Visualizzazione post con etichetta funghi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta funghi. Mostra tutti i post

The strange mushrooms

"Esperienze di orticoltura didattica a scuola": è questa l'espressione che mi piace utilizzare quando parlo di orti scolastici. Sulle prime non è facile comprendere la differenza, ma è sostanziale: nel primo caso l'orto è un mezzo per vivere esperienze educative e formative, nel secondo l'orto diviene il fine e limita le possibilità di esplorare il mondo, cosa che scuola e servizi educativi sono chiamate a fare con i bambini e i ragazzi. Ne ho parlato ampiamente nel libro "L'Orto delle meraviglie".

Se esperienza deve essere, si deve abbandonare la logica dell'attività didattica, quindi di un qualcosa di strutturato e preordinato tanto negli obiettivi, quanto nei risultati e nello svolgimento. Un esempio estremamente calzante si è presentato qualche settimana fa presso la "The bilingual school of Lucca" dove da alcuni anni esiste un orto scolastico. Come programmato, i bambini sono usciti dall'edificio che ospita la scuola per andare nel "giardino segreto" che ospita una parte dell'orto. Era prevista la lavorazione di una parcella di terreno cui sarebbe seguita una semina, ma uno dei bambini ha ben presto notato alcuni funghi posti alla base di un albero al quale è appoggiata una delle grandi immagini di ortaggi che campeggiano proprio nel giardino segreto. "Guardate, ci sono dei funghi!" ha esclamato. Da quell'esclamazione è nata un'esperienza molto articolata che nessuno aveva e avrebbe potuto programmare e che ha trasformato una tranquilla mattinata di orticoltura didattica in un momento di straordinaria valenza educativa.

Per capire cosa è successo dobbiamo proseguire con un po' di cronaca e commentarla.


I bambini corrono verso la famigliola di funghi, io mi faccio spazio tra loro e arriva subito una domanda: "Che funghi sono?". Di fronte alla domanda chiedo ai bambini di sedersi in cerchio, cosa che faccio anch'io, e smonto subito il mio ruolo di esperto: "Bambini, io sono un agronomo, cioè una persona che sa come si coltivano le piante, e i funghi non li conosco". Facce ammutolite. Continuo: "Non si può essere esperti di tutto. L'esperto di funghi si chiama micologo e possiamo trovarlo all'ASL o, per capirci meglio, negli uffici dell'ospedale".
Credo che questo sia stato uno dei momenti più elevati della mia ormai lunga esperienza nel mondo della scuola: ho potuto cogliere l'occasione per dire che non esistono i tuttologi, sebbene l'agronomo un po' lo sia, e che di volta in volta c'è un'esperto specifico. Di più: alla domanda "Ma allora lo sai se si possono mangiare o no?" ho risposto che non lo so e che non li avrei mai mangiati prima di consultare un esperto micologo.

In quel momento una delle maestre che era con me ha fatto una domanda di fondamentale importanza, cioè ha chiesto se fossimo sicuri che si trattasse di funghi. L'occasione è stata propizia per parlare delle differenze che esistono tra animali, piante e funghi. Abbiamo concluso che non camminando, non facendo fotosintesi (non erano nemmeno verdi) e avendo la forma tipica del fungo non potevano che essere funghi. A quel punto abbiamo stimolato un'investigazione sul perché quei funghi fossero nati proprio in quel punto. C'è voluto davvero poco per scoprire che si trovavano proprio sulla radice dell'albero. Questo ci ha dato modo di parlare di funghi saprofiti, parassiti e simbionti e di escludere che si trattasse dei primi.

Formulata l'ipotesi che fossero funghi parassiti è stato inevitabile chiedersi quale tipo di danno potessero fare all'albero e io ho parlato della carie del legno.
Le facce dei bambini hanno ben presto assunto l'aspetto di chi si sta perdendo e allora abbiamo introdotto un'ulteriore variante alla nostra esperienza: siamo usciti dalla scuola in cerca di alberi in cui fosse visibile l'effetto della carie del legno e per i quali fosse evidente cosa si deve fare per non correre rischi. Inutile dire che la fortuna è stata dalla nostra parte perché proprio nel viale di fronte alla scuola sono stati abbattuti dei tigli che avevano proprio quel problema.

In buona sintesi, l'attività ha lasciato posto all'esperienza e tra ipotesi e investigazioni siamo finiti addirittura fuori dalla scuola in cerca di informazioni reperibili nell'ambiente in cui viviamo. Be', a scuola non ci si ferma qui e, come spesso faccio, ho affidato ai bambini il compito approfondire l'argomento funghi insieme alla loro insegnante. Per aiutarli qualche ora dopo ho inviato una e-mail con link ad una pagina web ipotizzando che i nostri funghi fossero dei chiodini. E qui arriva il bello. Ecco cosa si legge in uno dei lavori realizzati dai bambini nei giorni successivi: "Emilio thinks they are chiodini but we don't agree". Sì, avete capito bene: i bambini dopo alcune osservazioni hanno maturato l'idea che la mia ipotesi fosse sbagliata!

Questo è il senso puro dell'esperienza: abbandonare le attività programmate di fronte a una scoperta, investigare, formulare ipotesi e sviluppare il senso critico che lascia liberi di non accettare come verità quello che dice un possibile esperto o un insegnante, bensì giungere a conclusioni proprie utilizzando gli strumenti forniti da questi ultimi. In questo momento poco conta che la conclusione sia esatta: se non lo è si può continuare il lavoro fino a raggiungere questa condizione, se lo è il lavoro ha dato subito i migliori frutti. Essi, però, non sono il risultato, ma l'acquisizione di un metodo di lavoro.

Quasi dimenticavo: l'orto ha dovuto attendere, ma non lo ha fatto invano, come dimostrano le immagini che seguono.




Articolo a cura di Emilio Bertoncini.


Aspettando la primavera...

Quest'anno gli orti scolastici sono alle prese con una stagione bizzarra: quando ci chiedevamo se sarebbe mai terminato un infinito autunno siamo improvvisamente finiti nell'inverno di "The Big Snow", poi un assaggio di primavera e di nuovo il freddo... ora giorni e giorni di pioggia e il sole che sembra nascondersi proprio all'inizio della stagione più bella. Non è certo questo che ci ferma e nelle cinque scuole coinvolte nel progetto le attività sono andate avanti.

Proprio mentre autunno, inverno e primavera si divertivano ad alternarsi in modo bizzarro, nella Scuola Pascoli di Pietrasanta ci siamo dedicati alle piante da frutto. Due di esse, il ciliegio e l'albicocco già presenti, sono state oggetto di potatura, concimazione e approntamento di una protezione al piede della pianta. Il momento della potatura è stato propizio per parlare di gemme e di correttezza del rapporto tra uomo e pianta.

Altre due sono nuovi arrivi: un melo rotella e un pero passa crassana, entrambi destinati a dare frutti dopo la ripresa della scuola. Loro sono stati messi a dimora dai bambini della scuola che hanno scavato le buche a aiutato l'esperto di turno a posizionarli correttamente. Nei giorni successivi anche attorno a loro è stata posizionata una protezione che aiuterà di anno in anno ad arricchire il terreno alla base della pianta. Foglie e compost saranno di grande aiuto!
Grazie a questi nuovi arrivi il piccolo frutteto della scuola sta prendendo davvero corpo ed è destinato a dare soddisfazioni per molti anni.

In tutte le scuole, poi, si è proceduto alla piantagione delle patate. Abbiamo scelto una varietà precoce che consentirà di scoprire in che misura le patate sapranno moltiplicarsi, anche se forse non vedremo i tuberi molto ingrossati. Nelle mettere a dimora si sono privilegiate le piantagioni in contenitore dato che a fine scuola sarà più facile scovare tutte le nuove patate. Per qualche scuola, come la primaria di Strettoia, è stata un'occasione per scoprire un nuovo kit per la coltivazione fuori suolo con tanto di sub-irrigazione. Già, noi che facciamo l'orto per imparare andiamo sempre in cerca di quelle soluzioni che ci aiutano a comprendere come funzionano le piante e come l'uso intelligente della tecnica possa facilitarci nella produzione del cibo.

Alla scuola dell'infanzia dell'Africa, sempre nel comune di Pietrasanta, è nata l'idea di un gemellaggio con la vicina scuola primaria dove è già in corso un'esperienza didattica connessa all'orto. Così nell'ambito del progetto di continuità si sono incontrati i bambini della prima classe della primaria e i bimbi di 5 anni dell'infanzia per seminare insieme alcuni ortaggi utilizzando un apposito kit. Ogni piantina nascerà (incrociamo le dita!) in una compressa di torba che sarà utilizzata per il trapianto nell'orto della scuola primaria. Pomodori e lattughe sono state protagoniste insieme ai bambini.

Nell'orto della scuola di Nave, alle porte di Lucca, una volta che la neve se ne è andata i bambini hanno potuto approfittare di un giorno di sole per fare capolino tra agli e cipolle che stanno crescendo nel grande cassone utilizzato per la coltivazione e hanno utilizzato lo spazio rimasto libero per piantare le patate. Intanto nel cassone vicino le fragole cominciano a risvegliarsi dal torpore invernale e reclamano spazio, mentre la salvia è in attesa di un'energica potatura. Tutti quanti siamo in attesa di qualche novità ma... per ora non diciamo nulla!

Dove gli spazi lo consentono, abbiamo ampliato l'orticello lavorando nuovi pezzi di terreno. E' stato necessario migliorarlo con una concimazione e, già che ne abbiamo avuto la possibilità, abbiamo deciso di sperimentare una nuova pacciamatura interamente compostabile. Sarà lei a proteggere le nuove colture primaverili dalla competizione delle erbacce e ad aiutare il terreno a trattenere l'umidità quando il clima diventerà più arido.
Intanto i bambini hanno potuto riprendere in mano zappa e rastrello lanciandosi con grande volontà nella lavorazione del terreno, inclusa una certa bonifica da pietre più o meno grandi. Purtroppo, si sa, i terreni attorno alle scuole non sono sempre il massimo in termini di fertilità...

Chiudiamo con un'esperienza che è ancora in corso ma che ha già dato i primi "frutti": quella legata ai funghi.
Collegandoci ad un altro progetto abbiamo acquisito un kit per la crescita dei funghi che è stato posizionato in una stanza polivalente della Scuola Pascoli di Pietrasanta. Per meglio comprendere come funziona il kit abbiamo prima riflettuto sulla differenza tra organismi autotrofi ed eterotrofi, poi sui funghi simbionti, parassiti e saprofagi... proprio questi ultimi ci hanno dato lo spunto per aprire il kit e cominciare la "coltivazione". E' stato sufficiente mettere tutto in un ambiente caldo, spruzzare regolarmente acqua ed attendere. I primi funghi, che noi abbiamo ben distinto come corpi fruttiferi, sono già nati!