I consigli per l'orto scolastico ai tempi del Covid-19

L'anno scolastico appena iniziato si presenta come uno dei più difficili della storia repubblicana e parte con numerose incertezze e qualche novità che aiuta a fornire qualche suggerimento per l'orto del nuovo anno scolastico.

Primo consiglio

Torniamo a leggere le cosiddette "linee guida" (1), formalmente il "Piano Scuola 2020-2021", e il documento del CTS sulle misure contenitive nel settore scolastico (2) per capire come l'orto potrebbe costituire uno spazio d'elezione per la loro applicazione. Ci preme sottolineare come alcuni passaggi possano costituire un forte invito proprio verso l'uso del giardino e di altri spazi nei quali realizzare orti con finalità didattiche. L'orto potrebbe, in particolare, costituire il contesto che offre "l'opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale" (1) e le condizioni per il necessario distanziamento fisico. Sicuramente risponde alla necessità di privilegiare lo svolgimento di attività didattiche "all'aperto, valorizzando lo spazio esterno quale occasione alternativa di apprendimento" (2). 

Non solo, l'invito a "favorire la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri,  biblioteche, cinema, musei al fine di potervi svolgere attività didattiche o alternative a quelle tradizionali comunque volte a finalità educative" potrebbe essere un'occasione da cogliere al volo per individuare, per esempio in collaborazione con i comuni e altri enti pubblici, spazi esterni al perimetro scolastico in cui far nascere l'orto didattico della scuola creando, al contempo, la premessa per una manutenzione dell'orto a cura delle famiglie e degli studenti durante le prossime vacanze estive o in caso di nuova chiusura della scuola (che noi tutti speriamo possa essere scongiurata), ovviamente nel rispetto delle misure di distanziamento. Potrebbe, addirittura, nascerne l'opportunità di dare vita o recuperare orti urbani che, man mano che torneremo alla normalità, potranno vivere grazie all'intervento dell'intera comunità urbana assolvendo alla duplice funzione di orto scolastico e civico. In tal senso, i "patti educativi di comunità" e gli "specifici accordi" richiamati da entrambi i documenti sembrano poter costituire strumenti utili a far nascere questi nuovi orti fuori dal perimetro scolastico in una cornice giuridica tesa al loro permanere nei futuri anni scolastici.

Secondo consiglio

Non dimentichiamo che, anche in un anno scolastico particolare come quello che stiamo per vivere, la scuola continua ad essere la scuola e che la responsabilità educativa di questa istituzione, vero pilastro della comunità, non può essere integralmente subordinata agli adempimenti conseguenti alle responsabilità di ordine sanitario, esattamente come nello scorso anno scolastico non ci si è arresi di fronte al lockdown tentando di supplire con la DAD. In tal senso, la progettazione delle esperienze didattiche che trovano nell'orto un tempo e uno spazio di realizzazione e nel coltivare una possibile metodologia didattica, dovrà garantire il massimo sforzo per coniugare le esigenze di contenimento della diffusione del Covid-19 e il perseguimento degli obiettivi didattici e formativi ordinariAnzi, l'orto potrà diventare un contesto in cui apprendere modalità sicure di relazione interpersonale e metodiche di distanziamento e sanificazione praticabili e capaci di mantenere relazioni sociali essenziali per lo sviluppo personale e per la vita della comunità. 

In tal senso, la configurazione geometrica e dimensionale dell'orto potrà essere pensata in modo tale da garantire il distanziamento fisico tra gli studenti che, eventualmente divisi in "gruppi di apprendimento" (1) numericamente ridotti, potranno porsi al lavoro in un contesto che favorisce “l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari” e la contestuale socializzazione. Parimenti, con i dovuti accorgimenti organizzativi e in funzione dell'età, gli studenti potranno essere coinvolti nelle procedure di sanificazione degli attrezzi (es. mediante irrorazione di spray disinfettanti sui loro manici) o nelle valutazioni che conducono alla scelta delle varie misure di protezione (es. uso dei guanti per toccare gli attrezzi o scelta della disinfezione di questi ultimi nel passaggio da un individuo all'altro).

Terzo consiglio


L'orto o alcune sue porzioni potranno essere utilizzate per creare suddivisioni tra gli spazi del giardino scolastico riservati alle varie "bolle" o, comunque, frequentati in maniera differenziata dalle varie classi o sezioni della scuola. In tal modo, le rigide linee di separazione potranno essere stemperate da ampie strisce di terreno coltivato, eventualmente sinuose, capaci di costituire al tempo stesso superfici utili allo svolgimento delle attività didattiche ed elementi di distanziamento tra gruppi funzionali di studenti, ciascuno dei quali potrà, in momenti diversi, contribuire alla coltivazione sviluppando progetti didattici talora distinti.

Ove gli spazi esterni della scuola non siano un vero e proprio giardino, tali divisioni potranno scaturire dall'impiego di varie tipologie di vasi, fioriere e altri contenitori atti alla coltivazione garantendo anche la possibilità di mantenere passaggi che tengano in salvo le vie d'esodo. Anche in questo caso l'orto potrebbe costituire una "zona di frontiera" capace di separare i gruppi garantendo una condivisione di spazi a tempi alternati con intervalli di tempo sufficienti a garantire la scoparsa di eventuali contaminazioni da Sars-Cov2.

Quarto consiglio


Questo sarà l'anno della creatività e, se sapremo usare il pensiero divergente, potremo trovare soluzioni capaci di aiutarci anche in futuro. Esistono, tuttavia, soluzioni che vengono dal passato più o meno recente e che potremo recuperare dando loro il senso della retro-innovazione. E' in tal senso e con misurata provocazione che guardiamo all'immagine qui a destra: questa potrebbe essere la soluzione per creare più orti ai quali lavorano gruppi di apprendimento, classi o sezioni diverse e, soprattutto, coltivazioni spostabili per evitare l'occupazione stabile di  porzioni di cortile, giardino o altri spazi esterni (o interni?) che rimarranno libere per svolgere altre funzioni e saranno occupate dall'orto solo quando ce ne è necessità.

Una ricognizione delle soluzione utilizzate negli orti urbani potrà esserci di grande aiuto per far nascere orti attorno ai quali garantire il distanziamento fisico o l'alternarsi di gruppi di apprendimento. Qualche suggestione per immagini è esposta qui sotto, ma l'invito è quello a svolgere una più ampia ricerca.


Quinto consiglio


In circostanze straordinarie servono azioni straordinarie e allora, nell'anno scolastico in cui l'individualizzazione dei gesti potrebbe dare la massima sicurezza igienica, potremmo provare a trasformare il gesto del singolo in un'azione collettiva. Come? Come accade in un'orchestra, in uno stormo o nell'apparato radicale di un albero: andando in cerca di soluzioni che trasformano le azioni di un individuo nell'armonica azione di un gruppo. La soluzione più semplice potrebbe essere quella di realizzare tanti piccoli orticelli individuali (in cassetta, in vaso, in bottiglia, ecc.) capaci di configurare, pur nel necessario distanziamento, un orto collettivo. Addirittura, potrebbe trattarsi di un orto modulare a geometria variabile che, con gli opportuni accorgimenti igienici in occasione degli spostamenti, definisca ora uno spazio in cui leggere, ora un percorso per l'educazione motoria, ora la riproduzione di un simbolo o di un'opera d'arte. Basta dare spazio alla fantasia!

Sesto consiglio


Questo è il consiglio che si spera possa risultare del tutto inutile o che potrebbe essere reinterpretato laddove certe modalità didattiche potrebbero costituire una soluzione integrativa a quelle ordinarie in presenza. E' il consiglio da adottare qualora, a causa dell'interruzione delle attività didattiche, si dovesse tornare alla DAD. Ecco, il quel caso, l'orto potrà costituire un'occasione educativa presso il domicilio di studenti e studentesse grazie ai tutorial disponibili sul canale Youtube "Ortiscolastici".


Settimo consiglio


Se la tua scuola aveva un orto scolastico già lo scorso anno, compila il questionario della "Prima indagine nazionale sugli orti scolastici". Lo trovi cliccando qui.

Un ultimo consiglio


Se è vero che questo anno scolastico avrà natura straordinaria, è anche vero che l'auspicio di tutti è quello che possa essere quello della progressiva normalizzazione, quello che ci dimostrerà che la convivenza col Covid-19 è possibile e che il virus Sars-Cov2 sia gestibile con alcuni piccoli accorgimenti di prevenzione, ma senza cadere una psicosi paralizzante. In tal caso, torneranno comodi i vecchi consigli, quelli di altri anni scolastici meno speciali e più ordinari. Per trovarli basta cliccare qui!




Buon lavoro!










Al via la prima indagine sugli orti scolastici in Italia

Il mondo degli orti scolastici e dell'orticoltura didattica a scuola è assai variegato e, nonostante venga spesso citato in articoli di stampa o pubblicazioni di vario genere, ad oggi sembra mancarne un quadro conoscitivo esauriente. Esso potrebbe scaturire da un censimento delle varie esperienze che, però, non è mai stato condotto.


Per questo dal lavoro di Emilio Bertoncini, agronomo esperto di orticoltura didattica e urbana è nato un questionario che cerca di colmare parzialmente le lacune conoscitive su questo settore attraverso una serie di quesiti che indagano i progetti in cui è prevista la coltivazione di un orto scolastico. Esso è indirizzato a tutti coloro che sono in grado di riferire informazioni sui progetti attivi alla data del 5 marzo 2020, giorno di chiusura delle scuole sul territorio nazionale in seguito all'emergenza Covid-19.

Per saperne di più e per procedere alla compilazione segui questo link:

















Seminiamo e piantiamo con i bimbi più piccoli ai tempi del lockdown

Aprile 2020 - Le scuole e i servizi educativi sono chiusi a causa dell'epidemia di Covid-19 e molt* bimb* di età compresa tra 1 e 6 anni sono a casa con i genitori, privati di un esperienza educativa fondamentale.

Per questo motivo Emilio Bertoncini ha realizzato un video - tutorial che intende aiutare i genitori nello svolgimento di un laboratorio che mira a mantenere una connessione tra bambin* e natura.

Chi vuole può mettersi all'opera!




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Per saperne di più sulle attività di Emilio Bertoncini, autore del video, è possibile consultare i seguenti link:
www.emiliobertoncini.com
www.ortiscolastici.it
www.ortoalnido.it
www.giardinoingiro.it.

Potrebbero interessarti anche il tutorial di "Semina un Albero con Emilio", che si trova a questo all'indirizzo https://youtu.be/nx9MJH5ooKw, o #ilcompitogreen, che si trova all'indirizzo https://youtu.be/j_jmZg5HXow.

Il compito green!


Marzo 2020 - Le scuole sono chiuse a causa dell'epidemia di Covid-19 e molti insegnanti mi chiedono consigli per affidare a bambin* e ragazz* della propria scuola un #compitogreen. 

Ad alcuni ho mandato un messaggio, con altri ho fatto una riunione via Skype. Alla fine mi sono detto che un video avrebbe potuto funzionare sia da strumento con cui affidare il compito, sia da tutorial per bambin* e ragazz*. 

Così è nato questo video che qualsiasi insegnante potrà usare a supporto della propria attività didattica.



Buona visione!





Oltre la soglia - pratiche di outdoor education

A causa del protrarsi dell'emergenza e dell'assoluta inopportunità di effettuare spostamenti sul territorio nazionale, l'evento viene rinviato a data da destinarsi.




Si svolgerà a Lucca il 21 marzo 2020 la giornata formativa dal titolo "Oltre la soglia - pratiche di outdoor education".


La tematica proposta si inserisce nel filone dell’outdoor education e riguarda la possibilità di cogliere le opportunità educative offerte dai materiali naturali, con particolare attenzione a quelli rinvenibili nei giardini dei servizi, nei parchi cittadini e nella natura di prossimità. Tutto questo invitando all'uso dei suddetti spazi all'aperto come luoghi di esperienza e a sostenere dinamiche di apprendimento e auto-apprendimento “in” e “con” la natura e i suoi materiali, sia in momenti di vita al nido/scuola/servizio, sia in attività con le famiglie.

Saranno trattati i seguenti argomenti:

- i luoghi di natura e la loro esplorazione con i bambini e le famiglie – strategie d’ingaggio dell’utenza tra sicurezza e avventura vissute in chiave pedagogica;

- i materiali naturali: incontro, scoperta, raccolta, uso e conservazione – dal magazzino creativo all’atelier diffuso, passando attraverso la biblioteca oggettuale a cielo aperto.

CARATTERISTICHE DEL CORSO

Destinatari: educatori e educatrici di nido e altri servizi educativi della fascia 0-6, insegnanti della scuola dell'infanzia; il corso è aperto anche ai coordinatori e alle coordinatrici pedagogiche e a chiunque interessato ai temi trattati.

Durata: 8 ore nella giornata di sabato 21 marzo 04 aprile 2020.

Orari: dalle 9.00 alle 18.30 con pausa pranzo tra le 13.00 e le 14.30.

Modalità: didattica frontale, momenti di discussione in plenaria, esperienze in esterno e laboratori pratici.

Sede:  Nido d'infanzia "Il nido" - Via Nottolini, 350 Sede in corso di individuazione per evitare ogni rischio per i bambini del nido - Lucca  (a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria)

Costi di partecipazione€ 90,00 (novanta/00) a persona. Per chi effettua la pre-iscrizione entro il 25/03/2020 la quota è ridotta a € 80,00 (ottanta/00) a persona. Per tutti coloro che abbiano già partecipato a un'edizione del corso dedicato a "orto e giardino educativo" erogato da Emilio Bertoncini è previsto uno sconto di € 10,00 (dieci/00) cumulabile col primo. La quota comprende: partecipazione al corso, dispensa, documenti e materiali utili per il lavoro forniti su pen drive del partecipante (da portare in occasione del corso) e rilascio dell'attestato di partecipazione. Sono esclusi dalla quota vitto, alloggio e quanto non specificamente menzionato. I pranzi sono a cura dei partecipanti.


Docente: Emilio Bertoncini, Agronomo e guida ambientale, ha vinto una menzione speciale dell'Agricoltura Civica Award 2013, il premio per le agricolture del futuro di AiCARE. Ha collaborato con la Regione Marche per il progetto Ortoincontro riguardante i temi degli orti urbani e scolastici. E’ stato coinvolto in vari progetti formativi e educativi connessi all'orto e al giardino per le Conferenze Zonali dell'Istruzione di Lucca, Pistoia e Valdinievole e per i comuni di Montale (PT), Quarrata (PT) e San Giuliano Terme (PI), nonché nella formazione delle educatrici dei nidi privati del Comune di Prato (PO) per il tramite di CEMEA Toscana. Negli scorsi anni educativo ha collaborato con i seguenti nidi: “Il nido” di Lucca, “Pinco Pallino” 1 e 2, “Arcobalocco” e "Le piccole canaglie" di Quarrata (PT), "I piccoli gufi" di Scandicci (FI) e "Golgi Redaelli" di Milano. E’ autore dei libri “Orticoltura (eroica) urbana” e “L'orto delle Meraviglie” e curatore di “Evviva l’orto che ci fa sporcare – la biodiversità agraria delle Marche entra a scuola” edito dalla Regione Marche. Collabora stabilmente con la rivista “Bambini” di Spaggiari editore.


Iscrizioni: da perfezionare entro le ore 20:00 del 25/03/2020 mediante versamento anticipato della quota di iscrizione. Il pagamento della quota avverrà tramite bonifico bancario al raggiungimento del numero minimo di iscritti.

Recapiti per informazioni e iscrizioni: per richiedere informazioni, ricevere il programma didattico dettagliato o effettuare le preiscrizione è sufficiente scrivere all'indirizzo info@emiliobertoncini.com

Arte in Orto - parte prima

Coltivare in ambito educativo, se interpretato per le possibità che offre e non per l'idea che comunemente ne abbiamo, è una metodologia che può favorire apprendimenti nei campi più diversi. Ciò che conta è riuscire ad abbandonare gli stereotipi agricoli per attribuire a quel gesto la valenza educativa che gli è connaturata. Per questo da anni suggerisco che la progettazione dell'esperienza dell'orto scolastico prenda le mosse dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, dal Piano triennale dell'Offerta Formativa e dagli altri strumenti di programmazione didattica della scuola. Lo suggerisco, ma non sempre è facile mettere in atto questa idea. Questo accade per vari motivi, anche se spesso quello predominante è la difficoltà di scardinare l'idea di orto che abbiamo in testa, quello agricolo della tradizione.

Grazie alla collaborazione con una scuola della mia città, la Scuola Mimosa di Lucca, negli ultimi tre anni scolastici questo proposito è divenuto sostanza in continuo mutamento. Così, se il primo anno i temi dominanti nell'orto sono stati la geometria e l'accampamento romano e il secondo anno il nostro coltivare ha riprodotto simbolicamente la città di Lucca, quest'anno l'arte è entrata prepotentemente nell'orto.

E' necessario, però, fare un piccolo passo indietro, forse due, per spiegare cosa sta succedendo. Il primo di questi passi ci porta all'inizio di questa esperienza quando l'idea di orto che avevano le insegnanti si è "scontrata" con questo approccio. La riunione di progettazione all'inizio del primo anno, infatti, non aveva prodotto la svolta verso questo modo di concepire l'orto e questa per qualcuno ha tardato ad arrivare anche strada facendo. Fortunatamente, l'orto è facilmente fotografabile dall'alto e aggiungere una infografica ad una delle immagini ha consentito di sbloccare, sia in alcune delle insegnanti, sia nei genitori, il vincolo che ci teneva legati ad un'idea tradizionale del coltivare. In qualche modo, si è arrivati a "fidarsi" di quell'orto assai strano in cui niente, né l'uso degli spazi, né la forma delle parcelle coltivate, corrispondeva all'orto che viveva nell'immaginario collettivo locale. Eppure, quell'orto strano funzionava per fare scuola. Questo è stato un passaggio fondamentale per introdurre al secondo anno elementi davvero anomali per un orto, come un laghetto* che ha offerto ai bambini non poche possibilità di sperimentazione autonoma.

(immagine da www.mauritshuis.nl)
Il secondo passo indietro ci porta alla scorsa estate quando, con i miei figli, ho visitato alcuni musei nei Paesi Bassi. E' stato al Mauritshuis de L'Aja, dove ci eravamo recati soprattutto per ammirare il dipinto di Jan Vermeer noto come "La ragazza con l'orecchino di perla", che è arrivato un input decisivo. La mia attenzione è stata catturata da alcune nature morte, tra cui "Il vaso di fiori" di Jan Davidsz de Heem. A colpirmi è stata la varieta di fiori presenti in quel quadro ma, soprattutto, il fatto che, prestando attenzione e dedicando tempo all'osservazione, si nota la presenza di numerosi insetti rappresentati con una cura stupefacente. Così, passando di quadro in quadro, la mia attenzione è stata sempre più calamitata, finché non ho scoperto che il museo ospitava anche due grandi vasi di fiori che riproducevano due delle nature morte rappresentate nei quadri. A quel punto non ho potuto fare a meno di prendere il mio smartphone e scrivere nella chat dedicata all'orto della scuola in questione che quest'anno l'orto avrebbe avuto come tema l'arte, meglio se un quadro. Al coro di sì è seguita ad inizio anno scolastico una concitata fase di progettazione che ha condotto alla scelta di un'opera a cui ispirarsi. 

Si tratta di "Verso l'alto" di Vasilij Kandinsky, un'opera assai più semplice da realizzare delle nature morte**, ma ricca di geometrie e cromatismi capaci di offrire spunti e opportunità educative. Come accade ogni anno, ciascuna insegnante decide in che misura sfruttare l'esperienza dell'orto e, soprattutto, il livello di interazione con lo stesso che, naturalmente, dipende anche dalle classi seguite e dalle discipline insegnate. Nel caso specifico, lo stesso spazio - orto è a disposizione, sebbene in tempi distinti, sia della scuola dell'infanzia, sia della scuola primaria. Questo determina un diverso ruolo in fase progettuale e attuativa delle varie sezioni / classi. Tutti i bambini concorrono, comunque, alla realizzazione del medesimo progetto, pur con sguardi e attività diverse. L'opera si presta a lavorare a molti livelli e i primi incontri sono stati dedicati soprattutto alla definizione delle geometrie, tra semicerchi, rettangoli e triangoli variamente composti. I bambini della scuola primaria hanno anche avuto l'opportunità di contribuire alla progettazione di dettaglio dell'orto su una base geometrica ispirata al quadro. Le idee proposte sono state le più disparate. Alcune sono state decisamente inattuabili, ma capaci di fornire lo spunto per alcune riflessioni, per esempio sulla differenza tra piante annuali e perenni, altre sono state immediatamente accolte per la loro utilità, come quella di inserire nell'orto delle piante da fiore.

A seguire una sequenza di immagini relative a quanto fin qui realizzato e, al termine, alcune riflessioni su questa esperienza ancora in itinere.

Fotografia n.1 - Uno dei progetti proposti dai bambini della scuola primaria e parzialmente accolto.

















Fotografia n.2 - La scelta effettuata ha richiesto un lavoro di adattamento dello schema geometrico del quadro, svolto da una delle insegnanti, e un adeguamento alle dimensioni dello spazio disponibile. La prima fase di realizzazione, svolta con le classi della scuola primaria, ha richiesto l'uso di strumenti relativamente inusuali per l'orto, come il martello, e "l'invenzione" di alcuni di essi, come il compasso.






Fotografia n.3  - Si procede alle misurazioni per definire le geometrie dell'orto.







Fotografia n.4 - Una corda rigida e due picchetti consentono di tracciare i semicerchi. La lunghezza della corda è il raggio di riferimento. Sembra ovvio, ma, quando puoi tenere in mano un raggio, in te può accadere una piccola rivoluzione concettuale.



Fotografia n.5 - L'orto muta di anno in anno, anche perchè progettato per scomparire con i raccolti a fine scuola, e quest'anno sono stati via via tolti i vasi di terracotta che lo hanno caratterizzato in passato. Daranno vita ad un altro settore dell'orto.




Fotografia n.6 - Al termine del primo giorno di attività la parte essenziale della "grafica" del quadro appariva definita grazie ad un nastro argentato, alla piantagione di lattughe e cipolle e all'uso di un terriccio più scuro del terreno disponibile in loco.









Fotografia n.7 - Per i bambini della scuola dell'infanzia l'orto continua ad essere uno spazio di esercizio della motricità fine e delle abilità grosso motorie, una circostanza di contatto col sé e con l'altro, con la terra e con lo stare fuori in modi inusuali. Intanto, si introducono alcuni principi di ergonomia e sicurezza.




Fotografia n.8 - Si piantano le pansè o viole del pensiero, ma non sono affatto di color viola! Chissà se Kandinsky sarebbe d'accordo con la scelta cromatica. Intanto, alle mani è richiesto un lavoro di maggior precisione.










Fotografia n.9 - Tra le viole arrivano le lattughe. Saranno il nostro raccolto invernale, mentre le viole ci accompagneranno fino a primavera.





Fotografia n.10 - I bimbi della scuola primaria distribuiscono terriccio per dare un effetto cromatico ad alcuni settori del "quadro".










Fotografia n.11 - L'orto continua a crescere e altre pansè, questa volta a fiore giallo, hanno occupato nuovi settori del quadro.
Contrapposto ad esse c'è un terreno scuro in cui sono stati seminati dei ravanelli. Il colpo d'occhio ci regala un orto che, per dirla con le parole di una bambina, "sembra un giardino".


A questo punto è necessario fare almeno una riflessione, sebbene il lavoro sia, come si usa dire, work in progress. Il nostro coltivare continuerà a rispondere a tanti fabbisogni, ma allo stupore adulto di fronte all'orto che si fa quadro, testimoniato anche dai commenti scaturiti dalla pubblicazione delle immagini sui social network, io preferisco le parole della bambina citate nella didascalia dell'ultima immagine. Una delle cose che stanno accadendo è che stiamo ridefinendo i confini tra il coltivare per utilità (l'orto) e per diletto (il giardino) e proponendo l'idea che il funzionale e il bello possano coesistere, che la zappa e il pennello possano essere compagni di avventura, che la geometria e l'arte siano solo declinazioni diverse del nostro vivere. Coltivare, cioè, ci sta offrendo la possibilità di riconsiderare le stesse divisioni in aree disciplinari che la scuola ancora non riesce a scrollarsi di dosso e l'orto-quadro-giardino ci offre un'aula in cui esercitare in modo alternativo le competenze offerte dalla scuola, mescolandole e portandole su un piano di realtà.

Come suggerisce il titolo del post, di questa esperienza si tornerà a parlare su questo blog, e ci sarà bisogno di fare altre riflessioni, ma voglio chiudere dicendo che essa offre e ha già offerto, anche in occasione di corsi di formazione per insegnanti, spunti di cambiamento per chiunque faccia scuola. Ciò dimostra anche che la scuola privata può costituire un laboratorio di pratiche di cui potrà beneficiare la scuola pubblica e che, se riuscissimo a ridefinire confini e relazioni tra queste due, il mondo educativo non  potrebbe fare altro che beneficiarne.

Autore del post: Emilio Bertoncini

Note al testo:

* Il laghetto è stato introdotto poiché i bambini hanno chiesto che nella rappresentazione simbolica della città di Lucca vi fossero l'orto botanico e, appunto, il piccolo specchio d'acqua che, oltre a ospitare particolari essenze vegetali, si lega ad una leggenda cittadina.

** In quel caso si sarebbe potuto pensare un orto che accoglie i fiori rappresentati nella natura morta.








Le FAQ - frequently asked questions - sugli orti scolastici


Questo blog esiste grazie al percorso nel mondo dell'orticoltura didattica a scuola di Emilio Bertoncini. Un cammino arrivato al 12° anno educativo e costellato di domande più volte rivolte al nostro esperto da insegnanti, educatori ambientali e semplici curiosi. 

Finalmente eccole tutte (o quasi) raccolte in un solo post!

A che età si possono coinvolgere i bambini delle attività di coltivazione in chiave didattica?



Le prime esperienze posso essere svolte già al nido, almeno a partire dai 12 mesi. Per saperne di più: www.ortoalnido.it





Per fare l'orto c'è bisogno di un terreno?


Avere un terreno aiuta, ma è sufficiente uno spazio non troppo ombreggiato all’esterno e qualche contenitore. Può trattarsi di una fioriera, di un contenitore di recupero o di un kit appositamente progettato.

Per fare l'orto c'è bisogno di un BUON terreno?


Averlo è una fortuna, ma possiamo ricorrere alla tecnica letto rialzato o ala coltivazione fuori suolo in contenitori di vario tipo. In entrambi i casi, l'utilizzo di un terreno di riporto migliore di quello in sito o di terricci rende più efficace la coltivazione. La disponibilità di terreni di diversa qualità offre la possibilità di fare piccole sperimentazioni e confronti.


Ho bisogno di uno spazio molto grande?


Gli spazi grandi offrono possibilità, ma si possono condurre esperienze significative anche in piccoli spazi, purché la progettazione didattica sia efficace.


Come si fa in estate?


L'estate è un elemento progettuale. Se si creano le condizioni per proseguire almeno un'attività di mantenimento, si piantano / seminano ortaggi estivi, altrimenti col raccolto a fine scuole nell'orto non rimane niente. Orti in piccoli contenitori, quali le cassette dell'ortofrutta, possono migrare a casa dei bambini per tornare a scuola in settembre.

Si può fare l'orto in inverno?


Fatti salvi i severi limiti climatici propri della montagna e delle latitudini maggiori, sì. Si coltivano ortaggi invernali, ci si avvale di piccole serre, si forzano i tempi di coltivazione adattandoli al calendario scolastico e si fa il semenzaio per gli orti estivi, inclusi quelli che migreranno a casa dei bambini / ragazzi.

Devo saper coltivare?

No, ma aiuta, se padroneggio tecniche che riesco a rimodulare o accantonare. Non si deve trascurare l'importanza educativa di valorizzare la condivisione di inesperienze, il ruolo di bambini esperti, l'aiuto di esperti esterni e il ruolo educativo di errori e sperimentazione.


Quanto costa?


Molto. Oppure poco. Dipende da come si progetta, da come si valorizzano i costi fissi esistenti (es. stipendio degli insegnanti), dalla creatività nel trovare soluzioni, dall'aiuto di sponsor tecnici e finanziari e, in definitiva, dal modo in cui valorizziamo la rete di partner della scuola.

Si concima e si fanno i trattamenti antiparassitari?


Non è strettamente necessario e, per i trattamenti antiparassitari, nemmeno opportuno. Si pratica l’agricoltura biologica in forma semplificata, non si tratta e si adottano soluzioni che prevengono parassiti e malattie, come l’orto sinergico. E si studiano le relazioni pianta / parassita.


Quanto tempo di insegnamento sottrae?


Se viviamo l’orto come spazio in cui fare scuola e come pretesto per uscire fuori e farvi ciò che di solito si fa dentro, è solo un modo diverso di usare il tempo scuola.

Quante classi / sezioni ci lavorano?


Se è lo spazio di attuazione di più progetti, tutte quelle che vi trovano opportunità.


Si introducono rischi e responsabilità?


Certamente. E va fatto in modo tale che i rischi (ridotti e accettabili) di oggi siano la sicurezza di domani per i nostri bambini e ragazzi.

Si può mangiare ciò che si coltiva?


Non esistono divieti di legge espliciti, ma non può esserci il tradimento educativo che scaturisce dal dichiarare non mangiabile ciò che si è prodotto con buona prassi agronomica. Ci sono assunzione di responsabilità e soluzioni praticabili e capaci di ridurre i rischi. Alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, hanno approvato apposite delibere che indicano le modalità consentite per l'impiego alimentare dei prodotti dell'orto della scuola.

Si deve anche considerare che mangiare i prodotti dell’orto scolastico è la premessa per riallacciare un rapporto pacifico col cibo, con chi lo produce e con la terra, nonché con i nostri territori e la loro tradizione agricola.

Si possono fare inclusione e intercultura coltivando?


Certo. Lo facciamo anche semplicemente mangiando insieme i prodotti dell’orto e facendo feste di comunità. Inoltre, coltivando anche ciò che viene da altre parti del mondo e lasciando la risposta alla domanda "qua cresce?" alle piante.

Si può coltivare con bambin* e ragazz* speciali?


Certo, ma includendoli nei gruppi ordinari della scuola e attrezzandoci in modo adeguato.