato con i seguenti nidi: “Il nido” di Lucca, “Pinco Pallino” 1 e 2, “Arcobalocco” e "Le piccole canaglie" di Quarrata (PT), "I piccoli gufi" di Scandicci (FI) e "Golgi Redaelli" di Milano. E’ autore dei libri “Orticoltura (eroica) urbana” e “L'orto delle Meraviglie” e curatore di “Evviva l’orto che ci fa sporcare – la biodiversità agraria delle Marche entra a scuola” edito dalla Regione Marche. Collabora stabilmente con la rivista “Bambini” di Spaggiari editore e con l’associazione Bambini e Natura.

Iscrizioni: da perfezionare entro le ore 20:00 del 27/02/2021 mediante versamento anticipato della quota di iscrizione. Il pagamento della quota avverrà tramite bonifico bancario al raggiungimento del numero minimo di iscritti.

- Recapiti per informazioni e iscrizioni: per richiedere informazioni, ricevere il programma didattico dettagliato o effettuare le preiscrizione è sufficiente scrivere all'indirizzo info@ortiscolastici.it

I consigli per l'orto scolastico ai tempi del Covid-19

L'anno scolastico appena iniziato si presenta come uno dei più difficili della storia repubblicana e parte con numerose incertezze e qualche novità che aiuta a fornire qualche suggerimento per l'orto del nuovo anno scolastico.

Primo consiglio

Torniamo a leggere le cosiddette "linee guida" (1), formalmente il "Piano Scuola 2020-2021", e il documento del CTS sulle misure contenitive nel settore scolastico (2) per capire come l'orto potrebbe costituire uno spazio d'elezione per la loro applicazione. Ci preme sottolineare come alcuni passaggi possano costituire un forte invito proprio verso l'uso del giardino e di altri spazi nei quali realizzare orti con finalità didattiche. L'orto potrebbe, in particolare, costituire il contesto che offre "l'opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale" (1) e le condizioni per il necessario distanziamento fisico. Sicuramente risponde alla necessità di privilegiare lo svolgimento di attività didattiche "all'aperto, valorizzando lo spazio esterno quale occasione alternativa di apprendimento" (2). 

Non solo, l'invito a "favorire la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri,  biblioteche, cinema, musei al fine di potervi svolgere attività didattiche o alternative a quelle tradizionali comunque volte a finalità educative" potrebbe essere un'occasione da cogliere al volo per individuare, per esempio in collaborazione con i comuni e altri enti pubblici, spazi esterni al perimetro scolastico in cui far nascere l'orto didattico della scuola creando, al contempo, la premessa per una manutenzione dell'orto a cura delle famiglie e degli studenti durante le prossime vacanze estive o in caso di nuova chiusura della scuola (che noi tutti speriamo possa essere scongiurata), ovviamente nel rispetto delle misure di distanziamento. Potrebbe, addirittura, nascerne l'opportunità di dare vita o recuperare orti urbani che, man mano che torneremo alla normalità, potranno vivere grazie all'intervento dell'intera comunità urbana assolvendo alla duplice funzione di orto scolastico e civico. In tal senso, i "patti educativi di comunità" e gli "specifici accordi" richiamati da entrambi i documenti sembrano poter costituire strumenti utili a far nascere questi nuovi orti fuori dal perimetro scolastico in una cornice giuridica tesa al loro permanere nei futuri anni scolastici.

Secondo consiglio

Non dimentichiamo che, anche in un anno scolastico particolare come quello che stiamo per vivere, la scuola continua ad essere la scuola e che la responsabilità educativa di questa istituzione, vero pilastro della comunità, non può essere integralmente subordinata agli adempimenti conseguenti alle responsabilità di ordine sanitario, esattamente come nello scorso anno scolastico non ci si è arresi di fronte al lockdown tentando di supplire con la DAD. In tal senso, la progettazione delle esperienze didattiche che trovano nell'orto un tempo e uno spazio di realizzazione e nel coltivare una possibile metodologia didattica, dovrà garantire il massimo sforzo per coniugare le esigenze di contenimento della diffusione del Covid-19 e il perseguimento degli obiettivi didattici e formativi ordinariAnzi, l'orto potrà diventare un contesto in cui apprendere modalità sicure di relazione interpersonale e metodiche di distanziamento e sanificazione praticabili e capaci di mantenere relazioni sociali essenziali per lo sviluppo personale e per la vita della comunità. 

In tal senso, la configurazione geometrica e dimensionale dell'orto potrà essere pensata in modo tale da garantire il distanziamento fisico tra gli studenti che, eventualmente divisi in "gruppi di apprendimento" (1) numericamente ridotti, potranno porsi al lavoro in un contesto che favorisce “l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari” e la contestuale socializzazione. Parimenti, con i dovuti accorgimenti organizzativi e in funzione dell'età, gli studenti potranno essere coinvolti nelle procedure di sanificazione degli attrezzi (es. mediante irrorazione di spray disinfettanti sui loro manici) o nelle valutazioni che conducono alla scelta delle varie misure di protezione (es. uso dei guanti per toccare gli attrezzi o scelta della disinfezione di questi ultimi nel passaggio da un individuo all'altro).

Terzo consiglio


L'orto o alcune sue porzioni potranno essere utilizzate per creare suddivisioni tra gli spazi del giardino scolastico riservati alle varie "bolle" o, comunque, frequentati in maniera differenziata dalle varie classi o sezioni della scuola. In tal modo, le rigide linee di separazione potranno essere stemperate da ampie strisce di terreno coltivato, eventualmente sinuose, capaci di costituire al tempo stesso superfici utili allo svolgimento delle attività didattiche ed elementi di distanziamento tra gruppi funzionali di studenti, ciascuno dei quali potrà, in momenti diversi, contribuire alla coltivazione sviluppando progetti didattici talora distinti.

Ove gli spazi esterni della scuola non siano un vero e proprio giardino, tali divisioni potranno scaturire dall'impiego di varie tipologie di vasi, fioriere e altri contenitori atti alla coltivazione garantendo anche la possibilità di mantenere passaggi che tengano in salvo le vie d'esodo. Anche in questo caso l'orto potrebbe costituire una "zona di frontiera" capace di separare i gruppi garantendo una condivisione di spazi a tempi alternati con intervalli di tempo sufficienti a garantire la scoparsa di eventuali contaminazioni da Sars-Cov2.

Quarto consiglio


Questo sarà l'anno della creatività e, se sapremo usare il pensiero divergente, potremo trovare soluzioni capaci di aiutarci anche in futuro. Esistono, tuttavia, soluzioni che vengono dal passato più o meno recente e che potremo recuperare dando loro il senso della retro-innovazione. E' in tal senso e con misurata provocazione che guardiamo all'immagine qui a destra: questa potrebbe essere la soluzione per creare più orti ai quali lavorano gruppi di apprendimento, classi o sezioni diverse e, soprattutto, coltivazioni spostabili per evitare l'occupazione stabile di  porzioni di cortile, giardino o altri spazi esterni (o interni?) che rimarranno libere per svolgere altre funzioni e saranno occupate dall'orto solo quando ce ne è necessità.

Una ricognizione delle soluzione utilizzate negli orti urbani potrà esserci di grande aiuto per far nascere orti attorno ai quali garantire il distanziamento fisico o l'alternarsi di gruppi di apprendimento. Qualche suggestione per immagini è esposta qui sotto, ma l'invito è quello a svolgere una più ampia ricerca.


Quinto consiglio


In circostanze straordinarie servono azioni straordinarie e allora, nell'anno scolastico in cui l'individualizzazione dei gesti potrebbe dare la massima sicurezza igienica, potremmo provare a trasformare il gesto del singolo in un'azione collettiva. Come? Come accade in un'orchestra, in uno stormo o nell'apparato radicale di un albero: andando in cerca di soluzioni che trasformano le azioni di un individuo nell'armonica azione di un gruppo. La soluzione più semplice potrebbe essere quella di realizzare tanti piccoli orticelli individuali (in cassetta, in vaso, in bottiglia, ecc.) capaci di configurare, pur nel necessario distanziamento, un orto collettivo. Addirittura, potrebbe trattarsi di un orto modulare a geometria variabile che, con gli opportuni accorgimenti igienici in occasione degli spostamenti, definisca ora uno spazio in cui leggere, ora un percorso per l'educazione motoria, ora la riproduzione di un simbolo o di un'opera d'arte. Basta dare spazio alla fantasia!

Sesto consiglio


Questo è il consiglio che si spera possa risultare del tutto inutile o che potrebbe essere reinterpretato laddove certe modalità didattiche potrebbero costituire una soluzione integrativa a quelle ordinarie in presenza. E' il consiglio da adottare qualora, a causa dell'interruzione delle attività didattiche, si dovesse tornare alla DAD. Ecco, il quel caso, l'orto potrà costituire un'occasione educativa presso il domicilio di studenti e studentesse grazie ai tutorial disponibili sul canale Youtube "Ortiscolastici".


Settimo consiglio


Se la tua scuola aveva un orto scolastico già lo scorso anno, compila il questionario della "Prima indagine nazionale sugli orti scolastici". Lo trovi cliccando qui.

Un ultimo consiglio


Se è vero che questo anno scolastico avrà natura straordinaria, è anche vero che l'auspicio di tutti è quello che possa essere quello della progressiva normalizzazione, quello che ci dimostrerà che la convivenza col Covid-19 è possibile e che il virus Sars-Cov2 sia gestibile con alcuni piccoli accorgimenti di prevenzione, ma senza cadere una psicosi paralizzante. In tal caso, torneranno comodi i vecchi consigli, quelli di altri anni scolastici meno speciali e più ordinari. Per trovarli basta cliccare qui!




Buon lavoro!










Al via la prima indagine sugli orti scolastici in Italia

Il mondo degli orti scolastici e dell'orticoltura didattica a scuola è assai variegato e, nonostante venga spesso citato in articoli di stampa o pubblicazioni di vario genere, ad oggi sembra mancarne un quadro conoscitivo esauriente. Esso potrebbe scaturire da un censimento delle varie esperienze che, però, non è mai stato condotto.


Per questo dal lavoro di Emilio Bertoncini, agronomo esperto di orticoltura didattica e urbana è nato un questionario che cerca di colmare parzialmente le lacune conoscitive su questo settore attraverso una serie di quesiti che indagano i progetti in cui è prevista la coltivazione di un orto scolastico. Esso è indirizzato a tutti coloro che sono in grado di riferire informazioni sui progetti attivi alla data del 5 marzo 2020, giorno di chiusura delle scuole sul territorio nazionale in seguito all'emergenza Covid-19.

Per saperne di più e per procedere alla compilazione segui questo link:

















Seminiamo e piantiamo con i bimbi più piccoli ai tempi del lockdown

Aprile 2020 - Le scuole e i servizi educativi sono chiusi a causa dell'epidemia di Covid-19 e molt* bimb* di età compresa tra 1 e 6 anni sono a casa con i genitori, privati di un esperienza educativa fondamentale.

Per questo motivo Emilio Bertoncini ha realizzato un video - tutorial che intende aiutare i genitori nello svolgimento di un laboratorio che mira a mantenere una connessione tra bambin* e natura.

Chi vuole può mettersi all'opera!




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Per saperne di più sulle attività di Emilio Bertoncini, autore del video, è possibile consultare i seguenti link:
www.emiliobertoncini.com
www.ortiscolastici.it
www.ortoalnido.it
www.giardinoingiro.it.

Potrebbero interessarti anche il tutorial di "Semina un Albero con Emilio", che si trova a questo all'indirizzo https://youtu.be/nx9MJH5ooKw, o #ilcompitogreen, che si trova all'indirizzo https://youtu.be/j_jmZg5HXow.

Il compito green!


Marzo 2020 - Le scuole sono chiuse a causa dell'epidemia di Covid-19 e molti insegnanti mi chiedono consigli per affidare a bambin* e ragazz* della propria scuola un #compitogreen. 

Ad alcuni ho mandato un messaggio, con altri ho fatto una riunione via Skype. Alla fine mi sono detto che un video avrebbe potuto funzionare sia da strumento con cui affidare il compito, sia da tutorial per bambin* e ragazz*. 

Così è nato questo video che qualsiasi insegnante potrà usare a supporto della propria attività didattica.



Buona visione!





Oltre la soglia - pratiche di outdoor education

A causa del protrarsi dell'emergenza e dell'assoluta inopportunità di effettuare spostamenti sul territorio nazionale, l'evento viene rinviato a data da destinarsi.




Si svolgerà a Lucca il 21 marzo 2020 la giornata formativa dal titolo "Oltre la soglia - pratiche di outdoor education".


La tematica proposta si inserisce nel filone dell’outdoor education e riguarda la possibilità di cogliere le opportunità educative offerte dai materiali naturali, con particolare attenzione a quelli rinvenibili nei giardini dei servizi, nei parchi cittadini e nella natura di prossimità. Tutto questo invitando all'uso dei suddetti spazi all'aperto come luoghi di esperienza e a sostenere dinamiche di apprendimento e auto-apprendimento “in” e “con” la natura e i suoi materiali, sia in momenti di vita al nido/scuola/servizio, sia in attività con le famiglie.

Saranno trattati i seguenti argomenti:

- i luoghi di natura e la loro esplorazione con i bambini e le famiglie – strategie d’ingaggio dell’utenza tra sicurezza e avventura vissute in chiave pedagogica;

- i materiali naturali: incontro, scoperta, raccolta, uso e conservazione – dal magazzino creativo all’atelier diffuso, passando attraverso la biblioteca oggettuale a cielo aperto.

CARATTERISTICHE DEL CORSO

Destinatari: educatori e educatrici di nido e altri servizi educativi della fascia 0-6, insegnanti della scuola dell'infanzia; il corso è aperto anche ai coordinatori e alle coordinatrici pedagogiche e a chiunque interessato ai temi trattati.

Durata: 8 ore nella giornata di sabato 21 marzo 04 aprile 2020.

Orari: dalle 9.00 alle 18.30 con pausa pranzo tra le 13.00 e le 14.30.

Modalità: didattica frontale, momenti di discussione in plenaria, esperienze in esterno e laboratori pratici.

Sede:  Nido d'infanzia "Il nido" - Via Nottolini, 350 Sede in corso di individuazione per evitare ogni rischio per i bambini del nido - Lucca  (a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria)

Costi di partecipazione€ 90,00 (novanta/00) a persona. Per chi effettua la pre-iscrizione entro il 25/03/2020 la quota è ridotta a € 80,00 (ottanta/00) a persona. Per tutti coloro che abbiano già partecipato a un'edizione del corso dedicato a "orto e giardino educativo" erogato da Emilio Bertoncini è previsto uno sconto di € 10,00 (dieci/00) cumulabile col primo. La quota comprende: partecipazione al corso, dispensa, documenti e materiali utili per il lavoro forniti su pen drive del partecipante (da portare in occasione del corso) e rilascio dell'attestato di partecipazione. Sono esclusi dalla quota vitto, alloggio e quanto non specificamente menzionato. I pranzi sono a cura dei partecipanti.


Docente: Emilio Bertoncini, Agronomo e guida ambientale, ha vinto una menzione speciale dell'Agricoltura Civica Award 2013, il premio per le agricolture del futuro di AiCARE. Ha collaborato con la Regione Marche per il progetto Ortoincontro riguardante i temi degli orti urbani e scolastici. E’ stato coinvolto in vari progetti formativi e educativi connessi all'orto e al giardino per le Conferenze Zonali dell'Istruzione di Lucca, Pistoia e Valdinievole e per i comuni di Montale (PT), Quarrata (PT) e San Giuliano Terme (PI), nonché nella formazione delle educatrici dei nidi privati del Comune di Prato (PO) per il tramite di CEMEA Toscana. Negli scorsi anni educativo ha collaborato con i seguenti nidi: “Il nido” di Lucca, “Pinco Pallino” 1 e 2, “Arcobalocco” e "Le piccole canaglie" di Quarrata (PT), "I piccoli gufi" di Scandicci (FI) e "Golgi Redaelli" di Milano. E’ autore dei libri “Orticoltura (eroica) urbana” e “L'orto delle Meraviglie” e curatore di “Evviva l’orto che ci fa sporcare – la biodiversità agraria delle Marche entra a scuola” edito dalla Regione Marche. Collabora stabilmente con la rivista “Bambini” di Spaggiari editore.


Iscrizioni: da perfezionare entro le ore 20:00 del 25/03/2020 mediante versamento anticipato della quota di iscrizione. Il pagamento della quota avverrà tramite bonifico bancario al raggiungimento del numero minimo di iscritti.

Recapiti per informazioni e iscrizioni: per richiedere informazioni, ricevere il programma didattico dettagliato o effettuare le preiscrizione è sufficiente scrivere all'indirizzo info@emiliobertoncini.com

Arte in Orto - parte prima

Coltivare in ambito educativo, se interpretato per le possibità che offre e non per l'idea che comunemente ne abbiamo, è una metodologia che può favorire apprendimenti nei campi più diversi. Ciò che conta è riuscire ad abbandonare gli stereotipi agricoli per attribuire a quel gesto la valenza educativa che gli è connaturata. Per questo da anni suggerisco che la progettazione dell'esperienza dell'orto scolastico prenda le mosse dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, dal Piano triennale dell'Offerta Formativa e dagli altri strumenti di programmazione didattica della scuola. Lo suggerisco, ma non sempre è facile mettere in atto questa idea. Questo accade per vari motivi, anche se spesso quello predominante è la difficoltà di scardinare l'idea di orto che abbiamo in testa, quello agricolo della tradizione.

Grazie alla collaborazione con una scuola della mia città, la Scuola Mimosa di Lucca, negli ultimi tre anni scolastici questo proposito è divenuto sostanza in continuo mutamento. Così, se il primo anno i temi dominanti nell'orto sono stati la geometria e l'accampamento romano e il secondo anno il nostro coltivare ha riprodotto simbolicamente la città di Lucca, quest'anno l'arte è entrata prepotentemente nell'orto.

E' necessario, però, fare un piccolo passo indietro, forse due, per spiegare cosa sta succedendo. Il primo di questi passi ci porta all'inizio di questa esperienza quando l'idea di orto che avevano le insegnanti si è "scontrata" con questo approccio. La riunione di progettazione all'inizio del primo anno, infatti, non aveva prodotto la svolta verso questo modo di concepire l'orto e questa per qualcuno ha tardato ad arrivare anche strada facendo. Fortunatamente, l'orto è facilmente fotografabile dall'alto e aggiungere una infografica ad una delle immagini ha consentito di sbloccare, sia in alcune delle insegnanti, sia nei genitori, il vincolo che ci teneva legati ad un'idea tradizionale del coltivare. In qualche modo, si è arrivati a "fidarsi" di quell'orto assai strano in cui niente, né l'uso degli spazi, né la forma delle parcelle coltivate, corrispondeva all'orto che viveva nell'immaginario collettivo locale. Eppure, quell'orto strano funzionava per fare scuola. Questo è stato un passaggio fondamentale per introdurre al secondo anno elementi davvero anomali per un orto, come un laghetto* che ha offerto ai bambini non poche possibilità di sperimentazione autonoma.

(immagine da www.mauritshuis.nl)
Il secondo passo indietro ci porta alla scorsa estate quando, con i miei figli, ho visitato alcuni musei nei Paesi Bassi. E' stato al Mauritshuis de L'Aja, dove ci eravamo recati soprattutto per ammirare il dipinto di Jan Vermeer noto come "La ragazza con l'orecchino di perla", che è arrivato un input decisivo. La mia attenzione è stata catturata da alcune nature morte, tra cui "Il vaso di fiori" di Jan Davidsz de Heem. A colpirmi è stata la varieta di fiori presenti in quel quadro ma, soprattutto, il fatto che, prestando attenzione e dedicando tempo all'osservazione, si nota la presenza di numerosi insetti rappresentati con una cura stupefacente. Così, passando di quadro in quadro, la mia attenzione è stata sempre più calamitata, finché non ho scoperto che il museo ospitava anche due grandi vasi di fiori che riproducevano due delle nature morte rappresentate nei quadri. A quel punto non ho potuto fare a meno di prendere il mio smartphone e scrivere nella chat dedicata all'orto della scuola in questione che quest'anno l'orto avrebbe avuto come tema l'arte, meglio se un quadro. Al coro di sì è seguita ad inizio anno scolastico una concitata fase di progettazione che ha condotto alla scelta di un'opera a cui ispirarsi. 

Si tratta di "Verso l'alto" di Vasilij Kandinsky, un'opera assai più semplice da realizzare delle nature morte**, ma ricca di geometrie e cromatismi capaci di offrire spunti e opportunità educative. Come accade ogni anno, ciascuna insegnante decide in che misura sfruttare l'esperienza dell'orto e, soprattutto, il livello di interazione con lo stesso che, naturalmente, dipende anche dalle classi seguite e dalle discipline insegnate. Nel caso specifico, lo stesso spazio - orto è a disposizione, sebbene in tempi distinti, sia della scuola dell'infanzia, sia della scuola primaria. Questo determina un diverso ruolo in fase progettuale e attuativa delle varie sezioni / classi. Tutti i bambini concorrono, comunque, alla realizzazione del medesimo progetto, pur con sguardi e attività diverse. L'opera si presta a lavorare a molti livelli e i primi incontri sono stati dedicati soprattutto alla definizione delle geometrie, tra semicerchi, rettangoli e triangoli variamente composti. I bambini della scuola primaria hanno anche avuto l'opportunità di contribuire alla progettazione di dettaglio dell'orto su una base geometrica ispirata al quadro. Le idee proposte sono state le più disparate. Alcune sono state decisamente inattuabili, ma capaci di fornire lo spunto per alcune riflessioni, per esempio sulla differenza tra piante annuali e perenni, altre sono state immediatamente accolte per la loro utilità, come quella di inserire nell'orto delle piante da fiore.

A seguire una sequenza di immagini relative a quanto fin qui realizzato e, al termine, alcune riflessioni su questa esperienza ancora in itinere.

Fotografia n.1 - Uno dei progetti proposti dai bambini della scuola primaria e parzialmente accolto.

















Fotografia n.2 - La scelta effettuata ha richiesto un lavoro di adattamento dello schema geometrico del quadro, svolto da una delle insegnanti, e un adeguamento alle dimensioni dello spazio disponibile. La prima fase di realizzazione, svolta con le classi della scuola primaria, ha richiesto l'uso di strumenti relativamente inusuali per l'orto, come il martello, e "l'invenzione" di alcuni di essi, come il compasso.






Fotografia n.3  - Si procede alle misurazioni per definire le geometrie dell'orto.







Fotografia n.4 - Una corda rigida e due picchetti consentono di tracciare i semicerchi. La lunghezza della corda è il raggio di riferimento. Sembra ovvio, ma, quando puoi tenere in mano un raggio, in te può accadere una piccola rivoluzione concettuale.



Fotografia n.5 - L'orto muta di anno in anno, anche perchè progettato per scomparire con i raccolti a fine scuola, e quest'anno sono stati via via tolti i vasi di terracotta che lo hanno caratterizzato in passato. Daranno vita ad un altro settore dell'orto.




Fotografia n.6 - Al termine del primo giorno di attività la parte essenziale della "grafica" del quadro appariva definita grazie ad un nastro argentato, alla piantagione di lattughe e cipolle e all'uso di un terriccio più scuro del terreno disponibile in loco.









Fotografia n.7 - Per i bambini della scuola dell'infanzia l'orto continua ad essere uno spazio di esercizio della motricità fine e delle abilità grosso motorie, una circostanza di contatto col sé e con l'altro, con la terra e con lo stare fuori in modi inusuali. Intanto, si introducono alcuni principi di ergonomia e sicurezza.




Fotografia n.8 - Si piantano le pansè o viole del pensiero, ma non sono affatto di color viola! Chissà se Kandinsky sarebbe d'accordo con la scelta cromatica. Intanto, alle mani è richiesto un lavoro di maggior precisione.










Fotografia n.9 - Tra le viole arrivano le lattughe. Saranno il nostro raccolto invernale, mentre le viole ci accompagneranno fino a primavera.





Fotografia n.10 - I bimbi della scuola primaria distribuiscono terriccio per dare un effetto cromatico ad alcuni settori del "quadro".










Fotografia n.11 - L'orto continua a crescere e altre pansè, questa volta a fiore giallo, hanno occupato nuovi settori del quadro.
Contrapposto ad esse c'è un terreno scuro in cui sono stati seminati dei ravanelli. Il colpo d'occhio ci regala un orto che, per dirla con le parole di una bambina, "sembra un giardino".


A questo punto è necessario fare almeno una riflessione, sebbene il lavoro sia, come si usa dire, work in progress. Il nostro coltivare continuerà a rispondere a tanti fabbisogni, ma allo stupore adulto di fronte all'orto che si fa quadro, testimoniato anche dai commenti scaturiti dalla pubblicazione delle immagini sui social network, io preferisco le parole della bambina citate nella didascalia dell'ultima immagine. Una delle cose che stanno accadendo è che stiamo ridefinendo i confini tra il coltivare per utilità (l'orto) e per diletto (il giardino) e proponendo l'idea che il funzionale e il bello possano coesistere, che la zappa e il pennello possano essere compagni di avventura, che la geometria e l'arte siano solo declinazioni diverse del nostro vivere. Coltivare, cioè, ci sta offrendo la possibilità di riconsiderare le stesse divisioni in aree disciplinari che la scuola ancora non riesce a scrollarsi di dosso e l'orto-quadro-giardino ci offre un'aula in cui esercitare in modo alternativo le competenze offerte dalla scuola, mescolandole e portandole su un piano di realtà.

Come suggerisce il titolo del post, di questa esperienza si tornerà a parlare su questo blog, e ci sarà bisogno di fare altre riflessioni, ma voglio chiudere dicendo che essa offre e ha già offerto, anche in occasione di corsi di formazione per insegnanti, spunti di cambiamento per chiunque faccia scuola. Ciò dimostra anche che la scuola privata può costituire un laboratorio di pratiche di cui potrà beneficiare la scuola pubblica e che, se riuscissimo a ridefinire confini e relazioni tra queste due, il mondo educativo non  potrebbe fare altro che beneficiarne.

Autore del post: Emilio Bertoncini

Note al testo:

* Il laghetto è stato introdotto poiché i bambini hanno chiesto che nella rappresentazione simbolica della città di Lucca vi fossero l'orto botanico e, appunto, il piccolo specchio d'acqua che, oltre a ospitare particolari essenze vegetali, si lega ad una leggenda cittadina.

** In quel caso si sarebbe potuto pensare un orto che accoglie i fiori rappresentati nella natura morta.